19 Aprile 2024 19:20

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19 Aprile 2024 19:20

IMPERIA. RANISE (FORZA ITALIA) SU “TESORETTO” E PORTO TURISTICO: “SCELTE DELL’AMMINISTRAZIONE CAPACCI PRIVE DI UNA STRATEGIA”

In breve: Il coordinatore cittadino e consigliere comunale di Forza Italia Antonello Ranise ha preso posizione in merito alla situazione del porto turistico e al tanto discusso "tesoretto" da 6.5 milioni di euro frutto della transazione sottoscritta...

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Il coordinatore cittadino e consigliere comunale di Forza Italia Antonello Ranise ha preso posizione in merito alla situazione del porto turistico e al tanto discusso “tesoretto” da 6.5 milioni di euro frutto della transazione sottoscritta dal Comune di Imperia con la Assicurazioni Generali e relativa all’escussione delle fideiussioni a garanzia della realizzazione del porto di Imperia.

“In questi giorni si parla molto in città, e non solo tra i cosiddetti addetti ai lavori, ma, cosa ben più rilevante, tra i comuni cittadini, della sorte del Porto turistico e dell’ormai famoso ‘tesoretto’ di 6,5 milioni di euro, parecchio sbandierato dall’Amministrazione comunale. Tempo fa, con un intervento di notevole efficacia, si è fatto sentire il gruppo di ‘Imperia Cambia’, a firma dei consiglieri Paolo Re, Natalia Riccò ed Ester D’Agostino, con una serie di rilievi e di osservazioni molto importanti, al netto di passaggi polemici tutti interni ad un’Amministrazione giustamente definita ‘Armata Brancaleone’, di cui prendiamo atto, certi che i suddetti consiglieri sapranno, a tempo debito, trarne le inevitabili conseguenze. Non mi pare secondario ribadire tutti i dubbi di natura giuridica sul come sia lecito spendere i soldi del tesoretto, perché è evidente che se la Corte dei Conti dovesse rilevare delle irregolarità le conseguenze sarebbero tutt’altro che irrilevanti. E un altro contenzionse sarebbe, credetemi, insostenibile.

Ma non è questo il punto principale. Quel che è certo è, che, anche in quest’occasione, e per l’ennesima volta, le decisioni dell’Amministrazione non sembrano meditate e soprattutto appaiono prive di un’autentica strategia: si naviga a vista capitalizzando quel che è possibile per conservare la poltrona e per tirare a campare. Non è un bello spettacolo. Non è certo mia intenzione dare lezioni a nessuno su una materia del genere, ma provare a ragionare con un po’ di buon senso credo sia doverso. Ricordo che i danari di cui sopra devono essere spesi entro la fine dell’anno, e per progetti già approvati: quindi, come sempre, nessuna programmazione e il tutto in fretta, che è sempre una pessima consigliera. Ma ciò che mi preme ulteriormente sottolineare, è che, come è noto, il Consiglio di Stato avrebbe dovuto emettere la sentenza sulla decadenza della concessione alla Porto Spa entro il 20 ottobre. A seguito dell’escussione della fidejussione per gli oneri di urbanizzazione a scomputo da parte del Comune, il collegio giudicante, sollecitato degli avvocati della curatela, ha ritenuto opportuno, peraltro comprensibilmente, di rinviare la sentenza (luglio 2017…) a fronte della nuova situazione di fatto venutasi di fatto a creare (e quindi per esaminare ulteriormente una pratica, già di per sé ingarbugliata). Per essere espliciti, il motivo principale della richiesta di decadenza è il mancato pagamento di due canoni demaniali, coperti anche questi da garanzia fidejussoria. Ora se l’Amministrazione avesse atteso qualche mese per l’escussione della fidejussione, si avrebbe avuto più tempo per capire come spendere i denari del ‘Tesoretto’, si sarebbe evitato di allungare ulteriormente i tempi della decisione del Consiglio di Stato, ponderando meglio e con più efficacia le scelte senza dover ancora una volta navigare a vista.

Noi, da sempre, riteniamo il porto strategico e  prioritario per Imperia, ancor di più in un momento di crisi come quello attuale. Bisogna quindi operare il massimo sforzo per salvare prima e rendere funzionale poi un’ un’opera di tale portata. Oltretutto, se c’è un Porto funzionante, l’indotto in termini di posti di lavoro potrebbe almeno in parte servire da paracadute sociale per i lavoratori dell’ Agnesi, preso atto della volontà di Colussi di chiudere”.

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