26 Aprile 2024 05:04

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26 Aprile 2024 05:04

IMPERIA. DEPURATORE, IL TAR DÀ RAGIONE AL COMUNE. L’ATI FERRERO-SIBA DEVE GESTIRE L`IMPIANTO ALLE CONDIZIONI DEL 1989/ECCO I POSSIBILI SCENARI

In breve: "Questa sentenza dimostra che il Comune di Imperia aveva ragione nel sostenere la propria tesi sul canone di gestione del depuratore. Il canone è quello previsto dal contratto di appalto del depuratore firmato nel 1989 che prevedeva..."

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L’Ati Ferrero-Siba dovrà rispettare il contratto sottoscritto con il Comune di Imperia nel lontano 1989 e gestire il depuratore per i prossimi 4 anni con un canone pari a 360 mila euro. È questo il verdetto del Tar Liguria che ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla società che fa capo all’imprenditore Attilio Ferrero contro la determina sottoscritta dal dirigente del settore ambiente Alessandro Croce con cui il Comune di Imperia intimava all’Ati Ferrero-Siba il pagamento di quanto contrattualmente previsto nel 1989.

La diatriba che ha portato le parti di fronte al Tar (il Comune era difeso dall’avvocato Enrico Panero) riguarda il canone da corrispondere per la gestione del depuratore, di poco superiore ai 300 mila euro secondo il Comune di Imperia (stesso contratto del 1989 trasposto in euro e adeguato all’indice Istat), appena inferiore al milione di euro secondo l’Ati Ferrero-Siba (per via di un aumento, secondo il privato, dei costi di gestione).
Il sodalizio che fa capo a Ferrero non solo ha presentato ricorso al Tar, ma ha anche inviato una lettera al Comune di Imperia annunciando di voler rinunciare alla gestione dell’impianto (“essendosi il Comune rifiutato di stipulare il contratto di gestione dopo l’esaurimento del periodo di gestione provvisoria, prevista dal contratto di appalto, terminato il 10-10-2013“). Una richiesta di disimpegno rispedita al mittente dall’amministrazione Capacci con un’ordinanza sindacale.
L’ordinanza del Comune e la sentenza del Tar mettono ora l’Ati Ferrero-Siba di fronte a un bivio. Accettare di proseguire la gestione del depuratore alle condizioni del Comune o rescindere il contratto pagando una sostanziosa penale.

Contattato da ImperiaPost il Sindaco Carlo Capacci ha dichiarato: Questa sentenza dimostra che il Comune di Imperia aveva ragione nel sostenere la propria tesi sul canone di gestione del depuratore. Il canone è quello previsto dal contratto di appalto del depuratore firmato nel 1989 che prevedeva la costruzione dell’impianto, un anno di gestione in prova a titolo gratuito e 5 anni di gestione con canone mensile pari a 360 mila euro al mese, calcolato partendo dal contratto originario trasposto in euro e adeguato all’indice Istat. Ora ci aspettiamo che l’Ati Ferrero-Siba onori il contratto sottoscritto a suo tempo. Aver sostenuto questa tesi significa aver fatto risparmiare gli imperiesi, perché il canone richiesto dall’Ati Ferrero-Siba sarebbe stato molto più oneroso, nell’ordine di circa 1 milione di euro. Siamo molto soddisfatti perché crediamo di aver adempiuto al nostro dovere di amministratori pubblici”.

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