19 Maggio 2024 15:44

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19 Maggio 2024 15:44

Liguria: arrestato presidente Toti. Le reazioni della politica locale e regionale

In breve: Sta scatenando un vero e proprio terremoto politico la notizia degli arresti del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, l’imprenditore del porto Aldo Spinelli e l’ad di IREN Paolo Emilio Signorini

Sta scatenando un vero e proprio terremoto politico la notizia degli arresti del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, l’imprenditore del porto Aldo Spinelli e l’ad di IREN Paolo Emilio Signorini, oltre ad altri esponenti di primo piano della politica e dell’imprenditoria.

Liguria: arrestato presidente Toti, le reazioni della politica

Sono tantissimi i comunicati giunti dai vari organi della politica, sia locale che regionale, in merito alla vicenda. Di seguito pubblichiamo le varie note stampa sia di solidarietà che di condanna.

Europarlamentare PD e candidato al Parlamento europeo Brando Benifei

“È gravissimo lo scenario che si sta delineando in queste ore e che ha portato agli arresti domiciliari per il presidente della Liguria Toti, per l’imprenditore portuale Aldo Spinelli e al carcere per l’ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Paolo Emilio Signorini, che oggi è amministratore delegato di Iren”. A dichiararlo è l’europarlamentare PD e candidato al Parlamento europeo Brando Benifei, che prosegue: “In attesa di ulteriori informazioni, quello che raccontano i giornali e le comunicazioni della procura è un inquietante e diffuso sistema di corruzione da Genova a La Spezia, con favori, tangenti e rapporti con clan mafiosi. Serve fare chiarezza al più presto per il bene della nostra Regione e dei liguri. Il quadro che emerge suscita profonda preoccupazione”.

Gianni Pastorino, Filippo Bruzzone e Rossella d’Acqui (Linea Condivisa):

“Apprendiamo dal comunicato della Procura della Repubblica dell’applicazione di misure cautelari nei confronti del presidente Giovanni Toti, di Paolo Emilio Signorini e altri imprenditori e personalità del panorama genovese e ligure con l’accusa di corruzione, accuse gravi e preoccupanti.

Lasciamo fare alla magistratura penale il proprio lavoro. Ogni operazione di sciacallaggio politico ci appare inopportuna. Sicuramente la Procura di Genova saprà fare luce sulle questioni divenute di dominio pubblico stamattina e oggetto di un articolato comunicato stampa emesso dalla Procura stessa.

A livello politico si chiude sicuramente un ciclo che ha portato la Liguria tra le ultime regioni per quanto riguarda i servizi sanitari, per quanto riguarda i trasporti, la vivibilità stessa e la tutela del territorio. Come gruppi di opposizione continueremo a contrastare le politiche perpetrate dal centrodestra in questi anni di malgoverno. Un malgoverno che ha lasciato il vuoto sociale, economico e di tutele che è davanti a tutte e tutti noi.

Ma oggi si cambia pagina e la critica dura e costruttiva e le proposte che abbiamo elaborato in questi anni di scontro politico con il centrodestra devono diventare la ricetta alternativa per costruire un’alleanza seria di governo che mandi via il centrodestra in Regione, in Comune a Genova e in tutti i Comuni dove si voterà già dall’8 e 9 giugno”.

Marco Mori, candidato alle europee (Lista Libertà)

“Esprimo sgomento per l’arresto con l’accusa di corruzione del Governatore Toti. Al netto del dovuto garantismo verso qualsiasi persona fino alla sentenza definitiva, è chiaro che la vicenda mette in luce l’inaccettabile conflitto di interesse tra amministratori pubblici e potere economico. I grandi gruppi privati usano ormai i politici come scendiletto, anche solamente attraverso i purtroppo leciti finanziamenti elettorali. La riflessione va dunque all’assoluta necessità di riportare in mano totalmente pubblica le utility locali, la vicenda Toti ha portato anche all’arresto dell’Ad di Iren, e di come vada fermata la grande distribuzione che tanto male sta facendo alle nostre piccole e medie imprese. Torniamo ad attuare il modello economico previsto in Costituzione”.

