16 Maggio 2025 05:56

Imperia: processo Scajola, consiglieri Bracco Bozzano Modaffari all’attacco del sindaco. “Dichiarazioni sulla Magistratura minano la fiducia nella giustizia”

I consiglieri di minoranza del PD di Imperia, Ivan Bracco, Loredana Modaffari e Daniela Bozzano, intervengono con una nota stampa in merito al processo che vede coinvolto il sindaco Claudio Scajola per favoreggiamento. Nel dettaglio, i rappresentanti dell’opposizione esprimono preoccupazione per le recenti dichiarazioni rilasciate dal primo cittadino all’indomani dell’udienza del 4 aprile, sottolineando come le critiche mosse alla magistratura rischino di minare la fiducia nella giustizia.

Processo Scajola: consiglieri Bracco Bozzano Modaffari all’attacco del sindaco.

Solo per rispetto nei confronti della Magistratura, vittima in questi tempi di aggressioni dai toni sempre più violenti e ingiuriosi, nessun commento da parte nostra all’indomani dall’udienza del 4 aprile u.s. relativa al processo che vede Claudio Scajola imputato del reato di favoreggiamento, delitto che prevede una pena sino a quattro anni di reclusione; silenzio, nonostante il teatrino messo in scena dai suoi seguaci, comprensivo di applausi in un aula di Tribunale integranti anch’essi comportamento penalmente rilevante, abbia suscitato il nostro sdegno, e quello dei tanti Cittadini che ritengono l’amministrazione della Giustizia un bene comune di cui è necessario avere rispetto e cura per la sua fondamentale funzione al servizio di tutti e di ciascuno.

Ma le recenti dichiarazioni dell’imputato Claudio Scajola, di una gravità allarmante, rivelando un atteggiamento denigratorio e intimidatorio nei confronti di chi con diversi ruoli assume su di sé il peso di vestire la toga ed una sfacciata arroganza nel protestarsi al di sopra delle regole, perché amico del Ministro della Giustizia, “ospite” alla casa Bianca, a Buckingam Palace, a Regina Coeli e a San Vittore, non può trovarci silenti.

Perché nell’intervista, Claudio Scajola si permette di criticare esplicitamente, non solo l’operato del Magistrato che avrebbe – a suo dire – mal interpretato la Legge, e, in particolare la normativa relativa all’introdotta udienza predibattimentale, che comporta una verifica della ragionevole previsione di condanna dell’imputato allo stato degli atti sia nel rito che nel merito (sostanzialmente se sussistono i presupposti per la prosecuzione del processo), ma anche la stessa Legge dello Stato (“a cosa serve aver introdotto le udienze predibattimentali…), e comunica poi anche di aver espresso le sue lamentele al Ministro della Giustizia. E – non pago – minaccia di continuare ad esprimere il suo dissenso nel corso di tutte le udienze successive del processo che lo vede alla sbarra nella folle convinzione già espressa di andare a fare due chiacchiere con il Giudice.

Ora, se criticare una Sentenza è legittimo, e in tanti casi doveroso, attaccare un Pubblico Ministero, un Giudice perché ha preso posizioni sgradite a chi urla; censurarlo per il solo fatto di avere svolto il suo lavoro, accusandolo di incompetenza o di aver tradito l’alto senso della sua funzione, sia essa requirente o giudicante, serve solo a minare la fiducia nella Giustizia.

Appare, dunque, indispensabile ricordare a Claudio Scajola che anche chi ha avuto modo, vivendo di politica, di intrecciare amicizie da Vipiteno all’Aspromonte può subire legittimamente un processo laddove sia stato ravvisato un reato nel suo operato, e che, anche se, in ipotesi di condanna, gli verrà applicata solo una pena pecuniaria, essendo sotteso un reato edilizio, rimarrà il disvalore di un comportamento che un uomo delle Istituzioni non può tenere e, addirittura pretendere sia legittimato e difeso e ad alte o diverse sfere. 

I Magistrati rappresentano l’unica garanzia per i diritti dei Cittadini siano effettivamente protetti, e mentre promuovere e difendere questi principi è doveroso,  minacciare la loro indipendenza o sminuire la loro credibilità mina le fondamenta della Democrazia e la fiducia di giovani e meno giovani nella stessa.

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