16 Maggio 2025 07:06

Imperia: pescatori in difficoltà, acciughe, ricciole e sgombri sempre più rari. “Leggi troppo generiche, ci hanno messo in ginocchio” / Il racconto

La situazione della pesca ad Imperia

Fabio e Luigi Pinga, padre e figlio, sono pescatori ad Imperia da generazioni. Da una vita solcano le acque del Ponente ligure, ma oggi la loro quotidianità è segnata da un cambiamento profondo: “Da quattro anni non troviamo più acciughe – raccontano – sono sparite anche ricciole, sgombri, calamari. È diventata una pesca sempre più povera“.

A confermare la difficoltà del settore sono anche Massimo Gentile, della motobarca “Ineja”, e Luigi Ancella, del motopesca “Lorenzo”, entrambi membri della cooperativa Imperia Pesca. “Alcuni pesci sono sempre più rari – sottolineano – la sardina va e viene, ma le ricciole sono praticamente scomparse. E i tonni hanno cambiato abitudini, si sono avvicinati moltissimo alla costa, nuotano in quella che chiamiamo ‘acqua di terra’.

E se per il pesce spada, da poco uscito dal periodo di fermo biologico, si intravedono segnali positivi, per altre specie la situazione resta critica. “Il pesce spada, se il meteo lo consente, si trova ancora in buone quantità. Ma la ricciola di fondale, che sembrava potesse diventare una risorsa importante, è praticamente scomparsa. Le reti oggi sono più vuote rispetto al passato” chiosa Gentile.

Le difficoltà normative: l’impatto delle leggi europee sulla pesca imperiese

Questo mestiere che un tempo garantiva stabilità economica, oggi vacilla sotto i colpi di una crisi ambientale e normativa. “I biologi ci hanno spiegato che con il surriscaldamento delle acque alcune specie si stanno spostando altrove e che sarà difficile pensare che le acciughe torneranno numerose qui“, spiegano i Pinga. Intanto, ogni giorno nei fondali e nelle reti finiscono sempre più rifiuti. “Plastica ne troviamo tutti i giorni. È una triste realtà”.

Non mancano poi le critiche alla regolamentazione europea. “Le leggi della Comunità Europea – spiegano Luigi, Fabio e Massimo  – Sono troppo generiche. Non si può trattare allo stesso modo la pesca a strascico e quella con altri metodi. Questa generalizzazione non funziona e non tiene conto delle specificità del nostro territorio“. Un problema ricorrente è anche quello legato alla pesca accidentale del tonno: “Capisco rilasciare un esemplare vivo quando la pesca accidentale del tonno è chiusa, ma se è già morto perché non possiamo trattenerlo? È un’assurdità“.

Amare le parole di Luigi Ancella: “Noi moriremo pescatori. Ma un giovane oggi non ha futuro in questo mestiere. A 60 anni non puoi reinventarti e ci hanno messo in ginocchio.

A cura di Selena Marvaldi

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