20 Aprile 2024 03:46

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20 Aprile 2024 03:46

LE DITTE DI RACCOLTA RIFUTI AI RAGGI X NELL’AUDIZIONE DEL PREFETTO DAVANTI ALLA COMMISSIONE D’INCHIESTA SUI RIFIUTI/ECCO COSA NON VA

In breve: L'audizione del Prefetto Silvana Tizzano davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti è molto importante perché disegna un quadro piuttosto dettagliato delle tre ditte di raccolta rifiuti che operano o hanno operato sul territorio imperiese

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L’audizione del Prefetto Silvana Tizzano davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, in missione in Liguria e nell’imperiese nei giorni scorsi, è molto importante perché disegna un quadro piuttosto dettagliato delle tre ditte di raccolta rifiuti che operano o hanno operato sul territorio imperiese, Aimeri, Tradeco e Docks Lanterna.

AIMERI

“Per fare un quadro della situazione attuale, nell’area di Taggia (quindi ci riferiamo al sanremese) opera in questo momento la società Aimeri ambiente S.r.l. e attraverso la figura di un suo capo cantiere, Gianfranco Claudio Del Tufo, la società sembrerebbe coinvolta in un procedimento penale nei confronti di un gruppo criminale riconducibile alla famiglia mafiosa dei Caltabiano, a sua volta collegata a un clan catanese. Questo è ovviamente un sintomo delle situazioni da tenere sotto controllo“.

TRADECO

“Per quanto riguarda il capoluogo imperiese, comprensorio al quale aderiscono anche altri 34 Comuni della provincia, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani sono affidati alla ditta Tradeco, che ha sede in Altamura.
Su questa società non sono state mai individuate situazioni ostative in sede di rilascio di certificazioni antimafia, benché due anni fa la Prefettura di Bari nel rilasciare una liberatoria abbia comunque sottolineato la sussistenza di precedenti penali nei confronti dell’amministratore unico e direttore tecnico di questa società e il suo coinvolgimento nell’ordinanza di custodia cautelare del 2011 del Tribunale di Bari.
A questo proposito, in sede di Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti in Puglia, il Prefetto dell’epoca aveva sottolineato come il capostipite di questa famiglia, il signor Carlo Dante Columella, avesse subìto diverse incriminazioni per smaltimento illecito di rifiuti e altri piccoli reati, che però non avevano portato a condanne, e che un altro componente della famiglia era risultato collegato con un’altra azienda e arrestato insieme a due funzionari dell’ASL di Bari per smaltimento illecito di rifiuti.
Questa società è sempre stata considerata particolarmente forte sul territorio per le grandi disponibilità economiche e finanziarie. In questa relazione si legge che sono talmente forti che potrebbero essere capaci di influenzare e condizionare la vita politica del territorio.
Per quanto riguarda il comportamento di questa azienda soprattutto con riferimento al capoluogo, non sono mancati i problemi di rapporti. Io stessa il giorno seguente a quello del mio arrivo alla Prefettura di Imperia ho dovuto tenere una vertenza sindacale, perché non c’è una puntualità nella corresponsione degli orari, c’è spesso una segnalazione di disservizi da parte dei Comuni che hanno rapporti con questa azienda, che è un po’ traballante perché anche sotto il profilo della qualità del servizio ripeto ci sono diverse segnalazioni e diversi malcontenti”.

DOCKS LANTERNA

“Dobbiamo rivolgere uno sguardo attento anche a un’altra vicenda che potrebbe dimostrare una certa contiguità tra il settore dei rifiuti e la criminalità organizzata, e si ricollega all’attenzione posta dalla Commissione di indagine nominata ex lege n. 726 del 1982 ai fini della proposta di scioglimento del Comune di Ventimiglia, atteso che quella Commissione di indagine si soffermò, anche per raccogliere elementi a sostegno della propria proposta, sull’affidamento del servizio dell’igiene urbana.
In quel periodo, oltre che da alcuni elementi d’indagine, fu possibile rilevarlo anche da un atto intimidatorio subìto dall’allora direttore generale del Comune nel marzo 2009.

Il direttore generale del Comune, dottor Prestileo, aveva denunciato il danneggiamento da parte di ignoti della propria autovettura con 7 colpi di arma da fuoco.
Qualche giorno dopo questo evento si era recato presso l’Arma dei Carabinieri fornendo dettagliate informazioni circa la procedura di affinamento del servizio di igiene urbana alla Docks lanterna S.p.A., facendo pensare che l’atto intimidatorio potesse in qualche maniera essere collegato alla gara d’appalto allora in corso.
La Commissione d’indagine alla luce di questi episodi soffermò maggiormente la sua attenzione su tutta la procedura che aveva portato all’affidamento del servizio a questa ditta, per verificare se fosse stata in qualche modo favorita. In realtà la Docks lanterna era subentrata ad altra società acquistando un ramo di azienda e aveva ottenuto dal dicembre 2008 il servizio di igiene urbana, sul quale è andata avanti attraverso delle proroghe.

