5 Maggio 2024 00:42

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5 Maggio 2024 00:42

A Sanremo la protesta dei trattori: gli agricoltori lanciano appello ad Amadeus. “Vorremmo salire sul palco per portare le nostre istanze. Siamo qui e non andiamo via”/ Video

In breve: I promotori dell'iniziativa non rinunciano all'idea di salire sul palco e ora che hanno parcheggiato i trattori sul lungomare sanremese, sopra Porto Sole, attendono una risposta fiduciosi.

Abbiamo sentito che Amadeus è sensibile al al nostro problema e quindi siamo più che onorati che lui dia voce e sensibilizzi ancora di più il problema reale che non coinvolge solo gli agricoltori ma riguarda tutta la popolazione e il futuro dell’Italia“. Questo l’appello al direttore artistico del Festival di Sanremo Amadeus lanciato dagli agricoltori milanesi che hanno percorso più di 300 km a bordo dei loro trattori per portare le loro istanze sul palco della kermesse italiane, con l’obiettivo di arrivare a milioni di italiani.

Questa mattina la RAI ha diffuso un comunicato che specifica che “le istanze degli agricoltori troveranno voce all’Ariston nonostante l‘estrema frammentazione delle sigle e delle associazioni. Nell’impossibilità di ospitare alcuni rappresentanti sul palco Amadeus leggerà un comunicato che porterà alla conoscenza del grande pubblico i problemi, le difficoltà, le richieste che provengono dal mondo agricolo”.

I promotori dell’iniziativa, però, non rinunciano all’idea di salire sul palco e ora che hanno parcheggiato i trattori sul lungomare sanremese, sopra Porto Sole, attendono una risposta fiduciosi.

Ecco cosa hanno spiegato ai microfoni di ImperiaPost.

L’intervista a Cristian Belloni, uno dei portavoce

“Ad Amadeus chiediamo che ci dia voce e che metta in risalto le problematiche che l’agricoltura sta affrontando, che ha affrontato e dovrà affrontare. Abbiamo sentito che Amadeus è sensibile al al nostro problema e quindi siamo più che onorati che lui dia voce e sensibilizzi ancora di più il problema reale che non coinvolge solo gli agricoltori ma riguarda tutta la popolazione e il futuro dell’Italia. Abbiamo saputo che leggerà una lettera, adesso stiamo cercando di capire tutte le dinamiche giuste perché le informazioni escono con contagocce e ancora non sappiamo chi scriverà la lettera e cosa verrà scritto comunque ringraziamo Amadeus e tutto il teatro dell’Ariston.

L’appello che lanciamo da qua è sicuramente che l’Europa si deve impegnare ad aiutare gli agricoltori e non deve cercare di affossare l’agricoltura italiana ed europea, chiediamo all’Europa di mettere una mano sul cuore e affrontare i problemi reali dell’agricoltura e che ci ascolti per capire veramente quali sono le problematiche.

Questo movimento è iniziato il 30 di gennaio e siamo partiti dal presidio di Melegnano. Abbiamo incominciato da lì. I trattori sono partiti alle 9 circa di ieri sera e sono arrivati qua stamattina intorno all’alba, intorno alle 5, attraversando tutte le regioni, facendo le statali, scortati dai carabinieri, una cosa proprio proprio in regola e ringraziamo a tutti i ragazzi che hanno avuto un grosso impegno morale e economico soprattutto per arrivare fino qua col trattore. 

Noi in particolare abbiamo stilato 10 punti, sicuramente il primo punto è un reddito minimo garantito all’agricoltura, perché l’agricoltore molte volte guadagna pochissimo e altre volte va sotto i costi di produzione e l’agricoltura piano piano negli anni va sempre più in ginocchio nonostante l’Europa ci abbia costretto a fare investimenti cospicui, abbiamo dovuto fare mutui per cercare di metterci a norma con tutte le leggi che l’Unione Europea ha voluto fare però adesso ci troviamo in un punto dove non riusciamo più ad avere un reddito.

Non riusciamo più a garantire un futuro alle nostre aziende aziende che sono sono nostre da generazioni e generazioni. Noi non vogliamo perdere la voglia e soprattutto buttar via la fatica che i nostri predecessori hanno fatto per arrivare a questo punto avendo fatto così tanti investimenti. Sarà molto probabile che tutte le aziende in difficoltà andranno in mano alle multinazionali o alle banche che siano.

L’Europa ci chiede di fare un’agricoltura molto green, questa è una cosa bella, non è che non vogliamo farlo, ma non avendo più reddito non possiamo fare altri investimenti per riuscire a diventare green e riuscire a combattere l’inquinamento. Questo settore è in crisi non si può chiedere a un settore in crisi di fare altri sforzi per cercare di migliorare il nostro tenore di vita o comunque il nostro ambiente. Non è che siamo proprio contro, ma non abbiamo proprio la forza economico, non abbiamo un ingresso tale per poter affrontare tutte queste spese qua e tutto questo impegno. L’agricoltore è il primo che non vuole inquinare, è il primo che segue le regole e l’Italia è un paese che ha le regole più serrate di tutti e fa un prodotto che è l’eccellenza nel mondo”.

L’intervista completa nel video:

 

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