16 Maggio 2025 07:14

Imperia: il consigliere Ranise riflette sul 25 aprile. “Una festa che dovrebbe unire tutti”

Il consigliere comunale di maggioranza a Imperia, Antonello Ranise, interviene con una nota stampa per esprimere alcune considerazioni sull’80° anniversario della Liberazione, che si è celebrato in tutta Italia nella giornata di ieri, venerdì 25 aprile.

Oggi nel partecipare alla cerimonia del XXV aprile in Piazza della Vittoria, ho avuto modo di riflettere su una commemorazione sempre attuale, che ricordiamo, è una festa di liberazione dal nazi fascismo, che unisce o dovrebbe unire chi crede nella centralità dei valori della democrazia e della libertà così come sancito dalla costituzione. E’ una festa, ricordiamolo, che rende possibile tutte le altre feste, perché è il tassello principale su cui poi è stato possibile costruire uno stato libero e democratico.

Sono affezionato al XXV aprile sia per motivi ideali e culturali, sia per motivi storici, perché proveniente da una famiglia cattolica e antifascista che ha dato il proprio debito di sangue alla Resistenza, per non parlare della famiglia di mia moglie, cugina di Felice Cascione, medico e partigiano, morto venticinquenne ucciso dai tedeschi, per difendere quella libertà che ora permette ad ognuno noi di dire e pensare ciò che vuole. Il 25 aprile del ‘45 fu premessa di un nuovo Risorgimento, pur nelle diversità e nelle contrapposizioni ideologiche, spesso aspre, dell’Italia di allora. Tutti seppero superare, però, quelle differenze, nel nome di un bene maggiore e comune. E’ questa una lezione di civiltà e di cultura politica che vale oggi più che mai e che purtroppo spesso viene dimenticata. Come ebbe a dire Berlusconi a Onna nel 2009, comunisti e cattolici, socialisti, liberali, azionisti e monarchici, di fronte a un dramma comune, “scrissero, ciascuno per la loro parte, una grande pagina della nostra storia. Una pagina sulla quale si fonda la nostra Costituzione, sulla quale si fonda la nostra libertà”. 

Allora non sia oggi il XXV aprile una festa divisiva o esclusiva, non usiamola per le nostre meschine beghe politiche o autoreferenziali, uniamoci nel rispetto dei morti in nome della nostra libertà. Oggi in Italia non c’è un pericolo di un nuovo fascismo. Guardiamoci  piuttosto da una forma più subdola di autoritarismo, come più volte sottolineato da Papa Francesco, che è la dittatura della tecnocrazia, delle lobby finanziarie, delle autocrazie, delle multinazionali che affamano i paesi più poveri e sfruttano il lavoro minorile (spesso bambini), nell’indifferenza di tutti, in nome di un capitalismo sfrenato e senza regole che anziché emancipare l’uomo lo rende schiavo”.

Antonello Ranise

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