Fabio Tosi, capogruppo regionale del M5S, con il collega di Gruppo Paolo Ugolini

“In base alle notizie apprese dalla stampa nazionale e locale, il gruppo regionale del MoVimento 5 Stelle chiede le dimissioni della Giunta regionale ligure. In tutti questi anni abbiamo più volte segnalato e denunciato, anche con esposti, diverse operazioni quantomeno discutibili. L’operazione delle Colonie Bergamasche, ad esempio, o la vendita dell’ex ospedale di Santa Margherita, oltre alle centinaia di attività inerenti a determinate “sponsorizzazioni” e utilizzo di fondi pubblici. Le notizie odierne certamente non fanno bene alla nostra regione viste le innumerevoli criticità ancora irrisolte. Tuttavia, di fronte alla gravità delle accuse, non possiamo che chiedere che l’esecutivo faccia un passo di lato”.

Inchiesta su Toti, interviene la coalizione che sostiene Rolando

“In merito alla vicenda giudiziaria che ha coinvolto il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, i partiti di centrodestra e le liste civiche che sostengono la candidatura a sindaco di Sanremo di Gianni Rolando, esprimono innanzitutto la piena fiducia nell’operato degli investigatori e della Magistratura e parallelamente confidano nel fatto che Toti possa chiarire al più presto la propria posizione nell’ambito di questa delicata indagine.

Sul piano politico, invece, la nostra coalizione rimarca la distanza in queste elezioni dal Presidente della Regione, distanza che egli stesso ha sempre ribadito sostenendo infatti personalmente la candidatura civica di Mager e condividendo la scelta con il suo assessore imperiese di riferimento, Marco Scajola. Una scelta diventata pubblica con la formulazione della lista Forum, ideata dal riferimento provinciale dei totiani, Pino Di Meco, della quale è capolista Giuseppe Sbezzo Malfei, sempre a sostegno di Mager e composta da diversi rappresentanti del movimento “Cambiamo” a Sanremo.

Il nostro impegno nelle elezioni amministrazioni di Sanremo continua quindi convintamente e in totale trasparenza nel sostenere la candidatura a sindaco di Gianni Rolando, all’insegna della discontinuità e del cambiamento”.

Ilaria Cavo, coordinatrice della Lista Toti

“In merito all’inchiesta che lo vede coinvolto, il presidente Giovanni Toti, confrontandosi con il suo avvocato si è detto tranquillo e certo di aver agito esclusivamente nell’interesse della Regione e del territorio. E noi con lui. Siamo sicuri che dimostrerà l’estraneità alle contestazioni e per questo, esprimendogli fiducia e vicinanza, confidiamo che il lavoro della magistratura potrà chiarire in breve tempo la sua posizione”. Così Ilaria Cavo, coordinatrice della Lista Toti commenta la notizia dell’inchiesta in corso.

L’intervento di Sinistra Italiana – Alleanza Verdi Sinistra

“La notizia dell’arresto del presidente della regione Liguria Giovanni Toti, del suo capo di gabinetto e di imprenditori e manager di importanti imprese coglie indubbiamente di sorpresa per la dimensione e la gravità delle ipotesi di reato che emergono dalle notizie di stampa.

Quello che non sorprende è la rete di relazioni da cui sarebbero emersi i fenomeni di corruzione contestati al presidente Toti, episodi che da tempo sono stati ampiamente discussi nel dibattito politico senza che il centro destra ligure ne volesse cogliere alcun elemento di criticità.

L’azione politica di Toti che inevitabilmente incideva sull’attività imprenditoriale di alcuni gruppi operanti nel territorio della Liguria, molto spesso si è sottolineato che trovava una corrispondenza politicamente inaccettabile con copiosi finanziamenti elargiti dalle imprese a favore della fondazione che finanzia l’attività politica del presidente della regione e del suo partito personale.

