28 Marzo 2024 18:04

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28 Marzo 2024 18:04

DIANO MARINA. CONFERMATA L’INCHIESTA SUL “VOTO DI SCAMBIO”,INDAGATI: CHIAPPORI, ZA GARIBALDI, BREGOLIN, MANITTA E SURACE / I DETTAGLI

In breve: Surace: "Non abbiamo costretto nessuno a votare. Da presunto mafioso sono passato a persona normale e perciò posso spiegare con più serenità che abbiamo sempre agito nel rispetto delle regole".

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Diano Marina – Avranno tempo sino al 17 di novembre per decidere se farsi interrogare o depositare una memoria difensiva il sindaco di Diano Marina, Giacomo Chiappori, il suo vice Cristiano Za Garibaldi, l’assessore allo sport Francesco Bregolin, l’ex assessore Bruno Manitta e l’amministratore unico della G.M.S.p.A. (Società comunale che gestisce porto e alcune spiagge) Domenico Surace che lo scorso 27 novembre hanno ricevuto la notifica della conclusione delle indagini da parte del sostituto procuratore della Repubblica di Imperia Alessandro Bogliolo titolare dell’inchiesta sul presunto voto di scambio, reato previsto all’art 86 del Dpr n. 570 del 1960 che recita: “Chiunque, per ottenere, a proprio od altrui vantaggio, la firma per una dichiarazione di presentazione di candidatura, il voto elettorale o l’astensione, dà, offre o promette qualunque utilità ad uno o più elettori, o, per accordo con essi, ad altre persone, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 309 ad euro 2.065…”.

Si tratta dello strascico dell’inchiesta della DDA (Divisione Distrettuale Antimafia) di Genova  partita nel 2011 a seguito di un esposto a firma un ex amministratore dianese. Durante la conferenza stampa con cui gli amministratori dianesi annunciavano la richiesta di archiviazione dell’Antimafia relativa alle presunte infiltrazioni mafiose all’interno dell’amministrazione, era già emerso che i guai giudiziari non sarebbero finiti lì. 

L’inchiesta di Bogliolo mirerebbe a verificare se la nomina di Surace ad amministratore unico della G.M. S.p.A. sia o meno frutto di una sorta di promessa pre-elettorale fatta dal sindaco Chiappori a Surace in cambio del suo appoggio elettorale. Si tratta di un vicenda ingarbugliata che sarà difficile da sbrogliare anche a seguito della “certificazione” della DDA genovese che esclude rapporti  tra: la criminalità organizzata, Surace e l’amministrazione comunale. È di dominio pubblico l’amicizia e la vicinanza politica che lega l’AD della G. M. ad alcuni esponenti della giunta come Za Garibaldi, Manitta e Bregolin.  

“Se la procura vuole andare avanti – ha commentato Surace a ImperiaPost – è giusto che lo faccia. Io sono pronto a rispondere a tutte le domande dal 2001 in poi. Sono ormai 15 anni che faccio attività politica. Abbiamo deciso di creare una lista di un certo tipo per il bene di Diano Marina è una cosa che rifarei altre 100 volte anche se non mi venisse dato alcun incarico, lo rifarei comunque. Io ho votato queste persone perché sono miei amici. Se Chiappori non mi dava l’incarico io sarei stato felice così senza problemi.
L’intenzione dell’amministrazione – prosegue Surace – era quella di cambiare i vertici di G.M. e ciò si sapeva già qualche mese prima che ciò avvenisse, Chiappori non ne ha mai fatto mistero. La proposta mi è arrivata in quell’arco temporale. Ora, dopo che è stata posta la parola fine sulla vicenda relativa alle infiltrazioni mafiose sono molto più sereno e affronterò tutto con la dovuta attenzione. Affronterò tutto con la serenità e la consapevolezza di non aver sbagliar e  se ci fossero le elezioni domani rifarei quello che ho fatto. Ho degli amici in quella lista, un’amicizia lunga decenni. Non mi sono candidato io e molti che mi hanno sempre sostenuto mi hanno chiesto cosa avrei votato così ho risposto che io avrei votato per i miei amici .Non abbiamo costretto nessuno a votare. Io mi farò interrogare. Da presunto mafioso sono passato a persona normale e perciò posso spiegare con più serenità che abbiamo sempre agito nel rispetto delle regole”.

Nel frattempo tra i circoli di carte e le bocciofile iniziano a tremare anche altri personaggi, ex amministratori, i cui nomi non sarebbero ancora emersi dalle carte dell’inchiesta ma che risulterebbero aver avuto contatti con personaggi legati alla criminalità organizzata. 

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