24 Aprile 2024 07:51

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24 Aprile 2024 07:51

OMICIDIO BIAGI. MANCATA SCORTA, REATO PRESCRITTO PER SCAJOLA. I LEGALI: “VALORE DELL’INCHIESTA NULLO. PROCEDIMENTO SURREALE”

In breve: Giorgio Perroni ed Elisabetta Busuito, legali dell’ex ministro Claudio Scajola, hanno diramato una nota stampa in merito alla notizia dell'avvenuta prescrizione nell'ambito dell’inchiesta per la mancata scorta a Marco Biagi, ucciso dalle Br nel 2002

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Giorgio Perroni ed Elisabetta Busuito, legali dell’ex ministro Claudio Scajola, hanno diramato una nota stampa in merito alla notizia dell’avvenuta prescrizione nell’ambito dell’inchiesta che vedeva indagati per cooperazione colposa in omicidio colposo Claudio Scajola e Gianni De Gennaro per la mancata scorta a Marco Biagi, ucciso dalle Br nel 2002.

“Il procedimento penale che si è svolto a Bologna rappresenta un qualcosa di assolutamente surreale; la Procura, infatti, per poter svolgere delle indagini, ha anzitutto ipotizzato la fattispecie di omicidio volontario, essendo pacificamente già prescritto al momento dell`inizio delle investigazioni il reato di omicidio colposo. E’ chiara a tutti la evidente strumentalità di una tale soluzione, e ciò in quanto appare veramente fuori da ogni logica anche il solo immaginare un’ipotesi di omicidio volontario in una siffatta vicenda”.

“Successivamente la stessa Procura ha, per oltre un anno, indagato sulla posizione di Claudio Scajola senza, tuttavia, come sarebbe stato doveroso, iscriverlo nel registro degli indagati; anche questa scelta – proseguono gli avvocati – ha una evidente e ben precisa finalità: se, infatti Claudio Scajola fosse stato iscritto, la Procura si sarebbe dovuta necessariamente spogliare dell’inchiesta e avrebbe dovuto trasmetterla al Tribunale dei Ministri, soggetto competente a effettuare le indagini”.

“Durante l’intera fase delle investigazioni preliminari, inoltre, Claudio Scajola non è mai stato sentito e quindi mai è stato posto nella condizione di fornire la propria versione dei fatti! Da ultimo, la Procura – concluse le indagini – ha iscritto il nominativo di Claudio Scajola, inviando gli atti al Tribunale dei Ministri con invito di sottoporlo ad interrogatorio per chiedergli se intendeva rinunciare alla prescrizione; con ciò realizzando un’ulteriore, conclusiva anomalia, in quanto è noto a tutti che l’indagato non può rinunciare alla prescrizione. Alla luce di tutto quanto riferito, ci sembra, quindi, evidente – concludono Perroni e Busuitoche il valore di questa inchiesta sia assolutamente nullo”.

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