28 Aprile 2024 23:32

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28 Aprile 2024 23:32

Imperia: promesse elettorali con l’aggravante mafiosa. Alessio Saso condannato a un anno e 6 mesi di carcere

In breve: Il Pubblico Ministero Marzo Zocco (in precedenza, a condurre le indagini era stato Alberto Lari, oggi Procuratore Capo a Imperia) aveva chiesto la condanna a due anni di carcere.

Un anno e sei mesi di carcere. Questa la sentenza di condanna pronunciata in Tribunale a Genova nell’ambito del processo che vedeva sul banco degli imputati l’ex vice Sindaco di Imperia e consigliere regionale, in quota Pdl, Alessio Saso, accusato di promesse elettorali con l’aggravante mafiosa. I fatti contestati risalgono al 2010.

Il Pubblico Ministero Marzo Zocco (in precedenza, a condurre le indagini era stato Alberto Lari, oggi Procuratore Capo a Imperia) aveva chiesto la condanna a due anni di carcere.

Imperia: promesse elettorali con l’aggravante mafiosa, condannato Alessio Saso

Saso, difeso dall’avvocato Sabrina Franzone del foro di Imperia, è finito a processo con l’accusa di aver fatto promesse ad alcuni esponenti apicali della ‘ndrangheta ligure, Domenico Gangemi (condannato per associazione mafiosa, in Calabria, a 19 anni e 6 mesi di carcere) e Giuseppe “Peppino” Marcianò (deceduto, condannato nel processo “La Svolta” sulle infiltrazioni mafiose a Ventimiglia), e ad altri soggetti a loro legati, durante la campagna elettorale per le regionali del 2010.

In particolare, Saso, secondo l’accusa, nel corso di un incontro avvenuto presso il point elettorale di Arma di Taggia, a Vincenzo La Rosa e Massimo Gangemi, avrebbe detto: “Io poi sono una persona che a parte questo ragionamento che stiamo facendo, sono una persona che anche dopo ci si può contare [… ] se uno mi chiede un lavoro, mi chiede un finanziamento […] dò anche quello […] eh […] io sono rimasto in buoni rapporti con tutti“.

Sempre nel corso dello stesso incontro, Saso, secondo l’accusa, facendo riferimento alla famiglia Pellegrino di Bordighera, avrebbe detto: “poi per carità non tutto si risolve però ogni volta che mi hanno chiamato se c’era qualcosa di fattibile io l’ho sempre fatto e quando non ci riuscivo […] gliel’ho detto”.

Le indagini sono rimaste ferme per anni a causa del travagliato iter giudiziario dell’inchiesta Maglio 3, conclusosi con la condanna definitiva, per associazione mafiosa, di nove imputati, solo nell’ottobre 2020. I tempi della prescrizione sono estesi per via dell’aggravante mafiosa.

Saso ha sempre negato di aver avuto i contatti contestati, con le finalità contestate.

Nell’ambito dello stesso procedimento, Aldo Praticò, ex consigliere comunale del Pdl a Genova, nel 2020 chiese e ottenne il patteggiamento, a 1 anno e 4 mesi di carcere. 

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