28 Marzo 2024 21:45

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28 Marzo 2024 21:45

IMPERIA. “O PAGHI O UCCIDO TE E TUA MADRE”. TESTIMONIANZA SHOCK DI UN IMPRENDITORE NEL PROCESSO PER ESTORSIONE E USURA A ANDREA DE IACO/L’UDIENZA

In breve: Si è tenuto questa mattina il processo per usura e estorsione a carico di Andrea De Iaco, difeso dagli avvocati Giuseppe Caprioli di Torino e Nicola Ditta di Imperia

tribunale

Si è tenuto questa mattina il processo per usura e estorsione a carico di Andrea De Iaco, difeso dagli avvocati Giuseppe Caprioli di Torino e Nicola Ditta di Imperia. Il Pubblico Ministero Alessandro Bogliolo ha sentito due testimoni, un 42enne imprenditore di Imperia, “vittima” di De Iaco, e l`appuntato dei Carabinieri Mauriello. Tra i testimoni del PM anche l`ex assessore alla viabilità Antonio Gagliano che, però, questa mattina, non era presente in aula nonostante fosse stato convocato. Per la prossima udienza, dunque, il PM ha chiesto l’accompagnamento coatto, con i Carabinieri.

IMPRENDITORE

`Ho conosciuto De Iaco nell`agosto 2012, avevo aperto da poco la mia ditta individuale, prima sapevo che gestiva una discoteca a Riva Ligure. All`epoca non avevo soldi per comprare una macchina, prima ho chiesto a un amico, il quale mi ha introdotto a Andrea De Iaco. Siamo andati a casa di De Iaco in zona Costarainera e abbiamo discusso a proposito del prestito di 2 mila euro. Gli ho spiegato che non riuscivo a comprare la macchina e De Iaco mi ha detto che non c`era problema e il giorno stesso mi ha dato i soldi in contanti. Per restituire una parte dei soldi dopo una settimana, dieci giorni circa, avevo un ‘aumento’ di 700 euro. In seguito ho chiesto a De Iaco, insieme a un amico, un altro prestito di 20 mila euro perché avevamo un blocco di auto da comprare. Qui ogni pacchetto da 10 mila euro aveva un interesse più alto di circa 3 mila euro a testa, era troppo oneroso, ma ero dentro ormai”.

“Successivamente De Iaco mi ha detto che mi avrebbe dato due auto per un costo totale di 26 mila euro, una Mini Cabrio e una Panda. L’accordo era la restituzione del valore delle auto più 3500 euro al mese di interesse. Non sono riuscito a venderle, abbiamo fatto un cambio con una concessionaria in Calabria, ma per la Mini mi hanno ridato, dopo lungo tempo, una Classe A che valeva molto meno. Sono diventato così debitore di De Iaco di 26 mila euro. Sono riuscito a pagare 3.500 euro, poi però più nulla. La mattina che gli ho portato i 3500 euro sono stato minacciato da De Iaco, mi ha detto che se facevo un’altra volta così ammazzava me e mia madre. Mi sono spaventato perché il mio amico mi aveva avvisato che De Iaco era una testa calda e non ci potevo scherzare“.

“Ci vedemmo presso il locale I Sogni d’Estate a Oneglia. Quando dovevo a De Iaco? 20 mila euro. Lui ne chiedeva 40 mila. Trovammo un accordo per il pagamento di 3.500 euro più una Panda, una Fiesta, una Lupo e una X5. Fu un accordo, diciamo così, forzato, perché mi sentivo debitore nei confronti di De Iaco“.

CARABINIERE, APPUNTATO MAURIELLO

Sono stato contattato da un imprenditore che prospettava di raggiungermi in caserma per denunciare tale Andrea De Iaco perché aveva preso dei soldi e lui pretendeva la restituzione del denaro con un tasso di interesse altissimo. Dopo questa telefonata è arrivato in caserma. Insieme all’imprenditore c’era un’altra persona che parlava al cellulare. Nell’occasione riconfermò tutto. Entrambi i soggetti presenti al Comando erano pregiudicati. La persona che parlava al telefono mi fece ascoltare alcuni passaggi della telefonata. Si parlava di soldi. Dall’altro lato della cornetta c’era De Iaco. Quando mi fece ascoltare, ricordo di aver sentito nitidamente delle minacce, in particolare ‘vi ammazzo tutti’. Le telefonata durò circa 30 minuti. Successivamente fu l’imprenditore a chiamare De Iaco. Poco dopo chiuse la telefonata. ‘Ho trovato un accordo. È tutto a posto’, disse, e lasciò il Comando, senza sporgere alcune denuncia. Io però non potevo stare con le mani in mano dopo aver sentito un simile racconto e una simile telefonata. Avvisai i miei superiori e il giorno dopo entrambi furono convocati presso il Comando e presentarono formale denuncia“.

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