Quanto questo corrisponda a reati spetterà alla magistratura provarlo e giudicarlo, ma che questo sistema fosse politicamente malato ed inaccettabile era evidente e il fatto che la maggioranza politica che sostiene Toti non abbia ritenuto giudicarlo tale rappresenta una responsabilità che deve essere riconosciuta al di là dell’esito finale delle indagini degli inquirenti.

Siamo di fronte ad un vero e proprio “errore di sistema” che sta facendo ripiombare la nostra regione nell’incubo del passato già vissuto quarant’anni fa per le vicende giudiziarie di Teardo.

Tutto ciò ha sempre origine da una incapacità di mantenere una distanza di sicurezza tra il sistema politico che dovrebbe essere orientato al principio della supremazia dell’interesse collettivo rispetto a quello del sistema imprenditoriale “amico”.

Quando questo confine viene considerato un intralcio e la politica assume come primo obiettivo il mantenimento del proprio consenso anche utilizzando il potere finanziario che certe relazioni possono garantire, si continuerà a passare da uno scandalo ad un altro affidando inevitabilmente e tardivamente alla magistratura un ruolo di regolatore di un sistema di potere politico malato e incapace di autoregolarsi.

È per questo che riteniamo sia necessario in Liguria – una regione fragile, governata male a partire dalla sanità – azzerare l’attuale sistema arrivando, nei tempi di legge, a elezioni anticipate”.

Alessandro Bozzano (Lista Toti). “Vicini al Presidente, dimostrerà la sua innocenza”

“La reazione più forte e immediata è quella della vicinanza al presidente Giovanni Toti, al quale va tutto il nostro appoggio. Parlo a nome di tutti i colleghi consiglieri del gruppo: nel pieno rispetto del lavoro della magistratura, siamo certi che l’inchiesta procederà spedita e giungerà ad accertare l’estraneità del presidente alle contestazioni avanzate nei suoi confronti, in modo da poter riprendere quanto prima il suo posto e tornare a guidare la Regione Liguria a risultati sempre migliori”. Interviene così Alessandro Bozzano, capogruppo della Lista Toti, in merito alle notizie relative all’inchiesta della procura di Genova-

Rifondazione Comunista sul caso giudiziario e politico che sta coinvolgendo tutta la Regione Liguria

“Toti & Soci Regolatore e regolato si sono ovunque fusi. Giusto aspettare che la giustizia faccia il suo corso, ma…. ma il problema è che ovunque, non solo a Genova, non solo a destra, si è frantumato il diaframma che dovrebbe tenere separati politica e affari: se la Costituzione descrive l’economia come un qualcosa che deve essere al servizio del benessere collettivo, il capitalismo nostrano e la malavita organizzata (presente nei mandati d’arresto), non più ostacolati da una forte, vera sinistra, sono riusciti a far sì che i loro interessi coincidessero con quelli dei decisori. Assistiamo quotidianamente a provvedimenti presi a discapito della popolazione, preclusi a qualsiasi contraddittorio con essa, politicamente osteggiati da nessuno (se non, timidamente, in qualche campagna elettorale). Chi è contrario, chi contesta l’utilità di dighe, gronde, tram volanti, cabinovie con vista sugli appartamenti, combatte il progresso. Chi è contro il modello Genova e si batte per i controlli ambientali e la sicurezza sul lavoro, è un veterocomunista. Corollario: oggi si capisce meglio l’incaponirsi di Meloni e accoliti contro l’obbligatorietà dell’azione penale, per la separazione delle carriere dei Magistrati (su questo ci sono aperture anche nel centro sinistra) e per la chiusura dei rari spazi di giornalismo d’inchiesta ancora presenti nei nostri media. P.S.: mentre Toti è in un attico, i ragazzi dell’ex Latteria Occupata sono ancora in galera. Salta agli occhi la sproporzione tra danno alla collettività e misure cautelari imposte”.

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