Un uomo di 30 anni, di nazionalità tunisina, è finito a processo con l’accusa di furto di energia elettrica. All’epoca dei fatti si trovava agli arresti domiciliari e viveva con la moglie, in stato di gravidanza.
Secondo quanto emerso in aula, la corrente elettrica nella sua abitazione era stata staccata a causa di morosità pregresse. L’imputato – difeso dall’avvocato Luca Brazzit – ha dichiarato di aver provveduto a saldare l’intero debito, ma nonostante i pagamenti, l’utenza non era mai stata riattivata. Dopo giorni di attesa, avrebbe quindi deciso di intervenire da solo, manomettendo il contatore Enel per ripristinare la fornitura.
Durante la sua testimonianza, l’uomo ha ammesso di aver agito in autonomia, spiegando che la decisione è stata dettata da motivazioni di necessità e ha precisato inoltre di non aver cercato di rubare energia, ma solo di riaccendere l’utenza regolarmente pagata.
Il procedimento è ancora in corso. Nei prossimi giorni il giudice dovrà valutare la posizione dell’imputato e le eventuali attenuanti legate alla particolare situazione familiare.