10 Maggio 2024 05:07

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10 Maggio 2024 05:07

“CPR né qui né altrove”: su Capo Berta lo striscione della Talpa e l’Orologio

In breve: Gli attivisti del Centro Sociale la Talpa e l’Orologio ribadiscono la loro posizione di contrarietà alla realizzazione dei CPR a prescindere dal luogo designato.

“CPR: NÉ QUI NÉ ALTROVE”. Recita così lo striscione comparso su Capo Berta questo pomeriggio a poche ore dalla manifestazione, organizzata dal Comitato “No al CPR nel Golfo Dianese”, svoltasi questa mattina davanti alla ex caserma Camandone di Diano Castello, luogo che è tra quelli indicati dal Ministero dell’Interno per la realizzazione di un Centro Permanente per il Rimpatrio.

“CPR né qui né altrove”: su Capo Berta lo striscione della Talpa e l’Orologio

Gli attivisti del Centro Sociale la Talpa e l’Orologio ribadiscono la loro posizione di contrarietà alla realizzazione dei CPR a prescindere dal luogo designato.

La lotta contro i cpr -tutti i cpr- non avrebbe dovuto avere margini riguardanti il luogo in cui sarebbe dovuto sorgere il centro per il rimpatrio in questione. Sarebbe dovuta essere un’opposizione unitaria, sdegnata e ferma di fronte all’ingiustizia che un posto come quello che sorgerà nell’ex caserma a Diano Marina rappresenta.

Nei CPR ci finiscono, in attesa di rimpatrio, persone che non hanno commesso alcun reato se non quello di essere considerate da leggi ingiuste e cavilli “illegali” per il solo fatto di esistere e di voler continuare a farlo in luoghi che non prevedono la loro presenza. Nei CPR si sta peggio che in carcere. Mancano i servizi igienici, la mensa, l’assistenza sanitaria, le visite e i contatti con l’esterno. Le persone spesso vivono e dormono a terra nei cortili abbandonate a se stesse. Altissimo è il numero dei suicidi.

Così vengono trattati i “pericolosissimi” ospiti. È il caso di Mussa Balde, ventenne malmenato a Ventimiglia e morto nel cpr di Torino, così come di tante- troppe- persone che pagano sulla loro pelle, con la loro vita, il fatto di non essere riconosciute come depositarie di diritti basilari, indipendentemente dal luogo in cui si trovano e dalle loro vicende personali.

Ecco. Vi tranquillizzeranno dicendo che il cpr non creerà problemi, che sarà fuori dalla movida cittadina, che non farà danni al turismo di Diano Marina e delle località limitrofe. Lo faranno con rassicurazioni provenienti da ogni dove. La verità, però, è diversa. Il cpr creerà grandi problemi: a voi, in primis, se avete una coscienza ancora funzionante. Ai vostri figli, quando dovranno fare i conti con ciò che avete accettato senza fiatare, perché vi interessava esclusivamente mantenere verde il vostro orticello.

E provocherà sdegno, movimentazione, sommossa, portata avanti da tutti coloro che oggi -non domani- non sanno stare silenti di fronte ad atrocità simili. Non si dorme tranquilli, con un luogo di tortura attivo e funzionante sotto il naso. Non si dovrebbe dormire tranquilli neppure se fosse dall’altra parte del mondo. Ma la sostanza, in fondo, è che non dormiremo”.

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