28 Marzo 2024 20:56

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28 Marzo 2024 20:56

IMPERIA. CASO SCAJOLA. LA PROCURA CHIEDE IL RINVIO A GIUDIZIO PER UNO DEGLI AGENTI DELLA SCORTA / ECCO PERCHÈ

In breve: L'inchiesta scaturì a seguito dell'arresto di Scajola, l'8 maggio del 2014, nell'ambito dell'operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria denominata "Breakfast" per cui Scajola è ancora sotto processo con l'accusa di procurata inosservanza della pena...
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Claudio Scajola accompagnato dall’agente di scorta Stefano Bernardi

La Procura della Repubblica di Imperia ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio per uno dei quattro agenti della Polizia di Stato indagati con l’ipotesi di reato di truffa e falso nell’ambito dell’inchiesta che vede indagati, con l’accusa di peculato, anche l’ex Ministro Claudio Scajola e la sua ex segretaria Roberta Sacco per l’uso improprio della scorta. 

L’inchiesta scaturì a seguito dell’arresto di Scajola, l’8 maggio del 2014, nell’ambito dell’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria denominata “Breakfast” per cui Scajola è ancora sotto processo con l’accusa di procurata inosservanza della pena per aver favorito la latitanza di Amedeo Matacena, l’ex Parlamentare del Pdl, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.

Per il reato di peculato Scajola, la segretaria Roberta Sacco e gli agenti Roberta Izzo, Giovanni Colucci e Nicola Malafronte e Stefano Bernardi , il Pubblico Ministero Alessandro Bogliolo e il Procuratore aggiungo Grazia Pradella hanno chiesto l’archiviazione per l’infondatezza della notizia di reato, ma per quanto riguarda l’agente Stefano Bernardi i magistrati hanno chiesto il rinvio a giudizio in quanto ritengono vi siano prove sufficienti per dimostrarne la condotta illecita in merito ad alcune ore di straordinario segnate dall’agente che in realtà non avrebbe svolto. 

I fatti relativi alla scorta si riferiscono agli ultimi mesi del 2013 e i primi del 2014 in cui Scajola, attraverso la segretaria, avrebbe secondo l’accusa disposto viaggi “extra” per Chiara Rizzo, la moglie di Matacena, e più in generale per interessi personali. Fece scalpore l’episodio, avvenuto il 27 febbraio 2014, in cui proprio Bernardi su indicazione dell’ex segretaria di Scajola si spostò da Imperia ad Alassio per comprare delle calze per la Rizzo.

A questo punto toccherà al giudice per l’udienza preliminare a decidere sul destino degli altri indagati: accogliere la richiesta di Bogliolo o disporre ulteriori indagini. Bernardi, invece, dovrà presentarsi davanti al giudice per l’udienza preliminare che dovrà decidere se rinviare a giudizio l’agente o disporre il “non luogo a procedere”. 

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