16 Ottobre 2024 00:59

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16 Ottobre 2024 00:59

 Imperia: elezioni in Liguria, le considerazioni di Alleanza Verdi Sinistra. “Discussione sulla scelta del candidato del centrodestra segna lo spaccato di una politica che si affida al potente di turno”

In politica la fase della scelta dei candidati di una lista e in particolare quella della carica elettiva di una coalizione, è un percorso complesso da cui è misurabile la qualità e credibilità dei programmi e il profilo di chi vi partecipa – Queste le parole del gruppo di Alleanza Verdi Sinistra di Imperia, intervenuto in una nota stampa sulle imminenti elezioni regionali della Liguria.

Nello psicodramma politico del centro destra ligure, che dopo aver difeso a spada tratta Toti con l’assurda teoria del complotto giudiziario e costringendo per mesi ai domiciliari la gestione della Regione, è ora curiosamente emersa per bocca di Rixi l’esigenza di una discontinuità del loro candidato presidente dalla giunta Toti, proposta condivisa da Claudio Scajola che ha provato ad attribuirsi il ruolo di regista della trattativa.

Non soddisfatto dall’aver assunto tutte le cariche politiche sommabili e pure quella “tecnica” di commissario dell’Ato idrico, Scajola sta cercando di autoincoronarsi quale king maker del centrodestra ligure, ruolo che è la sua storica passione e che oggi può esercitare solo nel suo feudo locale.

Nel farsi spazio nel convulso contesto da fine impero (quello di Toti-Spinelli-Signorini) del centro destra ligure, la prima sgomitata l’ha rifilata nell’occhio del nipote Marco, che ha definito inadeguato alla candidatura di presidente, per lanciare quindi la proposta di un candidato “civico” con cui anche la Lega sta giocando per tagliare fuori Toti dalla designazione del suo delfino.

Il “civismo” di Scajola è ovviamente solo il paravento della deriva della politica attuale (non solo di destra), in cui alle debolezze dei partiti si è risposto con la creazione di movimenti politici personali che durano il tempo dei loro capi (Avanti con Toti giusto per citarne uno) e attraverso cui l’attuale sindaco di Imperia prova a riprendersi il ruolo di un tempo.

L’intervista rilasciata pochi giorni fa a Telenord in cui Scajola preannunciava un “conclave” da lui organizzato nel quale risolvere il nome del candidato del centro destra, invece di rappresentare l’ultimo scatto per assumere il ruolo di potente saggio del suo campo politico, si è dimostrata invece una smargiassata a cui i partiti del centro destra hanno risposto “anche no”.

In poche ore si è passati dal conclave in cui il cardinale Claudio tornava ad essere il carico da undici che da le carte in regione come abituato a fare a Imperia, al conClaudio che misura il limite della sua influenza politica e il cui peso è inevitabilmente legato al potere che i suoi ruoli istituzionali gli consentono, più che all’autorevolezza e credibilità che dovrebbe avere un politico di esperienza e che ha ricoperto importanti incarichi. 

Non stupisce quindi che tutta la discussione in corso nel centro destra ligure sulla scelta del candidato presidente sia completamente slegata da una seria analisi, anche autocritica, dell’operato delle giunte Toti e dalle evidenti criticità della nostra regione (a cominciare dalla sanità) e segni semmai lo spaccato di una politica che si affida al potente di turno e non a un progetto di governo condiviso.

Anche su questo aspetto il centro sinistra ligure e il suo candidato Andrea Orlando dovranno saper costruire un modello alternativo e credibile che metta al centro le proposte di governo per cambiare la regione e restituisca ai soggetti democratici organizzati il ruolo di arricchirla e rappresentarla coerentemente”.

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