27 Aprile 2024 01:52

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27 Aprile 2024 01:52

IMPERIA. IN UNA LETTERA TUTTO IL MALUMORE DEGLI AGENTI DI POLIZIA MUNICIPALE: “DIFFICILE LAVORARE GUARDANDOSI SEMPRE LE SPALLE”/IL TESTO

In breve: "Qui a Imperia coloro i quali dovrebbero 'proteggerci', per ciò che io sento, sono i primi ad affossarci! Noi dovremmo poter contare su chi sta 'al di sopra' di noi, e invece, e questo, a parer mio è gravissimo, noi ci sentiamo soli"

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Nel corso dell’incontro tenutosi ieri, martedì 9 dicembre, presso la sala consiliare del Comune di Imperia tra l’assessore alla Polizia Municipale Pino De Bonis, il Comandante dei Vigili Urbani Aldo Bergaminelli e gli agenti del Comando, uno degli agenti presenti ha letto a voce alta una lettera, scritta di suo pugno, attraverso la quale ha espresso tutto il proprio malumore per il clima che si respira da anni presso il Comando di Polizia Municiapale di Imperia.

LA LETTERA

“Caro assessore De Bonis, detto Pino, il fatto che i Vigili siano un Dio minore è un dato di fatto ed è un dato di fatto a livello nazionale, siamo chiamati a svolgere il ruolo di poliziotti pur non avendo le strutture, i mezzi, le attrezzature e neppure le tutele dei poliziotti veri, quelli della Polizia di Stato. In effetti i poliziotti veri vanno in pensione a 53 anni, noi in pensione probabilmente non ci andremo mai…Comunque ‘quel’ problema, ripeto, non è risolvibile a livello locale qui a Imperia. Per conto mio qui a Imperia per noi, a quel problema se ne aggiunge un altro, che di per se è ancora più grave, perché se a livello nazionale i poliziotti, i Carabinieri, i finanzieri, hanno chi li tutela, hanno chi riconosce loro il valore del lavoro svolto, qui a Imperia coloro i quali dovrebbero ‘proteggerci’, per ciò che io sento, sono i primi ad affossarci! Noi dovremmo poter contare, visto il difficile compito che svolgiamo, su chi sta ‘al di sopra’ di noi, il Comandante, il segretario, l’assessore delegato, il Sindaco sono le figure che dovrebbe darci sostegno, e invece, e questo, a parer mio è gravissimo, noi ci sentiamo soli, non solo, noi abbiamo avuto dimostrazione più di una volta del fatto che coloro che dovrebbero ‘tutelarci’ per far si che possiamo lavorare serenamente, ebbene sono proprio coloro che ci abbandonano! Io sono 25 anni che faccio il Vigile e vi assicuro che una volta non era così…Io non chiedo riconoscenza per il mestiere che svolgo, io chiedo conoscenza, io chiedo che coloro che guadagnano ‘i soldi’ per fare ciò che fanno abbiano coscienza che il loro ruolo non è solo quello di punire, ma è anche e soprattutto quello di motivare e di far si che io possa lavorare per la comunità in modo sereno, meritorio e degno, che capiscano che hanno a che fare con uomini che guadagnano 1.200 euro al mese e sono tutti i giorni in mezzo alla strada. E siccome lavorano possono sbagliare e sicuramente lo fanno, sbagliano, proprio perché non si tirano indietro quando c’è da lavorare.

Il problema è che non possiamo svolgere il nostro compito serenamente, se dobbiamo svolgerlo guardandoci sempre le spalle, con la paura di commettere l’errore, proprio perché presso il Comando dei Vigili di questo Comune il minimo errore o pseudo tale, si paga, e con 1.200 euro al mese di stipendio, doversi pagare l’avvocato per dimostrare di non essere ‘un delinquente’ fa passare la voglia di indossare questa divisa. Io spero, come ha dichiarato lei assessore, che si possa fare un passo indietro tutti quanti, ma temo che uno solo non sia sufficiente, mi auguro che di passi ne debba fare 5 o 10 indietro, li faccia, io per primo, mi auguro che si possa ripartire sul ‘pulito’, mi auguro che si possa ritornare alle parole dette sostituendo quelle scritte ormai troppo in voga al comando dei Vigili di Imperia perché, come diceva mio nonno, Libero degli Amoretti Tocchi de Toa, l’esempio deve venire dall’alto. Anche se di certo farebbe piacere a chiunque, una volta ogni tanto, sentirsi dire ‘bel lavoro, bravi ragazzi…’ da chi sta sopra, noi non pretendiamo tanto, ciò che invece pretendiamo è il rispetto delle nostre persone.

Perché a forza di pronunciare la frase ‘chi sbaglia va in Procura!’ si rende impossibile fare questo lavoro! Perché sarebbe bello avere sereni scambi di opinione invece che continui scambi di carte bollate…Vuoldire che abbiamo perso la capacità e la volontà di comunicare…e, non me ne voglia assessore, spero che lei possa fare il miracolo, conoscendola personalmente da molto tempo, so che si impegnerà in tal senso, ma ahimè conosco il sistema…Oramai da 25 anni di promesse ne ho sentite tante, anche se penso che, come dice sempre mio padre, Carlo degli Amoretti Tocchi de Toa, volere sia potere“.

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