26 Aprile 2024 15:51

Cerca
Close this search box.

26 Aprile 2024 15:51

IMPERIA CITTÀ IN CRISI. SIMONE GANDOLFO:”MANCA UN IMPEGNO SERIO. SERVE UNA VISIONE DA AQUILE, NON DA POLLI”/ L’INTERVISTA

In breve: Fare l'artista è un lavoro, noi ci mettiamo a disposizione della città, ma se siamo relegati a tagliare nastri l'artista poi si stufa. Io vorrei anche fare una proposta culturale e non solo di immagine..

gandolfo.jpg

Imperia. La polemica scatenata dalle dichiarazioni di Settimio Benedusi, fotografo, e Stefano Senardi, discografico, sulla città di Imperia e sulla gestione degli eventi artistici culturali in città non sembra volersi placare. Anzi. Diverse dichiarazioni sono arrivate alla redazione e molti artisti hanno voluto dire la loro su questo doloroso argomento. L‘attore e regista Simone Gandolfo ha voluto raccontare cosa ne pensa di questa situazione e come, secondo lui, la nostra città potrebbe scrollarsi di dosso questo torpore culturale.

D: Parliamo di Imperia, si può “dare la colpa” a qualcuno per una mala gestio del settore artistico e culturale?

R: Imperia è un territorio piccolo e non si può fare solo riferimento all’amministrazione Capacci. Ci sono tante realtà artistiche che agiscono a livello provinciale e secondo me bisognerebbe fare una rete. Ci sono diversi esperti del settore teatrale, ad esempio gli attori de “Lo Spazio Vuoto”, e dovrebbero essere interpellati loro come esperti della scena e non fare azioni scombinate che poi portano a poche azioni concrete. Bisogna agire in sinergia con il Comune che deve farsi capofila di una ben più ampia rete a livello provinciale.

D: A proposito del territorio e della valorizzazione della nostra realtà tramite eventi culturali come ci stiamo muovendo?

R: Beh, non molto bene. Stiamo perdendo la Genova Liguria Film Commission, ossia quell’ente regionale che ha lo scopo attirare investimenti produttivi in Liguria nel settore della produzione audiovisiva (pubblicitaria, televisiva e cinematografica, ndr), per creare occupazione e per stimolare la nascita e la crescita di imprese di servizio locali. Noi come Imperia non ci siamo nemmeno. Sanremo invece si sta muovendo per fare qualcosa a riguardo.

D: Saresti disponibile a offrire a Imperia la tua esperienza?

R: Io ho tante idee e sarei ovviamente disponibile a mettere a disposizione la mia esperienza e la mia conoscenza per poterle realizzare, ma ci deve essere un impegno serio. Se i comuni sono strozzati dal patto di stabilità e non hanno fondi devono farsi capofila di iniziative dove poi possono confluire anche soldi di privati, ma deve esserci un intento comune. Invece a Imperia si fanno tante cose piccole che non escono dalla realtà del quartiere. Serve una visione da aquila, non da polli.

D: C’è qualcosa che manca alle manifestazioni che si fanno già sul territorio? Qualcosa che si potrebbe migliorare?

R: Le manifestazioni che si fanno legate al cinema, allo spettacolo dal vivo e al teatro se vogliono avere una ricaduta turistica e travalircare i confini del quartiere serve che siano omogenee ad uno standard anche fuori dal Comune di Imperia. Ci sono competenze che vanno interpellate, se si vuole fare intrattenimento di qualità, se no non c’è uno standard elevato. Inoltre credo sia necessario fare un progetto anche sulla formazione specifica di figure legate a questo settore perchè qui non c’è. Bisogna poi capire anche qual è l’anima di Imperia sugli spettacoli perchè se si fa un concerto e poi arriva un comitato che si lamenta della musica troppo alta e un altro dei giovani che volevano un altro tipo di intrattenimento non se ne esce. Bisogna capire in che direzione andare.

D: Sei d’accordo con le parole di Stefano Senardi e Settimio Benedusi?

Ritengo che Senardi e Benedusi abbiano fatto dichiarazioni motivate da esperienze personali. Io anche, con altri soggetti politici, ho avuto esperienze poco costruttive. È vero io, Senardi, Benedusi e tutti gli esperti, siamo definiti i “tecnici” e sarebbe più giusto che ci occupassimo noi di certi aspetti della cultura. I politici devono fare i politici. Tutti devono fare il loro lavoro. Fare l’artista è un lavoro, noi ci mettiamo a disposizione della città, ma se siamo relegati a tagliare nastri l’artista poi si stufa. Io vorrei anche fare una proposta culturale e non solo di immagine.

Condividi questo articolo: