3 Novembre 2024 23:13

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3 Novembre 2024 23:13

Imperia: i titolari di posto barca non si arrendono. Sarà il Tribunale a decidere sulla causa contro Comune e Leasing Unicredit. “Una triste pagina per la città”

In breve: Nel mirino dei titolari dei posti barca Comune di Imperia e Unicredit Leasing Spa per i danni patiti nell'ambito del progetto di realizzazione del porto turistico.

Sarà il Tribunale di Imperia a doversi pronunciare sulla causa intentata nel 2013 dai titolari di posto barca del porto di Imperia, rappresentati (una parte) dall’avvocato Biagio Angrisano del foro di Lagonegro, contro Acquamare, Porto di Imperia Spa, Comune di Imperia e Leasing Unicredit. Lo ha deciso la Cassazione che ha respinto l’eccezione, sollevata dal Comune di Imperia, di difetto di giurisdizione e di sussistenza della giurisdizione del giudice amministrativo.

La causa, da ormai 10 anni, viaggia a rilento nella aule di giustizia, schiava di un contesto fluido, in continua evoluzione. Dall’esito del processo porto, alla pronuncia sulla decadenza della concessione, fino al fallimento di Acquamare e Porto di Imperia Spa.

Imperia: porto turistico, i titolari di posto barca proseguono la propria battaglia legale

Nel dettaglio, la causa, “mira ad ottenere la condanna del Comune di Imperia al risarcimento dei danni […] derivati dalle condotte attive ed omissive tenute dall’Ente territoriale e da Acquamare e Porto di Imperia Spa, entrambe dichiarate fallite, nonché da Unicredit Leasing Spa, assumendo l’illiceità di tali condotte in quanto arrecanti pregiudizio alla libertà negoziale, al patrimonio e segnatamente al diritto di godimento dei posti barca, e relative pertinenze, siti nel nuovo porto turistico di Imperia, oggetto di contratti di leasing posti in essere in presenza di gravissime problematiche, non soltanto giuridiche, inerenti la realizzazione della struttura portuale, dolosamente o comunque colpevolmente taciute dalle controparti, le quali in un primo momento avevano azzerato il valore commerciale dell’acquisto, oltre che la funzionalità dei posti barca, e successivamente avevano portato alla perdita definitiva di ogni diritto sui predetti beni immobili, in conseguenza della disposta decadenza della concessione demaniale in forza della quale gli stessi erano stati realizzati”.

Secondo i titolari di posto barca i contratti di leasing stipulati con la società Unicredit Leasing sarebbero da “dichiararsi invalidi per l’esistenza di plurimi vizi o comunque risolti”.

In particolare prospettano una responsabilità precontrattuale o contrattuale “in capo al Comune ed alle società Acquamare, Porto di Imperia Spa e Unicredit Leasing, ‘che hanno taciuto dolosamente (…), all’atto della conclusione dei contratti, le enormi criticità già in essere, o addirittura hanno comunicato dati falsi’ e, comunque, per non essere ‘state poi in grado di realizzare entro la scadenza (del termine) di concessione del dicembre 2011 le opere a terra’, avendo peraltro costruito malamente quelle a mare ed il parcheggio sotterraneo”.

La Cassazione, nel respingere l’eccezione sollevata dai legali del Comune di Imperia, precisa che l’oggetto del contendere non è la decadenza della concessione, ma il comportamento complessivo delle parti in causa che ha provocato l’intervento della Magistratura e, tra le altre cose, b

“Parte attrice (i titolari di posto barca, ndr) – scrivono i giudici della Suprema Cortenon chiede alcuna verifica circa la legittimità degli atti del Comune di Imperia, riferibili alle varie fasi del procedimento concessorio, e neppure chiede il previo annullamento di alcun atto del procedimento medesimo, bensì censura la condotta complessivamente tenuta dalla Pubblica Amministrazione nella fase di contatto con il privato, definendola come connotata da una ‘imbarazzante opacità’ dei rapporti tra Comune, Portodi Imperia Spa e Acquamare Srl,  ragione dell’intervento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Imperia, delle indagini penali, dell’arresto dell’imprenditore Francesco CaltagironeBellavista e del complesso contenzioso insorto tra le parti. La condotta in questione […] avrebbe indotto i privati, dapprima ‘a stipulare contratti rischiosissimi’ e, poi, avrebbe ‘pregiudicato definitivamente il diritto di credito da essi conseguito con quei contratti’, stante l’adozione della misura decadenziale e successivamente l’attribuzione, come affittuaria, a Go Imperia Srl, ‘partecipata al 100% dal Comune’, della ‘azienda-porto’ già in capo alla fallita società Porto di Imperia”.

Biagio Angrisano, legale dei titolari di posto barca

“Ci siamo rivolti al Tribunale affinché annulli i contratti di leasing per dolo o per errore commenta a ImperiaPost Angrisano – E’ venuta infatti a mancare la reale rappresentazione di quanto prospettato. Doveva essere realizzato un porto turistico, ma il progetto, nella sua interezza, non si è mai concretizzato. E’ una triste pagina per la storia di Imperia. Ci sono persone che hanno investito nel porto di Imperia tutti i loro risparmi, credendo di fare un investimento per i propri figli. Oggi si trovano con un cerino in mano. Le società, il Comune, hanno agito in maniera poco seria. Furono stipulati contratti sul nulla, tant’è che le due società, Acquamare e Porto di Imperia Spa, sono fallite.

I miei assistiti hanno continuato a versare denaro per il leasing mensile, c’è chi ha versato anche 500 mila euro in questi anni. Tutto questo di fronte a poche opere, per di più costruite in spregio alle regole. 

Sono certo che il giudice del Tribunale di Imperia farà buongoverno. A nostro avviso tutti gli accordi devono essere dichiarati nulli. Chi ha preso i soldi deve restituirli”.

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