24 Aprile 2024 00:12

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24 Aprile 2024 00:12

MENSE AI PRIVATI – “ESPONENTI DEL PD ANCORA MESI FA SI MOSTRAVANO INTENTI PER STRADA A DIFENDERE LE RAGIONI DEL MANTENIMENTO DELLA GESTIONE DIRETTA DEL SERVIZIO” – La dura nota di Pasquale Indulgenza (P.R.C.)

indulgenza

Anche l’ex consigliere comunale di Rifondazione Comunista Pasquale Indulgenza interviene sulla decisione dell’amministrazione Capacci di privatizzare il servizio di refezione scolastica.

“Con la decisione di privatizzare il servizio delle mense scolastiche, dichiarata oggi, l’amministrazione comunale di Imperia ha voluto non essere da meno di Colussi, che ha annunciato la chiusura del mulino dell’Agnesi e la fine del lavoro per oltre trenta persone. E’ quasi emblematico, nella sua tragicità, che il duplice evento riguardi la produzione alimentare dei nostri operai e il suo consumo da parte dei nostri bambini. E che tutto ciò accada nei giorni di una manifestazione luccicante come OliOliva, che dovrebbe valorizzare e promuovere  la dieta alimentare e la qualità dei cibi.
E’ penoso, dal punto di vista dell’etica pubblica e amministrativa, che l’annuncio venga dato improvvisamente in conferenza stampa, a seguito, evidentemente, di un lavoro preparatorio svolto ‘al coperto’. E – si faccia caso – ad anno scolastico iniziato da un pò… 

Questa esternalizzazione di un servizio essenziale e qualificante come la refezione scolastica denuncia a qual punto siano giunti gli indirizzi dominanti tra gli amministratori locali, tanto incapaci e riluttanti a trovare e adottare misure di risanamento e riprogettazione del welfare locale e della sicurezza sociale in forma pubblica, quanto pronti a scegliere la via, certo più semplice, della messa sul mercato e dell’assetto privatistico, determinando commistioni sempre più fitte tra la gestione di beni comuni e diritti sociali e interessi imprenditoriali e commerciali. 

Il liberismo spiccio dominante in questa disgraziata Italia si impone disinvoltamente sia nelle politiche di conduzione di aziende come l’Agnesi che in realtà che aziende non sono, come il Comune, primo ente della cittadinanza. E’ questa la qualità dell’ibrido ceto politico che abbiamo al governo locale. E, segnatamente, del ‘centrosinistra’ e del PD, in cui esponenti ancora mesi fa si mostravano intenti per strada a difendere le ragioni del mantenimento della gestione diretta del servizio in questione. Prova evidente – viene da considerare amaramente – che certe operazioni si riesce a realizzarle meglio se le si affida a quella sponda politica, sempre così pronta a compatibilizzarsi nella “governabilità”.  Sta succedendo a livello nazionale, si sta verificando ad Imperia.
Vedremo presto le conseguenze che deriveranno da questa azione sciagurata: per i bambini e il loro benessere, per i cittadini utenti e per i lavoratori addetti. 
Ora mi preme rilevare un altro, deprimente aspetto: è di terribile ironia la circostanza che nello stesso momento in cui la Giunta informa i media della propria decisione, una compagine parte della maggioranza che la sostiene, e che esprime addirittura un assessore, “Imperia di tutti , Imperia per tutti”, tenga in città una iniziativa pubblica di formazione per far conoscere l’importanza innovativa del cosiddetto bilancio sociale.

Cioè di una forma di gestione delle risorse dell’Ente centrata sulla partecipazione attiva dei cittadini al processo di formazione delle decisioni riguardanti i servizi da assicurare, a partire dalla stessa formazione del massimo strumento amministrativo: il bilancio dell’ente. Insomma, mentre la suddetta compagine di maggioranza propone l’adozione di un nuovo criterio esigibile, democratico, partecipativo non a parole di distribuzione delle risorse comunali e di loro fruizione, il resto della loro alleanza gli ‘straccia’ sotto il naso il progetto e gli toglie tranquillamente dal ‘piatto’ della discussione proprio uno degli argomenti più seri e sostanziosi per fare qualcosa di serio: la refezione scolastica e le mense comunali.
Che ciascuno, tra coloro ancora dotati di onestà intellettuale, tragga da ciò le dovute conclusioni”.

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