26 Aprile 2024 00:07

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26 Aprile 2024 00:07

IMPERIA. A TRE MESI DALL’ESPLOSIONE IN VIA DEL COLLEGIO SALE LA RABBIA DI COMMERCIANTI E INQUILINI:”COMUNE INESISTENTE” / IL CASO

In breve: Il dito è puntato contro l'ing. Giuseppe Rebuttato, funzionario comunale incaricato di svolgere le verifiche del caso, che da alcuni giorni risulterebbe irreperibile.

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Imperia. Tra innocentisti e colpevolisti la città si è divisa sull’arresto di Michele Mucciolo e Alessio Alberigo, i due gestori della sala scommesse Eurobet di via del Collegio, arrestati lunedì scorso e accusati dalla Procura della Repubblica di Imperia di essere i mandanti dell’attentato in cui morirono due dei tre attentatori.

Ma le vittime di tutta questa vicenda chi sono veramente? Senza dubbio gli inquilini del palazzo rimasto gravemente danneggiato e i titolari delle due attività commerciali, oltre alla palestra, presenti nello stabile.

Vittime due volte: la prima nel momento in cui sono stati costretti ad abbandonare la propria casa o la propria attività e la seconda quando il Comune di Imperia ha voltato loro le spalle. Sì perché gli inquilini dello stabile lamentano la totale assenza dell’Ente nella vicenda. Il sindaco Carlo Capacci nei mesi scorsi ha emesso un’ordinanza di sgombero legata alla non agibilità dei locali per motivi di sicurezza non curandosi però più della loro sorte e senza controllare che gli uffici, in particolare l’ing. Giuseppe Rebuttato, funzionario comunale incaricato di svolgere le verifiche del caso, si adoperino il più celermente possibile per permettere alle vittime di ritornare alla propria vita.

“L’ing. Rebuttato – tuonano i gestori del panificio e gli inquilini – non risponde al telefono. Ci avevano assicurato che entro la metà di gennaio saremo potuti rientrare nei nostri appartamenti e nelle nostre attività commerciali ma nessuno si vuole prendere la responsabilità. La nostra panetteria non ha lesioni e i vigili del fuoco ci avevano detto che saremo potuti rientrare. Fortunatamente abbiamo il forno di fronte e abbiamo allestito un piccolo punto vendita ma abbiamo dovuto lasciare una persona a casa senza contare che abbiamo perso un mese di lavoro. Inoltre per aprire qua abbiamo dovuto pagare 650 euro e il giro di affari è calato drasticamente senza contare che non possiamo entrare nel negozio dove ci sono prodotti che stanno andando in scadenza o che sono già scaduti. La lavanderia ha chiuso e probabilmente non riaprirà più e gli uffici che c’erano si sono dovuti spostare. Gli unici che ci hanno dato una mano è il personale dell’Asl e quello dell’ufficio licenze del comune, gli altri latitano”. 

Il nostro auspicio è che il sindaco Capacci e l’ing. Croce, responsabile del settore, si adoperino il più celermente possibile per permettere a queste famiglie e a questi lavoratori, le vere vittime di questa vicenda, di ritornare alla propria vita. 

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