10 Dicembre 2024 17:21

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10 Dicembre 2024 17:21

Imperia, processo Aldobrandi: Le dichiarazioni dell’imputato davanti alla Corte. “Non ho ucciso Sargonia”. La difesa chiede di sentire altri testimoni

In breve: In un documento letto in aula le dichiarazioni spontanee di Salvatore Aldobrandi

Nell’udienza di oggi presso la Corte d’Assise di Imperia per il processo che vede Salvatore Aldobrandi, 74 anni, accusato dell’omicidio volontario aggravato di Sargonia Dankha, la ventunenne scomparsa in Svezia nel 1995, dopo le perizie relative alla compatibilità dello stato di salute dell’imputato con la carcerazione e dopo l’analisi psicologica del rapporto fra vittima e imputato, sono state lette da Aldobrandi, le sue dichiarazioni spontanee. Salvatore Aldobrandi non ha accettato di sottoporsi a interrogatorio.

In un documento letto in aula le dichiarazioni spontanee di Salvatore Aldobrandi

Io non ho ucciso Sargonia Danka. Non ho idea se sia sparita o se le sia successo qualche cosa. Ho conosciuto Sargonia grazie ad alcuni amici che frequentavo e c’è stata una reciproca attrazione anche fisica. La frequentazione è durata circa un anno o poco più. Sia io che lei in questo periodo avevamo altre relazioni. Sargonia veniva quasi tutte le sere al Maxim con le sue amiche.

Le ho scritto alcune lettere d’amore e fatto alcuni regali perché mi faceva piacere. Ai genitori di Sargonia non è mai piaciuta la nostra relazione, ma Sargonia voleva frequentarmi ed è per questo che litigava con i suoi genitori che volevano che si sposasse con un ragazzo greco. Io sapevo che sarebbe andata in Grecia a sposarsi e quando era lì mi ha chiamato per avere dei soldi che le ho fatto avere dai miei amici che abitavano in Grecia.

Quando è tornata mi ha raccontato che non voleva sposarsi, per questo litigava sempre con i suoi genitori e veniva a dormire da me. È successa la stessa cosa quando nell’ottobre del 1995 ha abortito e non voleva farlo sapere ai suoi genitori. Ha cercato un appartamento per vivere da sola e io l’ho aiutata con la cauzione. Io ho tolto tutte le sue cose da casa mia e le ha portate nella sua nuova casa, l’ho aiutata a pitturare le pareti della casa ed è l’ultima volta che ho visto Sargonia.

Sabato 11 novembre 1995 l’ho solo sentita la sua voce ma non l’ho vista e quella sera mentre eravamo in macchina il papà di Sargonia disse se non la finite ammazzo tutti e due e i tuoi figli. Ho detto che rivolevo le chiavi di casa mia indietro e i soldi della cauzione. Domenica ci siamo telefonati e abbiamo chiarito e ci siamo messi d’accordo di sentirci martedì perché lunedì aveva da fare tante cose. Mi aveva chiesto di svegliarla lunedì mattina, ma quando l’ho chiamata non era a casa.

Alcuni testimoni hanno visto Sargonia alle 13 al bowling con un ragazzo. Il vicino di casa ha visto, il 13 novembre 1995, Sargonia salire in auto con un ragazzo straniero di 25 anni. Un altro testimone ha visto Sargonia il 13 novembre alle 15.05 per strada. Un altra donna ha visto martedì 14 novembre Sargonia alla fermata dell’autobus. Un quinto testimone, ha visto Sargonia il 15 novembre verso le 23.20 su un marciapiede. Un sesto ha visto venerdì 17 novembre Sargonia con una donna di origine straniera. Un settimo, il 21 novembre, ha visto Sargonia alle 10.45 ad un distributore di benzina.

Chiedo che vengano sentiti questi testimoni. così la Corte potrà capire la mia innocenza. Mi ricordo che il 21 novembre 1995 dovevo essere ricoverato in ospedale per un’operazione al fegato perché stavo male da diverso tempo ed ero preoccupato. Mi ricordo che quando mi serviva la macchina la chiedevo a Carolina e Sargonia è salita spesso nell’auto. Ho sentito cosa hanno detto, io non l’ho mai picchiata, tantomeno quando era incinta, le davo tanti bacini sul pancino. Nego di aver detto a qualsiasi donna, tantomeno che a Sargonia, o stai con me o ti uccido. Frasi simili a queste non ci sono nel mio vocabolario. Non sono mai stato una persona gelosa, tantomeno con Sarognia. Io sto male senza avere i miei figli“.

L’avvocato Fabrizio Cravero, difensore di Salvatore Aldobrandi ha chiesto quindi chiede che vengano ascoltati in aula i sette testimoni citati dall’imputato.

Dice Cravero: “Gli elementi inseriti nelle spontanee dichiarazioni dell’imputato, che sono ancorate ad alcune domande che la difesa aveva posto ad alcuni testi e richiedo che la Corte valuti queste richieste di testimonianze, perché sono necessarie ai fini della decisione. E anticipo la contestazione “Ma se non sono state valutate all’epoca perché dovremmo valutarle oggi”. Non centra, bisogna capire se la Corte ha necessità di acquisire questi dati e di sapere i contenuti di quelle dichiarazioni

Il Pm Matteo Gobbi si oppone all’ascolto di altri testimoni. “Prova superflua che non sposterebbe nulla ai fini del decidere”

Replica il Pm Matteo Gobbi: “Ci opponiamo per una questione di pura procedura e per fare chiarezza […] si tratta di dichiarazioni che nella nostra ricostruzione, tenendo presente qual era il processo e il compendio probatorio, abbiamo considerato trattarsi di segnalazioni di avvistamenti fatti da testimoni, recenti rispetto alla scomparsa, che la polizia giudiziaria aveva sentito.

Noi abbiamo aperto molte volte alla possibilità di acquisizione di altri elementi. Nel corso dell’istruttoria sono stati sentiti diversi testimoni che hanno riferito che le attività di ricerca di Sargonia sono state capillari[…] Si tratta di dichiarazioni il cui contenuto è già emerso e sviscerato, si tratterebbe di una prova superflua che non sposta niente ai fini del decidere”.

Contraria all’acquisizione dei testi indicati da Aldobrandi anche la parte civile. La Corte si è riservata di decidere. Il processo riprenderà nel pomeriggio.

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