27 Aprile 2024 00:19

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27 Aprile 2024 00:19

ESCLUSIVA. SENTENZA PROCESSO PORTO.CALTAGIRONE:”INCHIESTA E PROCESSO CHE NON DOVEVANO ESISTERE. IL COMUNE ERA CONSAPEVOLE DI TUTTO”

In breve: "Dalla sentenza di evince chiaramente come il Comune abbia firmato decadenze inesistenti, danneggiando in particolar modo i titolari di posto barca che da anni non sanno che futuro avranno".
Francesco Bellavista Caltagirone ospite di "Porta a Porta"
Francesco Bellavista Caltagirone ospite di “Porta a Porta”

“Questa sentenza è un omaggio alla giustizia”. Queste le prime parole dell’imprenditore romano Francesco Bellavista Caltagirone, contattato da ImperiaPost a poche ore dalla pubblicazione delle motivazioni della sentenza di assoluzione relativa al processo che lo vedeva sul banco degli imputati con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato nell’ambito delle operazioni di costruzione del porto turistico di Imperia.

“Non voglio fare polemica – continua Caltagirone – ma è evidente che tutta questa roba qui non c’era. Come ho sempre detto. I costi dell’operazione non avevano alcuna importanza, perché tanto si restava nell’ambito della permuta 70-30. Non era un appalto, non lo è mai stato. Un appalto presuppone che si facciano i lavori e che si venga pagati per farli. A noi chi ci pagava? Nessuno. C’era appunto una permuta che ci garantiva possibili introiti con immobili e posti barca. Lo ripeto, questa è una storia inventata. Questa inchiesta e questo processo non dovevano esistere. Dopotutto la sentenza parla chiaro, il fatto non sussiste”.

“Se mi aspettavo queste motivazioni? Francamente, dopo una sentenza così tranchant, lo immaginavo. I giudici, però, si sarebbero potuti limitare ad archiviare le accuse di abuso d’ufficio perché il reato prescritto. Invece no, hanno spiegato in maniera chiara anche il perché non si configura in nessun modo neanche il reato di abuso. Questa è una sentenza che denota un altissimo senso di responsabilità. Una sentenza che va a fondo su tutto, che si occupa minuziosamente di tutti i particolari”.

“Insisto nel dire solo una cosa. Continuo a vedere ingiustizie verso i titolati dei posti barca. Sono loro, oltre a noi, che abbiamo subito danno irreversibili, le vittime di questa situazione. Il porto ad oggi non è finito e sono passati ormai quattro anni dal fermo dei lavori. Se ho avuto delle proposte per finirlo? No, ma non mi interessa neanche. Nel senso che non voglio essere per forza io a finirlo, ho sempre e solo detto che se venissi chiamato io lo finirei in un anno e mezzo. Ma credo che questo valga per chiunque, non solo per il sottoscritto. Con un pò di buona volontà il porto in un anno e mezzo si finisce. Le barche sarebbero contente perché avrebbero creato valore e la Porto di Imperia Spa avrebbe il suo 30%. A proposito della Porto di Imperia Spa, vogliono far fallire una società che 100-150 milioni di valore”.

“Io ho sempre ripetuto le stesse cose, per anni. Lo ho ripetute anche davanti ai giudici, in Tribunale, quando sono venuti a congratularsi anche gli avvocati della parte civile. Oggi, alla Procura non ho nulla da dire. Non ho risentimenti. Solo un Pm ha agito in un certo modo e dispiace che in Italia non vi siano strumenti per controllare simili situazioni. Quando c’è accanimento giudiziario da parte di un magistrato, questo va controllato, fermato. In tutti i settori, chi commette degli errori viene sanzionato. Perché per un Pm deve essere diverso? I giudici di Imperia, al contrario, si sono sempre dimostrazioni equilibrati”.

Anche Riesame e Cassazione confermarono le accuse e la custodia cautelare carcere?

“Siamo arrivati a questa sentenza dopo un dibattito durato circa due anni. Il Riesame ha cinque giorni per valutare accuse pesanti, come una truffa da 300 milioni di euro, e centinaia di documenti. È ovvio che non entra nel merito della questione. Lo stesso vale per la Cassazione. Sono organi che nell’occasione sono chiamati a valutare la custodia cautelare non il quadro accusatorio nella sua interezza”.

 “La posizione del Comune di Imperia si aggrava dopo questa sentenza?

“Penso proprio di si. Il Comune era consapevole di tutti i dettagli dell’operazione. Ci sono verbali e assemblee a testimoniarlo. Tutta la città era al corrente del progetto. Dalla sentenza di evince chiaramente come il Comune abbia firmato decadenze inesistenti, danneggiando in particolar modo i titolari di posto barca che da anni non sanno che futuro avranno. E badate bene, io non li sto difendendo ora, li ho sempre difesi”.

 

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