Una scatoletta di tonno, una lattina di birra e una bottiglia di vino: questo il bottino per il quale un 44enne di origine egiziana è finito a processo per rapina impropria davanti al collegio del tribunale di Imperia, presieduto da Carlo Alberto Indellicati, con a latere i giudici Francesca Di Naro, Chiara Eleonora e Antonio Romano.
L’uomo, sorpreso a rubare, avrebbe agitato in aria la bottiglia con fare minaccioso, gesto che ha configurato il reato di rapina impropria
I fatti sono avvenuti in un supermercato di Ventimiglia, dove il 44enne è stato sorpreso a rubare da un vigilante del negozio. A quel punto sarebbe scoppiato un diverbio, con alcuni spintoni di non particolare violenza e secondo la ricostruzione del Pubblico Ministero l’uomo avrebbe agitato in aria la bottiglia di vino con atteggiamento minaccioso.
È stata proprio quest’ultima azione a configurare il reato di rapina impropria, in quanto il gesto è stato considerato come minaccia volta a ottenere impunità e darsi alla fuga dopo aver sottratto merce dal negozio.
Le richieste: l’accusa chiede una condanna a 2 anni e 6 mesi, la difesa chiede l’assoluzione
Vista la modestia, sia della violenza utilizzata sia del valore economico della merce rubata, il PM Matteo Gobbi ha chiesto che siano riconosciute le attenuanti del caso, chiedendo la condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione e il pagamento di una multa di 450 euro.
La difesa, rappresentata dall’avvocato Paolo Borfiga del foro di Imperia, ha invece chiesto l’assoluzione dell’imputato, sostenendo che l’episodio non ha validità di rapina, in quanto il gesto in sé non avrebbe una vera e propria dignità di minaccia, o in alternativa che venga condannato al minimo della pena con la sospensione condizionale, data la particolare tenuità del fatto.
L’udienza è stata aggiornata al 27 maggio per le eventuali repliche.