16 Maggio 2025 07:31

Imperia: gli studenti dei collettivi in piazza per l’anniversario della Liberazione, ma il presidio è costretto a spostarsi. “Cercano di annullare il diritto di aggregazione spontanea” / Foto e video

In breve: I rappresentanti dei collettivi studenteschi: "Non solo commemorazione, ma anche no al riarmo e solidarietà alla resistenza palestinese"

In occasione dell’80° anniversario della Liberazione, questa mattina gli studenti del Collettivo Studentesco 1800 e della Rete degli Studenti Medi sono scesi in piazza ad Imperia, uniti in un’unica mobilitazione.

La manifestazione, oltre a commemorare la Resistenza italiana, è stata anche l’occasione per esprimere una forte presa di posizione contro il decreto legge 1660, noto come “decreto sicurezza”, e contro le politiche di riarmo europeo. Durante il presidio, i rappresentanti dei collettivi hanno ribadito l’importanza dell’insegnamento della storia della Resistenza nelle scuole e hanno espresso solidarietà al popolo palestinese.

I rappresentanti dei collettivi studenteschi: “Non solo commemorazione, ma anche no al riarmo e solidarietà alla resistenza palestinese”

“Oggi scendiamo in piazza come studenti del Collettivo Studentesco 1800 e Rete degli Studenti Medi, uniti sotto un unico collettivo – spiegano Andrea Lanfranco e Anna Vianello, rappresentanti dei collettivi studenteschi – Scendiamo in piazza per celebrare l’ottantesimo anniversario della Liberazione e per esprimere la nostra disapprovazione verso il riarmo che l’Europa vuole attuare con i nostri soldi, e contro il nuovo decreto legge 1660, chiamato “decreto sicurezza”, che in realtà ci opprime soltanto. Opprime le nostre voci, nonostante tutti dicano che dobbiamo scendere in piazza e farci sentire

Portiamo anche la nostra solidarietà alla resistenza palestinese e vogliamo soprattutto promuovere la consapevolezza di ciò che fu la Resistenza qui in Italia ottant’anni fa, ricordandola ancora oggi come si è fatto negli anni passati. Ricorderemo i protagonisti e gli avvenimenti, ma poi porteremo anche qualcosa di nostro, perché crediamo sia davvero importante, oggi più che mai, conoscere. Prima di tutto conoscere e studiare, sapere di cosa si parla quando si parla di Resistenza. Anche per poter evitare ripercussioni e riprese di ciò che è già accaduto in passato.

Quindi, come collettivi uniti, vogliamo che queste tematiche vengano insegnate nelle scuole, perché è importante sapere, per evitare che la storia si ripeta“.

L’intervento della Polizia Locale e della Digos: la manifestazione deve spostarsi

La manifestazione, totalmente pacifica, è però stata fermata ancora prima di iniziare da alcuni agenti della Polizia Locale e della Digos, che hanno trattato con i ragazzi lo spostamento del presidio in un altro luogo.

A quanto pare i permessi comunicati alla Questura d’Imperia non sono bastati per permetterci di fare questo presidio statico davanti a Piazza San Giovanni, davanti alla Chiesa, e a quanto pare sono spuntate fuori leggi del Comune e comunicati da fare al Comune che non sono mai stati denunciati dalla Questura, nonostante questa piazza sia stata autorizzata più e più volte in passato” – spiega Andrea Lanfranco – “Quindi noi adesso dovremmo spostarsi in Piazza De Amicis per rifare il nostro presidio, nonostante i preavvisi enunciati già prima, 15 giorni se non 20 giorni prima”.

Con tra l’altro accordi già presenti tra noi manifestanti e la Questura – prosegue lo studente Niccolò Cavarero – “dove prima dovevamo vederci in Piazza della Vittoria ma c’era già una manifestazione e abbiamo deciso di comune accordo di spostarci in Piazza San Giovanni e adesso si cerca di ritrattare un’altra volta, il tutto
cercando di annullare il diritto di aggregazione spontanea
“.

Un problema di mancata comunicazione al Comune, ma anche il posizionamento davanti a una chiesa (quella di San Giovanni) sembra essere stato un fattore determinante.

Ci hanno fatto problemi anche per questo”- aggiunge Cavarero – “a detta loro una questione di decoro pubblico, non ci hanno intimato a livello legale di alzarci, non hanno messo nessuna normativa comunale in mezzo però c’è stato insomma un po’ una spinta sul volerci far alzare dai gradini della chiesa che sono di dominio pubblico e ci siamo cresciuti su questi gradini. Io sono del quartiere da quando sono nato e su questi gradini ci sono nato e cresciuto. Nessun poliziotto della Locale mi ha mai dato problemi per questa cosa. E ovviamente a livello di collettivo pensiamo che gli spazi siano pubblici e usufruibili, dagli scalini alla piastrella. Adesso andremo in Piazza De Amicis, di nuovo di comune accordo con le autorità e diremo tutto quello che abbiamo da dire”.

“E questo per ribadire anche comunque la sobrietà chiesta dal governo nonostante la morte del Papa e tutto quanto, ma ricordiamo che oggi è l’ottantesimo anniversario della Liberazione e comunque questo governo a stampo fascista cerca di sopprimere questi ideali, questo ricordo che dovrebbe vivere in tutti noi e con un ideale chiaro per far sì che la storia non si ripeta e non crei di nuovo casini e problemi come è successo in passato. Quindi questa è una dimostrazione di come si vuole opprimere anche con il nuovo decreto elettorale legge 1660, la libertà di parola delle persone, dei liberi cittadini che vogliono solo far sentire la loro voce e la loro idea e infatti ne parleremo anche dopo con i nostri discorsi a riguardo del decreto legislativo 1660“, conclude Lanfranco.

Il corteo spontaneo per Calata Cuneo e il presidio in Piazza De Amicis

Il presidio si è, dunque, spostato in Piazza De Amicis, sul porto di Oneglia, raggiunto dagli studenti con un breve corteo spontaneo per Calata Cuneo. Sul posto sono stati letti diversi discorsi dai ragazzi, che hanno ricordato la figura del partigiano imperiese Franco Ghiglia ed esposto posizioni contrarie alle politiche del riarmo dell’Unione Europea, al progetto di costruzione di un ospedale unico per la Provincia di Imperia, al ddl “Sicurezza”, ai Centri Permanenti per il Rimpatrio (CPR) – con particolare riferimento al progetto che dovrebbe sorgere nell’ex Caserma Camandone di Diano Marina- ed esprimendo infine solidarietà al popolo palestinese.

La manifestazione è poi proseguita con l’intonazione di cori antifascisti e con i tradizionali canti partigiani, su tutti “Bella ciao” e “Fischia il vento“.

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