5 Maggio 2024 09:45

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5 Maggio 2024 09:45

Molini di Triora: integrazione migranti, a Imperia protocollo di intesa tra Prefettura e Comune. “Progetto importante e virtuoso. Per avere un maggiore rapporto con i cittadini”/Foto e Video

In breve: Nel piccolo comune dell'entroterra di Taggia, infatti, sono presenti due dei 76 Cas attivi in provincia di Imperia che ospitano circa 800 stranieri.

Si è svolta questa mattina, presso il salone di rappresentanza della Prefettura di Imperia, la firma di un protocollo di intesa per dare il via a percorsi educativi di accoglienza e di integrazione a favore dei migranti ospitati nelle strutture di Molini di Triora. Nel piccolo comune dell’entroterra di Taggia, infatti, sono presenti due dei 76 Cas attivi in provincia di Imperia che ospitano circa 800 stranieri.

Imperia: firmato protocollo di intesa per l’integrazione dei migranti ospiti a Molini di Triora

Presenti il sindaco del piccolo comune, Manuela Sasso, il Prefetto Valerio Massimo Romeo e il Senatore Gianni Berrino. In sala erano presenti anche i tecnici dell’ufficio immigrazione, il Questore Giuseppe Felice Peritore, il comandante provinciale dei Carabinieri Marco Morganti e Niccolò Francalanci della Guardia di Finanza.

Il protocollo firmato questa mattina, riguarda un iter già approvato diversi anni prima dal precedente sindaco di Molini di Triora. La convenzione che viene rinnovata si amplia e prevede l’attivazione di processi di integrazione dei migranti e per la partecipazione alla vita sociale ed economica del paese.

Prefetto Valerio Massimo Romeo

“Si avvia un progetto di integrazione, che era stato già avviato dal comune di Molini di Triora e si amplia anche alle famiglie con bambini, alle donne singole che sono ospitate in quel comune.

Ci saranno due percorsi diversi, è un progetto virtuoso. Perché più delle volte noi registriamo nei CAS una inattività sostanzialmente da parte dei migranti in attesa di essere chiamati dalla commissione per il riconoscimento dello status.

Serve anche agli stessi migranti di porsi in condizioni di conoscere la realtà in cui vivono, avere un maggiore rapporto con i cittadini e volontariamente loro potranno partecipare ad attività che possono essere di carattere manuale, possono essere di carattere culturale.

Sono anche quelle attività che diciamo riempiono non solo la giornata del migrante in attesa, ma consentono anche questo rapporto con la collettività e lo scambio di diverse culture. Quindi io ritengo che il progetto sia molto importante, sia virtuoso.

Spesso i comuni piccoli, magari non avendo molta risonanza pubblica, sono poco conosciuti per queste iniziative. Io invece sin da quando sono arrivato qui intendo valorizzare le iniziative che provengono dal territorio, questa è un’iniziativa secondo me validissima che poi di fatto è la prova più evidente di quella che in generalmente viene chiamata accoglienza diffusa”.

Manuela Sasso – Sindaco di Molini di Triora

“I ragazzi appartenenti alla struttura sono 30, è su base volontaria, quindi saranno loro a decidere chi vorrà venire e quanti vorranno partecipare. La richiesta è stata un po’ da parte di tutti, quindi io immagino che poi alla fine saranno tutti e 30 a partecipare.

Verranno suddivisi i turni, quindi non tutti i giorni perché comunque hanno anche degli altri impegni locali, quindi si farà qualche giorno alla settimana e in genere sono turni da 4-5 per mattina.

Verranno accompagnati da un tutor del nostro comune e faranno dei piccoli lavori non solo di decoro urbano, ma anche di piccole attività sociali. Decoro urbano, pulizie e anche magari ci potranno aiutare durante gli eventi adesso che andiamo nella stagione estiva quindi magari nelle sagre, nelle feste, come organizzazione, penso che verranno inseriti in questi gruppi.

Poi abbiamo invece un progetto per i nuclei familiari che dobbiamo andare poi a definire bene con la cooperativa, che sarà un po’ differente ovviamente. L’idea era quello proprio di creare dei laboratori, dei momenti di raccoglimento, dei momenti in cui i bambini possano giocare con i bambini del paese, fare dei laboratori di pittura, di lingua, di disegno, utilizzando degli spazi che potremmo mettere a disposizione noi come comune e che via via magari poi le idee verranno.

Però si tratterà più che altro di concentrarsi sulle famiglie intese come bambini e le mamme ovviamente.

I ragazzi vengono da diversi paesi, vanno da una età di 18, 20, 22, 25 al massimo. Sono molto giovani e anche le famiglie sono nuclei di famiglie giovani, le mamme sono molto giovani, i bambini sono piccoli, penso che uno non arrivi all’anno e poi altri 2 o 3 sempre più o meno sotto 6 anni. Sono bambini molto piccolini, quindi anche i laboratori saranno dedicati al la fascia di bimbi piccoli. Sono 10 persone in tutto.”

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