28 Aprile 2024 14:45

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28 Aprile 2024 14:45

Imperia: in Biblioteca un confronto sull’emergenza abitativa e il co-housing. “Problema serio anche per o spostamento delle locazioni verso il comparto turistico”/Foto e Video

In breve: A Imperia una risposta verso gli anziani non autosufficienti arriverà anche con il progetto dell'Albergo Italia, che dovrà essere concluso entro il 2026
Emergenza abitativa e co-housing sono stati oggi pomeriggio al centro di un convegno promosso dal Progetto Sai Imperia presso la Biblioteca civica. I delicati temi sono stati affrontati sotto i diversi aspetti, politici e giuridici.

A Imperia una risposta verso gli anziani non autosufficienti arriverà anche con il progetto dell’Albergo Italia, che dovrà essere concluso entro il 2026

Spiega l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Imperia Laura Gandolfo: “Il problema dell’emergenza abitativa è serio in tutta Italia e tanto più in un comune come quello di Imperia, con una crescita turistica importante e quindi con uno spostamento delle abitazioni da residenziali ad uso turistico Abbiamo visto l’altro giorno le statistiche e, al di là delle seconde case, ci sono delle abitazioni non locate in modo strutturale. Con il sindaco Claudio Scajola abbiamo ragionato seriamente sull’argomento e aperto un tavolo con Arte e con l’assessore regionale Marco Scajola, che si sta occupando di questa seria problematica. Dobbiamo trovare delle soluzioni che non possono essere solo l’aumento del numero di abitazioni, ma per esempio la condivisione delle abitazioni presenti e abbiamo parlato di questa ipotesi con Jobel, soprattutto per persone anziane e sole che possono avere bisogno di avere anche un aiuto all’interno della casa e possono unire le forze fisiche e morali per convivere. Bisogna adeguarsi ai cambiamenti.  L’Albergo Italia è un progetto importante del Comune insieme al Distretto sociosanitario dell’Asl e vedrà un piano destinato a persone non completamente autosufficienti. E’ un progetto molto bello e la sensibilità non manca anche verso le persone che hanno temporanee difficoltà, magari dimesse dall’ospedale e ci sarà anche un piano dedicato a loro. Siamo alla Conferenza dei servizi, che è un punto di arrivo per la parte progettuale e di avvio per la parte dei lavori. Nel 2026 dovrà essere tutto terminato e speriamo di tagliare questo nastro solidale importante”.

Il Presidente di Confedilizia Paolo Prato

Sottolinea il Presidente di Confedilizia regionale e provinciale Paolo Prato: “Il co-housing è un istituto che nasce negli anni Sessanta in Danimarca e si sviluppa poi nel Nord Europa, ma l’Italia è un po’ indietro. Sulla materia non c’è ancora un inquadramento giuridico. E’ un istituto nuovo che si collegherà bene con la parte relativa all’autoconsumo energetico e alle comunità energetiche ed è un sistema per lenire il disagio sociale per chi ha difficoltà a pagare un affitto Dal punto di vista giuridico, non rimane che far riferimento alle leggi presenti e vigenti sul condominio e sulla coabitazione“.

L’Amministratore di Arte Antonio Parolini

Dice l’Amministratore unico di Arte Imperia Antonio Parolini: “Nell’ultimo bando per il bacino imperiese le domande sono aumentate del 30%, dopo tantissimi anni che erano ferme e quindi vuol dire che è un’esigenza assolutamente forte. La coabitazione può essere una risposta e anche se non è la mission di Arte, ne abbiamo già messe in piedi due che sono operative e sono già state finanziate. Ora porremo le basi per altri tre progetti che abbiamo in cantiere Con un po’ di orgoglio dico che dopo 40 anni che non si facevano nuove abitazioni, noi quest’anno ne abbiamo comprate sul territorio provinciale quasi 50, che sommate a quelle che avevamo già realizzato qui a Imperia, a Baitè, arriviamo circa ad 80. L’anno prossimo supereremo le 100 ed è un risultato straordinario. Credo che insieme alla Regione stiamo dando una risposta assolutamente concreta“.

Il coordinatore del Progetto Sai Roberto Corradi

Spiega Roberto Corradi, coordinatore Progetto Sai Comune di Imperia: “Il Sai si occupa di una fetta di persone che incontrano questo problema e precisamente i migranti titolari di protezione internazionale e abbiamo un mandato istituzionale per creare percorsi di integrazione per persone fuggite da guerre e persecuzioni. Attuiamo una serie di servizi e li prendiamo in carico all’interno di case destinate al progetto, ma è un’accoglienza temporanea di sei, dodici mesi, per dar loro modo di incrementare l’uso della lingua italiana e trovare un lavoro. La criticità grossa che riscontriamo dal lock down in poi è quella di garantire un percorso di autonomia sul territorio. Molti imparano l’italiano e trovano lavoro, ma poi non trovano casa e non sono l’unica categoria ad avere questo problema. Ci sono padri separati, donne sole con bambini, anziani. L’idea del convegno nasce dal provare a fare massa critica e promuovere il co-housing, perché spesso le case sono grandi e costano anche di più e vedere se le coabitazioni possano essere la risposta a questo problema“.

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