29 Aprile 2024 19:47

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29 Aprile 2024 19:47

Imperia: in centinaia per chiedere la pace in Palestina. “Cessate il fuoco nella Striscia di Gaza”/Foto e Video

In breve: Grande partecipazione questo pomeriggio alla manifestazione per chiedere la pace in Palestina.

Grande partecipazione questo pomeriggio, a Imperia, alla manifestazione per chiedere l’immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e per la pace in Palestina.

Al corteo, snodatosi lungo le vie di Oneglia e scortato da Polizia, Polizia Locale e Carabinieri, hanno preso parte oltre 500 persone. Presente anche il Presidente nazionale ARCI Walter Massa, di ritorno dalla missione di solidarietà nella Striscia di Gaza.

Ecco associazioni e partiti partecipanti: ARCI Comitato Provinciale di Imperia – Associazione Il Campo delle Fragole – AIFO Imperia – ANPI Comitato provinciale Imperia – ATTAC Imperia – Libera presidio di Imperia Rita Atria – Fridays For Future Ventimiglia – NUDM Ponente Ligure – Comunità Islamica d’Imperia Masjid al Latif – Popoli in Arte – Rete Studenti Medi di Imperia – Collettivo studentesco 18100 – Associazione Mappamondo/Casa Africa – Rete Sanremo Solidale – Ass. Culturale Apertamente – Sinistra Italiana Alleanza Verdi Sinistra Imperia – Rifondazione Comunista Imperia – Potere al Popolo Imperia – USB – Pace Lavoro Legalità – BDS Genova/Imperia – Comunità palestinesi Imperia – Associazione culturale Liguria Palestina – Centro Culturale Islamico di Sanremo Masjid Al-Hidaya – Associazione Islamica Fratellanza di Ventimiglia – Ass. Cult. Islamica Anadolou Milli Gorüs Camii – Progetto 20k – Centro Sociale La Talpa e L’Orologio

 

Imperia: manifestazione per la pace in Palestina, l’intervento del Presidente Nazionale Arci Walter Massa

“In poco meno di tre mesi abbiamo raccolto 150 mila euro per acquistare materiali e aiuti umanitari da portare dentro la Striscia. 

La Striscia di Gaza è lunga 40 km e larga 12 km, è lunga come il comune di Genova. Solo che nel comune di Genova abitano neanche 600 mila persone, mentre nella Striscia di Gaza 2 milioni e mezzo di persone in condizioni disastrose dal punto di vista umanitario e sociale. Prima del 7 ottobre, i Tir con gli aiuti umanitari che entravano nella Striscia per garantire la sopravvivenza del popolo erano tra i 500 e i 600 al giorno. Abbiamo deciso di scortare i nostri aiuti, non solo attivisti, ma anche parlamentari e giornalisti. Non solo per vedere noi, ma dovevano vederle tutti. Parlamentari e giornalisti sono quelli che più di altri possono indirizzare l’opinione pubblica. 

Abbiamo organizzato una carovana di 50 persone. Siamo passati dal Sinai che dal 2015 è militarizzato a causa dell’Isis e siamo andati in Egitto. Abbiamo incontrato tutte le agenzie dell’Onu, l’Oms, e ci siamo fatti raccontare cosa stava accadendo. Voglio citare due frasi dette dal responsabile area dell’Oms. Ci ha detto che siamo ben oltre la catastrofe umanitaria e che se il fuoco non fosse cessato entro il mese di aprile i 32 mila morti di marzo sarebbero diventati 85 mila. Perché non si muore solo per le operazioni militari, ma perché mancano cure sanitarie, cibo, acqua. 

Abbiamo visto non meno di 3 mila Tir fermi sotto il sole, da 10-20-30 giorni, quando proprio in quei minuti 10 bambini morivano per malnutrizione. La mezzaluna rossa egiziana ci ha portato nei magazzini dei beni respinti dall’esercito israeliano. Abbiamo trovato incubatrici, stampelle, materiale sanitario, acqua, cibo, pastiglie per la purificazione dell’acqua. E dieci bancali di biscotti al cioccolato respinti perché non considerati un bene primario.

Abbiamo visto un centinaio di ambulanze vuote, ferme, perché non potevano entrare perché a detta dell’esercito egiziano potevano essere utilizzate come materiale bellico. Non entravano le tende e tantissimi altri materiali.

La rabbia è stata fortissima, ma l’abbiamo portata nel nostro Paese e da un mese giriamo l’Italia e la gireremo ancora per tanto tempo raccontando quello che sta accadendo nei territori. E devo dire che tutte le iniziative sono partecipate. Perché questo Paese ha bisogno di sentirsi raccontare la verità, quello che accade. Basta discussioni accademiche sui termini. Quando muoiono 32 mila persone è poco importante discutere se usare la parola sterminio, massacro, genocidio. Perché sono morte e la cosa più importante è chiedere il cessate il fuoco. Bisogna raccontare quello che accade. 

Stiamo andando a grandi passi verso una guerra che prima o poi coinvolgerà anche il nostro territorio e lo sta già coinvolgendo. Tutte le organizzazioni e le agenzie  internazionali ci hanno chiesto una sola cosa, chiedete in ogni momento, in ogni luogo, il cessate il fuoco e la fine delle operazioni militari nella Striscia di Gaza.

Noi vogliamo evitare che da qui a due mesi le persone ammazzate con la nostra complicità non arrivano a 100mila. Sarebbe un inutile massacro che peserà sulle nostre coscienze. 

Tutto ciò non ha alcun senso, non c’è alcuna giustificazione. In questo momento dentro la Striscia di Gaza, come in Cisgiordania, non c’è nessuna guerra, c’è un’occupazione militare da parte di un esercito straniero. E’ di questo che si tratta. Non c’è nessun Paese che si può sottrarre la diritto internazionale. Non siamo noi ad aver parlato di genocidio, ma la Corte di Giustizia Internazionale.

Dobbiamo insistere, raccontare quello che sta accadendo e chiedere il cessate il fuoco e la fine delle operazioni militari. Ringrazio Imperia”.

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