Nel 2008, però, l’amministrazione di Ventimiglia ritiene di interrompere questa modalità di affidamento di servizi attraverso proroghe, che riguardava non soltanto il servizio di igiene urbana ma anche altri servizi. In particolare, con riferimento a quanto ci interessa, nel dicembre 2008 bandisce una gara con una procedura aperta, individua un capitolato speciale nel quale, al di là di incrementi del canone, pone a carico della ditta eventualmente subentrante anche l’assorbimento del personale precedentemente esistente, quindi una serie di condizioni ritenute non incentivanti dai partecipanti, per cui questa gara di fatto è andata deserta.
È stata quindi indetta una nuova procedura aperta per l’affidamento del servizio per 5 anni diversa dalla precedente, con condizioni apparentemente anche più favorevoli per l’aggiudicatario, ma anche questa ulteriore gara aperta viene deserta.
Il Comune pertanto decide di indire una procedura negoziata, invita 8 ditte e questo appalto vede nuovamente vincere la Docks lanterna con un risultato abbastanza oneroso per il Comune, secondo le valutazioni fatte all’epoca la Commissione d’indagine a cui facevo riferimento prima.
La Commissione d’indagine avrebbe anche rilevato che queste procedure di affidamento non avrebbero rispettato la normativa in materia di lavori pubblici, tenuto conto che alla procedura negoziata si poteva arrivare soltanto dopo aver esperito una procedura aperta alle stesse condizioni, quindi senza alterare le condizioni del capitolato, che invece nella fattispecie erano stati modificate, quindi è come se la Docks avesse avuto un servizio senza passare per un corretto confronto concorrenziale con altre società.  Da quel momento la Docks lanterna gestisce senza soluzione di continuità il servizio e questa è una delle condizioni a cui si è riportata la Commissione d’indagine per arrivare alla proposta di scioglimento dell’ente.

A questo proposito il Procuratore distrettuale antimafia di Genova aveva anche affermato una cointeressenza dell’amministratore della società di Genova, che aveva avuto più volte l’appalto del servizio di igiene urbana anche in regime di proroga, con la famiglia Marcianò, che risulta coinvolta nel famoso procedimento La svolta che si è concluso il 7 ottobre 2014 e ha visto la condanna di ben 16 imputati per 416 bis, ha confermato la presenza di una struttura di ‘ndrangheta nel ponente della provincia di Imperia, individuando proprio nel Marcianò il capo della locale ‘ndrangheta di Ventimiglia.
Aggiungo che lo stesso direttore generale che aveva subìto l’atto intimidatorio e denunciato questa situazione aveva però anche autorizzato il subappalto dalla ditta Docks lanterna a una cooperativa, la Marvon, riconducibile ancora una volta alla famiglia Marcianò.
Questa ditta ha una serie di appalti non soltanto nel Comune di Ventimiglia, ma anche nel Comune di Bordighera e in altri Comuni della provincia, anche se mi risulta che le amministrazioni comunali (almeno le maggiori) abbiano intenzione di riavviare una nuova procedura di gara e quindi interrompere questo sistema delle proroghe.
In questo appunto che abbiamo predisposto, per completare il quadro del settore dei rifiuti abbiamo fatto un veloce riferimento anche alla centrale a biomasse che si trova nel territorio del Comune di Ventimiglia.
L’Arma dei Carabinieri ha avviato un’attività investigativa, che ha portato di recente al deferimento di 5 persone che in concorso tra loro, con un’attività strutturata e l’attribuzione di specifici compiti, avrebbero costituito un’organizzazione intesa a gestire abusivamente l’attività di smaltimento di ceneri di combustione derivanti da una centrale sita in località Bevera di Ventimiglia denominata Energy Green.
Il materiale inquinante veniva stoccato in cassoni situati all’interno della stessa centrale, per essere trasportati presso una vicina cava bergamasca, dove veniva smaltito illecitamente mediante interramento. Questo ha anche acclarato complicità nel rilascio di relazioni di perizia, dati non veritieri sulle modalità di gestione della centrale, sulla qualità del combustile e sulle caratteristiche dell’impianto”.

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