23 Maggio 2025 19:46

Imperia: i biologi di Delfini Del Ponente avvistano una stenella striata con la pinna dorsale tagliata / Le immagini

Un nuovo avvistamento effettuato nel Mar Ligure dai biologi dell’associazione Delfini del Ponente APS ha puntato i riflettori su una problematica purtroppo piuttosto comune nel nostro mare: quella delle collisioni tra cetacei e imbarcazioni.

Durante un’uscita di monitoraggio il team ha infatti notato che una stenella striata che stava nuotando nei pressi del gommone di ricerca riportava un evidente trauma alla pinna dorsale. La lesione appare come un taglio netto nella parte apicale della pinna. Una ferita che potrebbe rappresentare un serio rischio per la salute dell’animale, ma che al contempo lo rende facilmente riconoscibile durante i futuri monitoraggi.

Le possibili cause della ferita alla pinna dorsale

Le cause dell’infortunio non sono ancora certe. Le ipotesi del team di biologi di Delfini Del Ponente riguardano una possibile collisione con un’imbarcazione oppure un incidente di altro tipo, ma sempre legato all’impatto antropico.

Questo episodio evidenzia ancora una volta quanto sia importante tutelare il fragile equilibrio dell’ecosistema marino, sensibilizzando su un uso consapevole del mare e sull’adozione di pratiche di navigazione responsabili, soprattutto in aree frequentate dai cetacei.

Il codice di condotta per le imbarcazioni nel Santuario Pelagos

Per affrontare il crescente problema delle collisioni tra grandi cetacei e navi, nel 2023 Francia, Italia, Monaco e Spagna hanno promosso la creazione di Aree Marittime Particolarmente Sensibili (PSSA) nel Mar Mediterraneo nord-occidentale, con il riconoscimento dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO).

L’area PSSA comprende integralmente il Santuario Pelagos e il Corridoio di Migrazione dei Cetacei Spagnolo, entrambe Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea (SPAMI). Attualmente, le misure di mitigazione adottate in quest’area sono su base volontaria. Tuttavia, nei prossimi anni potrebbero essere introdotte regole vincolanti, come la riduzione della velocità delle navi o l’istituzione di zone riservate, per ridurre il rischio di impatto con balenottere comuni e capodogli, specie vulnerabili, soprattutto durante determinati periodi dell’anno.

Nel frattempo, si moltiplicano le iniziative di sensibilizzazione e ricerca promosse da enti come l’Accordo Pelagos, le guardie costiere, le compagnie di navigazione e la comunità scientifica. Tra gli strumenti in fase di studio e sperimentazione vi sono modelli predittivi, analisi del comportamento dei cetacei, sistemi di rilevamento acustico in tempo reale e piattaforme per la condivisione delle osservazioni.

L’Accordo Pelagos continua a giocare un ruolo chiave, supportando governi e attori coinvolti nell’adozione di soluzioni concrete per proteggere la biodiversità marina del Mediterraneo.

A cura di Selena Marvaldi

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