28 Aprile 2024 20:28

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28 Aprile 2024 20:28

Sanremo 2024: i segreti dei bouquet del Festival con la flower designer di Costa d’Oneglia Sabina di Mattia. “Arriviamo a comporne anche 60 al giorno, essendo figlia di coltivatori per me è un orgoglio” / Foto e video

In breve: L'intervista alla flower designer di Costa d'Oneglia Sabina di Mattia che anche quest'anno, come negli ultimi 6 anni, si occuperà della realizzazione degli iconici bouquet di fiori che contraddistinguono il Festival di Sanremo.
“Per me che sono figlia di coltivatori di fiori, il fatto di poter far vedere quello che siamo noi è bello e mi inorgoglisce“. Queste le parole della flower designer di Costa d’Oneglia Sabina di Mattia che anche quest’anno, come negli ultimi 6 anni, si occuperà della realizzazione degli iconici bouquet di fiori che contraddistinguono il Festival di Sanremo.

Sanremo 2024: i segreti dei bouquet del Festival con la flower designer di Costa d’Oneglia Sabina di Mattia

“Il nostro lavoro parte da una programmazione, la scelta dei nostri bellissimi fiori e dopodiché cominciamo a comporre i bouquet. Noi abbiamo il compito di dare un bouquet per ciascuno, da un po’ di anni a questa parte fortunatamente si regalano fiori anche agli uomini. Partiamo dal presupposto che ci sia un bouquet per ogni cantante ed ospite della serata e quindi nel nostro laboratorio, che è nel Mercato dei Fiori di Sanremo, prepariamo una media di 30 bouquet al giorno, per poi arrivare all’apoteosi nella serata dei duetti quando possiamo arrivare anche a 60-70 bouquet”.

Come inizia il vostro lavoro?

“Abbiamo già iniziato, abbiamo fatto la scelta dei fiori, abbiamo cominciato con la pulizia dei gambi dei fiori per quelli che sono i fiori più resistenti, anche se in realtà i nostri fiori sono tutti molto resistenti, dopodiché domenica faremo i primi bouquet perché lunedì ci sarà il Green Carpet con la presentazione di tutti i cantanti e ognuno di loro uscirà presentandosi al pubblico davanti all’Ariston con un bouquet”.

Quali sono i fiori che utilizzate di più?

“Maggiormente quelli che sono la nostra produzione locale, il nostro fiore all’occhiello sono il ranuncolo e l’anemone che sono quello che produciamo e per cui siamo famosi nel mondo. Li accompagneremo ad altri fiori, i papaveri, che sono un altro fiore bellissimo di nostra produzione, e poi tutte le nostre fronde quindi i vari tipi di eucalipto, i tipi di mimosa, il ruscus, insomma tutto quello che è la produzione della Riviera Ligure”.

Come si svolge il vostro lavoro durante le serate? Voi rimanete sempre dietro le quinte?

“Sì noi arriviamo a consegnare i nostri bouquet più o meno verso le 19:30, li disponiamo su una scaletta che c’è nel backstage e dopodiché quando inizia lo spettacolo guardiamo come sono vestiti gli ospiti, come sono vestiti i cantanti, e scegliamo qual è il bouquet più adatto”.

È successo qualcosa da ricordare, qualche episodio o un aneddoto particolare?

“Sì ci sono stati un sacco di di aneddoti e un sacco di di occasioni particolari che sono successe durante questi anni. Quello che più mi ha colpito è stato nel 2021 proprio perché eravamo nel post covid, l’anno in cui vinsero i Maneskin. Di solito nel retro dell’Ariston, dove escono i cantanti finita la l’esibizione c’è sempre un marasma di persone quell’anno invece non c’era ovviamente nessuno. Sanremo era una città blindata, deserta e e quindi quando alla fine della della serata vinsero i Maneskin io e i miei colleghi siamo rimasti fuori ad aspettarli perché ci sembrava brutto che all’uscita dal teatro non ci fosse nessuno a festeggiarli. Così noi eravamo lì sotto con i nostri bouquet per omaggiarti almeno di un fiore e mi ricordo che erano veramente felici della nostra presenza, era bello che qualcuno li festeggiasse”.

Cosa rappresenta per lei proprio a livello personale questo periodo dell’anno?

“Per me è importante soprattutto perché sono figlia di coltivatori di fiori e quindi il prodotto del mercato dei fiori di Sanremo, nel senso che sono nata e cresciuta là, anche attraverso poi il corso di specializzazione. Il fatto di poter far vedere quello che siamo noi è bello e mi inorgoglisce. È fonte di orgoglio per me rappresentare la nostra produzione floricola”.

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