“Un progetto di riqualificazione fermo al palo, un immobile potenzialmente contaminato, un accordo economico con una società privata dai contorni poco chiari“. Lo evidenzia dopo un’interrogazione a risposta scritta il consigliere di opposizione Luciano Zarbano di Imperia Senza Padroni, in riferimento all’operazione legata all’ex raffineria Saìro, nella quale è coinvolta anche la Avalon S.r.l. di Piacenza, che aveva ricevuto dal Comune l’incarico di consulente al Rup (Responsabile unico del procedimento).
Zarbano evidenzia il forte rischio della perdita dei fondi Pnrr a causa dello stravolgimento del progetto iniziale e lancia il sospetto che Avalon abbia abbandonato il campo
Spiega Luciano Zarbano: “La risposta fornita dall’assessore all’Urbanistica e Vicesindaco Giuseppe Fossati (con toni risentiti – domandare è lecito, rispondere è cortesia, ma stavolta la cortesia ha preso altre direzioni), pur confermando alcuni dati, lascia più dubbi che certezze e alimenta le preoccupazioni su un progetto che rischia di trasformarsi in un boomerang per le casse comunali e per la salute pubblica.
Avevo chiesto al Comune chiarimenti sui proprietari dell’immobile, i contenuti dell’accordo con la proprietà privata, il valore della perizia, gli eventuali obblighi economici in caso di mancata approvazione del progetto, lo stato delle cisterne, l’eventuale presenza di vincoli storico-artistici, le attività svolte dalla società Avalon e le ragioni del blocco dei lavori. Alla richiesta di trasparenza si era contrapposta una risposta evasiva e non solo. Non è stato chiarito lo stato delle cisterne, né confermata l’avvenuta bonifica, nonostante l’uso storico di sostanze chimiche come la soda caustica. L’assessore non aveva fornito dettagli sulla perizia, non aveva citato scadenze concrete e non aveva indicato se erano stati effettuati studi ambientali aggiornati.
Anche le attività svolte da Avalon erano risultate poco tracciabili, pur emergendo chiaramente nella risposta il ruolo fondamentale attribuito a quest’ultima società. Il progetto iniziale PinQua legato all’ex Saìro, allo stato attuale risulta inattuabile, in quanto non ci sono più i tempi materiali per realizzarlo nella sua interezza. Infatti i due edifici previsti inizialmente, oltre all’ex raffineria in fase di restauro, non saranno realizzati. Al loro posto verrà costruito un parcheggio.
Poiché il progetto originario non verrà rispettato, è molto probabile che il finanziamento previsto tramite fondi PNRR non venga più confermato dal Ministero. Il sospetto che si tratti dell’ennesimo successo – si fa per dire – della società Avalon, che ha accompagnato il progetto proprio sul versante del finanziamento nazionale, senza riuscire a garantire né risultati concreti, né coerenza progettuale. Inoltre una voce sempre più insistente riferisce che Avalon abbia abbandonato anche questo campo di battaglia, rinunciando al suo ruolo di consulente del Rup e ad una cospicua parcella.
Prosegue Zarbano: “Se a questo scenario si aggiunge il pagamento già effettuato al privato per l’acquisto delle aree necessarie, pari a 2,5 milioni di euro, si comprende ancor meglio il danno economico e politico di un’operazione fallimentare. Il Comune sta camminando su un terreno minato: c’è il rischio di dover pagare penali a fronte di un progetto mai partito, su un immobile potenzialmente inquinato e gestito senza trasparenza. I cittadini hanno il diritto di sapere come vengono spesi i soldi pubblici, quali garanzie sanitarie sono state adottate, quali sono i rischi ambientali. La risposta dell’Assessore è stata insoddisfacente e dimostra l’urgenza di aprire i cassetti su questa operazione”.
Il gruppo Imperia Senza Padroni chiede che venga resa pubblica la perizia e la verifica ambientale sullo stato dell’ex raffineria.
“La Saìro non può diventare l’ennesima scatola vuota, costruita sulla sabbia dell’opacità. Serve chiarezza, competenza, e rispetto per i cittadini”, conclude Zarbano.