27 Aprile 2024 19:54

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27 Aprile 2024 19:54

Imperia: combattimenti clandestini tra cani. Dal nandrolone al tapirulan, in aula i metodi di allenamento. “Vietato bere fino a tre ore prima del match”

In breve: Davanti al Collegio sono comparsi Cristiana Tittarelli, dirigente veterinario dell'Asl 1 Imperiese, e Giuseppe Lodeserto, ex Dirigente della Squadra Mobile di Imperia.

“Il cane veniva fatto ‘sgrassare’. C’erano allenamenti, come il tapirulan, la somministrazione di farmaci come il nandrolone. Il cane doveva raggiungere i 600-700 grammi in più del peso forma per entrare nell’arena del combattimento. Non doveva più bere acqua fino a tre ore prima del match”. Così l’ex dirigente della Squadra Mobile della Questura di Imperia (oggi in servizio a Livorno) Giuseppe Lodeserto ieri, 11 dicembre, nel corso della propria audizione nell’ambito del processo che vede sul banco degli imputati Maurizio Accardo (avvocato Alessandro Mager), Maurizio Vicinanza (avvocati Angelo Panza e Anna Rossomando) e Stefano Bassanese (avvocato Giovanni Passero), accusati di associazione a delinquere finalizzata al maltrattamento degli animali, in particolare ai combattimenti clandestini, e aggravata per l’appoggio a un gruppo criminale organizzato.

Costituita parte civile la Lega anti vivisezione, rappresentata in aula dagli avvocati Piera Poillucci e Simona Costantini.

Imperia: combattimenti tra cani, in aula Cristiana Tittarelli e Giuseppe Lodeserto

Ieri mattina davanti al Collegio composto dai giudici Carlo Alberto Indellicati, Francesca Minieri, Antonio Romano (PM Barbara Bresci) sono comparsi Cristiana Tittarelli, dirigente veterinario dell’Asl 1 Imperiese, intervenuta su richiesta del Commissariato di Ventimiglia in un allevamento clandestino, e, appunto, Giuseppe Lodeserto.

Cristiana Tittarelli

“Sono stata chiamata per verificare le condizioni di alcuni cani, sono stata condotta in un luogo di detenzione, nel comune di Vallecrosia. In alcuni box erano detenuti individualmente i cani, dieci. Poi erano presenti tre cani con solo la cuccia, senza tettoie, legati a un palo. Nove su tredici erano sprovvisti di microchip.

Ho identificato cane per cane, facendo rilievi fotografici. Ho annotato lo stato di nutrizione e la salute degli animali, se avessero lesioni particolari. Sette cani avevano cicatrici al livello della testa, del collo e degli arti anteriori. Alcuni cani presentavano uno stato di disidratazione e assumevano sostanze, tipo nandrolone. Si tratta di un farmaco soggetto a prescrizione veterinaria che aumenta la forza muscolare degli animali.

Le lesioni? Era compatibili con combattimenti con altri cani perché nonoccasionali, ma ripetute, derivanti da morsi e dentate. 

Nello studio del veterinario Ioculano (prosciolto per intervenuta prescrizione in sede di udienza preliminare, ndr) sono state trovate schede di inoculazione dei microchip ai cani. Microchip in realtà mai installati. Non abbiamo fatto alcuna segnalazione all’Asl. Perché? Perchè erano in corso ulteriori accertamenti”.

Giuseppe Lodeserto

“L’attività investigativa è iniziata dopo che il Commissariato di Ventimiglia, venuto a sapere di un allevamento clandestino, aveva eseguito un sopralluogo attestando la presenza di cani con segni di lesioni riconducibili  a combattimenti clandestini e sequestrando documentazione di varia natura, in particolare alcune agende in cui venivano annotate le fasi di preparazione dei cani per i combattimenti.

Nelle agende erano contenute diete, somministrazione di farmaci, tempi e carichi di allenamento.  Il cane veniva fatto ‘sgrassare’. C’erano allenamenti, come il tapirulan, la somministrazione di farmaci come il nandrolone. Il cane doveva raggiungere i 600-700 grammi in più del peso forma per entrare nell’arena del combattimento. Non doveva più bere acqua fino a tre ore prima del match.

L’attività di combattimenti clandestini era attiva già dal 2005, dieci anni prima del nostro intervento.  Tra gli episodi accertati la morte di un cane nel corso di un combattimento clandestino. Cane allevato e condotto al combattimento dal sodalizio oggetto di questo procedimento. Dalle chat abbiamo potuto appurare anche che un cane preparato agli incontri clandestini fu ritirato prima del match perché le analisi del sangue avevano evidenziato problemi, decisione che aveva creato anche qualche dissapore all’interno del sodalizio. 

Altro elemento che abbiamo appurato sono le puntate sui combattimenti clandestini. Si può perdere non solo per la sconfitta sul campo del cane, ma anche per l’impossibilità del cane a competere per via di condizioni fisiche deficitarie. Nelle chat si parla di vere e proprie carriere dei cani, con l’indicazione dei combattimenti e del numero di vittorie e sconfitte. Non siamo di fronte a combattimenti di gruppi da strada, ma di combattimenti gestiti da sodalizi d’élite, con il coinvolgimento di persone che facevano parte di associazioni federali. Alcune delle quali svolgevano le funzioni di arbitro”.

L’udienza è stata rinviata a gennaio per la prosecuzione dell’audizione dell’ex Dirigente della Squadra Mobile di Imperia Giuseppe Lodeserto, considerato un teste chiave del processo. 

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