23 Aprile 2024 21:28

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23 Aprile 2024 21:28

IMPERIA. L’ASSOCIAZIONE PROFESSIONI PEDAGOGICHE INTERVIENE SULLA LITE TRA PROFESSORE E STUDENTE /LA LETTERA

In breve: "L’educazione è diventata un grande partitario pubblico dove a contare sono soltanto i numeri mentre i fruitori dei servizi sono costretti a subire il disoccupato di turno che non avendo di meglio da fare decide di emulare professionalità che richiedono ben altro impegno..."

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Imperia. In merito all’articolo relativo ad un professore che ha umiliato e bestemmiato contro un alunno, e anche a seguito dei numerosi fatti di cronaca che in queste ultime settimane hanno riempito le notizie di cronaca, l’associazione APP, Associazioni Professioni Pedagogiche, nata per tutelare la professione di pedagogista ed educatore ha emesso un comunicato stampa nel quale chiede a gran voce la necessità di richiedere competenza e professionalità a tutte le figure che si occupano di educazione.

“I mass media ci informano dei continui atti di violenza e di maltrattamento perpetrati ai danni dei nostri bambini, anziani e disabili. Nonostante le evidenze siano ormai inconfutabili, le Pubbliche Amministrazioni ancora oggi, provvedono ad assegnare appalti di servizi socio-educativi con la nota formula delle “offerte al ribasso”. Una scelta barbara, che a nostro avviso denota già in modo evidente quali sia il disinvestimento pubblico nei riguardi della tutela delle fasce deboli e bisognose della nostra società. Chi costa di meno vince la posta in gioco.

L’educazione è diventata un grande partitario pubblico dove a contare sono soltanto i numeri mentre i fruitori dei servizi sono costretti a subire il disoccupato di turno che non avendo di meglio da fare decide di emulare professionalità che richiedono ben altro impegno, cura, preparazione e motivazione personale.

L’educazione, come diritto e possibilità di crescita costruttiva, non si può improvvisare. Occorre pianificarla, progettarla, accompagnarla, sostenerla e pensarla in modo adeguato. Non può essere baluardo di persone intente a sbarcare il lunario alla fine del mese!

Nella nostra veste di Associazione nazionale, operante ai sensi della L.4/2013, che annovera al suo interno Educatori e Pedagogisti che hanno realmente a cuore la promozione dell’agio socio- educativo ed umano dell’utenza cui si rivolgono quotidianamente, esprimiamo piena solidarietà nei riguardi delle famiglie e di chi ha ingiustamente subito tali atti.

A tal fine siamo a rinnovare la disponibilità in forma gratuita e su base volontaria, da parte di tutti i nostri associati, di accompagnare e sostenere le vittime dirette di tali abusi e i loro famigliari più prossimi attraverso incontri che potranno tenersi in ogni regione di Italia dove siano presenti i nostri colleghi.

Alle Pubbliche Amministrazione di ogni ordine e grado richiediamo con assoluta fermezza di dare seguito con la massima urgenza a quanto segue:

1. Istituire tavoli di concertazione e programmazione tra parti sociali coinvolte, ivi comprese le associazioni professionali di pedagogisti ed educatori e le famiglie che fruiscono dei servizi socio-educativi territoriali pubblici e/o privati. Il mandato di questa proposta dovrà riguardare la redazione di un documento unico circa i parametri minimi di ingresso e di orientamento professionale per accedere ai servizi sociali pubblici e/o privati da adottare quali criteri selettivi per impiegare personale adeguatamente preparato e motivato all’interno delle strutture rivolte a bambini, disabili, anziani e donne vittime di abusi.

2. Istituzione presso ogni centro educativo di un servizio di supervisione pedagogica obbligatoria ad opera di professionisti del medesimo settore accreditati e certificati dalle rispettive associazioni di riferimento, per prevenire, sostenere ed accogliere ogni forma di disagio da parte degli operatori che vi lavorano. In particolar modo presso i nidi comunali dove questo strumento, nella stragrande maggioranza dei casi, non è mai stato concepito né reso operativo.

3. Dare legittimazione ad un servizio di supporto e orientamento agli utenti dei servizi pubblici e/o privati istituendo un numero verde dedicato alla denuncia di abusi o di sospette violenze perpetrate ai danni degli utenti da parte degli operatori della struttura. Tale servizio potrà essere gestito dalle associazioni professionali di pedagogisti ed educatori in forma gratuita e su base volontaria. L’obbiettivo sarà quello di fungere da raccordo tra le autorità giudiziarie, le pubbliche amministrazioni e il privato famigliare.

Nella speranza che l’appello alle vostre coscienze di amministratori e responsabili del benessere e della tutela dei cittadini possa avere la meglio rispetto questioni di ordine burocratico-amministrative, ci dichiariamo sin d’ora disponibili ad essere ascoltati per un intervento fattivo in tempi brevi al fine di poter dare seguito alle richieste espresse nella presente a nome di tutti i nostri associati”.

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