5 Maggio 2024 15:03

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5 Maggio 2024 15:03

Imperia: consiglio comunale, consigliere Lucio Sardi critica l’operato del Presidente Vassallo. “Inadeguato ed incapace di assumere il ruolo di garante. Mio intervento definito come `pippone`”

In breve: Nella nota, il consigliere Sardi punta il dito contro l'atteggiamento del Presidente Simone Vassallo.

“In occasione dell’ultimo consiglio comunale del 27 novembre la maggioranza del sindaco Scajola è nuovamente andata fuori giri dimostrandosi incapace di sostenere un leale e sereno confronto democratico con le opposizioni – Queste le parole di Lucio Sardi, consigliere di minoranza ed esponente di Alleanza Verdi Sinistra, per esprimere alcune considerazioni riguardo all’ultimo Consiglio Comunale di Imperia. Nella nota, il consigliere Sardi punta il dito contro l’atteggiamento del Presidente Simone Vassallo.

Imperia: consiglio comunale, le considerazioni del consigliere Lucio Sardi

“Ad inizio seduta ha dato dimostrazione del suo desiderio di ridurre ogni spazio di discussione alle opposizioni “occupando” lo spazio dedicato alle question time che si presentano nell’ora precedente al consiglio, presentandone addirittura tre evidentemente strumentali.

I quesiti presentati dai consiglieri di maggioranza infatti, invece di sollevare problematiche attuali e urgenti e chiedere chiarimenti ed azioni in merito all’amministrazione (funzione prevista per tale strumento dal regolamento del consiglio), erano assist, evidentemente concordati con gli assessori, per consentirgli di magnificare i risultati del loro operato e trasformare uno spazio utile a sollecitare la giunta alla soluzione di problemi cittadini, in propaganda di nessuna utilità per la città.

Nel prosieguo della seduta il nervosismo della maggioranza è man mano cresciuto ed ha coinvolto il presidente Vassallo che ha tentato di impedire un intervento di un consigliere di opposizione perchè, a suo dire, aveva chiesto la parola mentre lui stava dichiarando chiuso il dibattito, manco che fossimo in un quiz televisivo a tempo.

Altro momento di “alto” profilo si è avuto nella discussione sull’adozione del regolamento per l’applicazione della legge che prevede l’obbligo per il comune di piantare un albero per ogni nuovo nato.

Per cercare di uscire dall’imbarazzo per l’annunciato voto contrario all’emendamento presentato dall’opposizione che prevedeva che il comune, col consenso della famiglia, dovesse piantare un albero anche in memoria dei minori purtroppo mancati, da alcuni consiglieri di maggioranza è arrivata l’accusa di strumentalizzare tale tema “per darsi visibilità”, col risultato dal passare da una situazione imbarazzante ad una vergognosa.

Ma il punto più basso si è raggiunto nella pratica relativa alla proposta di modifica di un articolo del regolamento del consiglio comunale relativo ai termini previsti per l’accesso agli atti dei consiglieri.

Nel corso del dibattito, di fronte alle mie critiche mosse su un regolamento comunale che è stato modificato nella precedente consiliatura restringendo gli spazi di confronto ed ampliando i poteri del sindaco e della giunta, alcuni consiglieri di maggioranza hanno reagito scompostamente, anche con attacchi personali.

Il consigliere Montanaro, per contestare le eccessive richieste di documentazione da parte delle opposizioni, che a suo dire appesantirebbero molto il lavoro degli uffici comunali, ha poi ritenuto di “dare l’esempio” facendo una corposissima richiesta di accesso agli atti per acquisire copie di tutte le richieste di documentazione presentate dalle opposizioni, per poi elencarle polemicamente in consiglio.

Una “geniale” operazione che ha obbligato gli uffici del comune a fornirgli una documentazione corposa e complessa da reperire e ordinare, utile solo a montare una polemica finalizzata al tentativo di contestare il diritto dell’opposizione di acquisire atti e documenti invece inerenti l’attività amministrativa del comune.

Un capitolo a parte lo devo però dedicare alla conduzione del consiglio da parte del presidente del consiglio comunale Vassallo che, invece di cercare di svolgere un ruolo di equilibrio e di mediazione del clima del dibattito, come gli imporrebbe la sua carica, si è ancora una volta dimostrato inadeguato ed incapace di assumere il ruolo di garante di tutto il consiglio comunale.
Dopo il mio intervento critico sull’attuale regolamento, che si chiedeva intanto di modificare in parte, il presidente ha ritenuto incredibilmente opportuno e legittimo prendere la parola e, con valutazioni di merito da esponente di maggioranza, fare un intervento a replica dei miei rilievi, definendo poi il mio intervento un “pippone”.

Come prevede il regolamento del consiglio, “il presidente rappresenta il Consiglio Comunale ed esercita con imparzialità ed equità tutti i compiti previsti dalla legge e dallo statuto”. Considerato che il presidente del consiglio comunale deve quindi astenersi da intervenire nel merito delle pratiche e svolgere una funzione di garanzia per tutti e non a favore della maggioranza e contro le opposizioni, forse in questo contesto il termine “pippone” si può utilizzare in un’altra sua accezione.

Mi riferisco al suo uso nel campo sportivo per definire colui che non brilla in qualità tecnica rispetto al ruolo che vorrebbe attribuirsi e che viene amabilmente definito proprio un “pippone”.

In sostanza in questa surreale situazione bisogna capire se il “pippone” sia un mio intervento di sette minuti (limite massimo consentitomi dal regolamento) su un argomento di discussione in consiglio, oppure chi presiede un consiglio comunale senza avere la capacità di farlo nella modalità prevista dalla legge, dallo statuto e dal regolamento.

Per riportare in consiglio comunale un clima all’altezza del ruolo e della responsabilità che questa istituzione merita, sarebbe necessario che le figure di maggiore responsabilità istituzionale, ovvero il sindaco (quale guida del governo cittadino) e il presidente del consiglio comunale (quale garante del dibattito democratico), riuscissero finalmente a recuperare un profilo adeguato alle loro funzioni.

Fino a che il sindaco continuerà a non rispettare ed accettare le legittime critiche dell’opposizione insultandola in ogni occasione e chi dovrebbe garantire la serena espressione di tutte le idee in consiglio, riterrà legittimo utilizzare il suo ruolo per irrompere nel dibattito come un esponente della maggioranza, sarà però molto difficile riuscire a fare un passo avanti.

Alcuni segnali di insofferenza rispetto a questo clima, si colgono anche tra le file di quei consiglieri di maggioranza che non si sentono arruolati in un confronto militarizzato, ma sono voci sovrastate di chi invita allo scontro frontale, anche quando si parla di minori e alberi”.

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