29 Marzo 2024 07:09

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29 Marzo 2024 07:09

PRESIDIO NO BORDERS DAVANTI AL TRIBUNALE PER IL PROCESSO ALL’ATTIVISTA ROSELLA DOMINICI:”LA STORIA CI DARÀ RAGIONE, PER ORA CI GODIAMO IL TORTO”/FOTO E VIDEO

In breve: È stato rinviato al 9 febbraio 2018 il processo apertosi questa mattina in Tribunale a Imperia, che vede sul banco degli imputati Rosella Dominici

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È stato rinviato al 9 febbraio 2018 il processo apertosi questa mattina in Tribunale a Imperia, che vede sul banco degli imputati Rosella Dominici (difesa dagli avvocati Fazio e Vitale), accusata di diffamazione aggravata ai danni del sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano (difeso dall’avvocato Roberto Vigneri).

In sostegno di Rosella Dominici, in Tribunale è stato organizzato un corteo da No Border.

I fatti risalgono all’autunno 2015, quando, ai Balzi Rossi, il presidio No Borders a sostegno dei migranti bloccati al confine tra Italia e Francia, fu sgomberato dalle forze dell’ordine, come richiesto dal sindaco di Ventimiglia Ioculano.

Rosella Dominici, a seguito di quella giornata, pubblicò su Facebook un post apostrofando il sindaco con la parola “bastardo”, da lì la denuncia per diffamazione.

Durante l’udienza, dinnanzi al giudice monocratico Gamba, il PM Molinari ha prodotto una videata dalla quale “si evince il profilo FB di Rossella Dominici e il post relativo al capo di imputazione”.

“Non c’è un problema di paternità delle frasi – afferma la difesa – Le riconosciamo. Ma vogliamo spiegare perche si è arrivati a quelle frasi proprio quel giorno”.

La Rosselli ha letto una dichiarazione spontanea.

Il presidio dei Balzi Rossi è nato quando i primi migranti sono arrivati a Ventimiglia per passare la frontiera con la Francia e trovando un muro invalicabile si sono rifugiati sugli scogliha affermato – Lo ricordo come se fosse oggi:
Faceva molto caldo e quelle persone sugli scogli non avevano nulla.

Da li’ è nata una solidarietà incredibile. Centinaia di volontari sono arrivati al presidio e, fino al giorno dello sgombero, abbiamo dato la possibilità ai migranti di vivere in modo dignitoso. Abbiamo dato assistenza medica e legale, cibo, acqua e vestiti, scuola di lingue e tant’altro ancora, 

In quel periodo il sindaco Ioculano, senza mai essere stato al presidio, chiedeva continuamente lo sgombero, mentre il vescovo Suetta definiva i solidali “martiri del nuovo millennio”.

E poi lo sgombero, le ruspe – ha continuato i ragazzi sugli scogli senz’acqua circondati da blindati e forze dell’ordine, e io, che conoscevo loro, le loro storie, la violenza che gié avevano subito, che il presidio che avevo contribuito a tenere vivo e puito, sistemare i vestiti, la mensa, e tutto quello che in pochi minuti è stato distrutto con una incredibile violrnza, ho scritto quel post. Insieme al post c’erano anche le foto dello sgombero.

Perché anche quella mattina ero lì, impossibilitata ad avvicinarmi, a dare un abbraccio, a passare un panino o una bottiglia d’acqua, costretta ad assistere impotente alla distruzione di quanto avevamo, tutti insieme costruito, ma anche e soprattutto alla distruzione di una idea diversa di accoglienza e di solidarietà, senza che nessun altro che mosignor Suetta tentasse almeno una mediazione.

Ventimiglia aveva la possibilità – ha conclusodi dare un segnale forte ,poteva realmente diventare la “città dell’accoglienza”.

Furio Colombo ha scritto sul fatto quotidiano: “In futuro ci sarà qualcuno che accuserà italiani e francesi per quanto avviene al confine di Ventimiglia, ma, come è avvenuto per altri tragici episodi del genere, la condanna colpirà qualche presunto responsabile, ma in questo momento nessuno salva nessuno”.

Il processo è stato rinviato al 9 febbraio 2018 quando sfileranno i testimoni davanti al giudice. 

Uscita dall’aula, al termine dell’udienza, Rosella Dominici, avvicinata dai giornalisti presenti, ha dichiarato: Non dovete chiedere qualcosa a me. Andate da quei ragazzi a Ventimiglia, chiedete a loro come stanno vivendo”. 

FRANCESCO SCOPELLITI

Noi siamo qui più o meno tutti i mesi, negli ultimi anni abbiamo una serie di processi infiniti. Semplicemente perchè ci stiamo opponendo a una delle pagine più brutte della storia del mondo.

Noi diciamo che la storia ci darà ragione, per ora ci godiamo il torto. Centinaia di persone, uomini e donne, vivono in condizione di estrema difficoltà condizioni di razzismo, deportazioni, inumanità e quindi quello che viene riconosciuto a noi è una sfilza infinita di processi, uno dopo l’altro.

Non capisco, non capiamo di cosa stiamo parlando. Il giorno dello sgombero dei Balzi Rossi, quando le ruspe passavano sopra l’umanità, sopra la fratellanza che noi avevamo costruito, ruspe che il sindaco Ioculano aveva voluto fortemente.

Una signora, 67 anni, una vita di lavoro, Rosella, che in quel campo aveva dato molto in termini di aiuto e umanità, in preda ad un momento di rabbia scrive una cosa su Facebook e viene portata in Tribunale per diffamazione.

Una persona che fa parte del popolo scrive qualcosa contro un sindaco, quindi contro un potente, in un momento difficile e questo è il risultato. Uno dei tanti risultati che noi ci troviamo a subire giorno dopo giorno.

Noi non dovremmo essere qua, qua ci dovrebbero le persone e i potenti che creano tutto questo, che creano l’inumanità che viviamo tutti i giorni a Ventimiglia, in Libia, nei Lager. Ci dovrebbero essere le persone che pensano che le persone di colore sono persone di serie B. Non ci dovremmo stare noi tutti i mesi come stiamo, come ci troviamo ad essere tutti i mesi, un processo uno dietro l’altro sempre per questa questione, semplicemente perchè non riusciamo a stare a casa nostra, perchè non riusciamo a stare zitti di fronte a tutto questo”.

AVVOCATI FAZIO E VITALE (DIFESA)

“Non era un giorno qualunque, era il giorno in cui c’è stato lo sgombero, in un momento in cui è stata decretata la fine di un’esperienza bellissima che hanno vissuto i migranti che erano a Ventimiglia e chi li ha aiutati, cioè l’esperienza del presidio dei Balzi Rossi.

Esperienza problematica sicuramente, un’esperienza difficile, ma un’esperienza che ha dimostrato che un’altra accoglienza è possibile. Accoglienza della quale aveva parlato con parole molto dure anche il Vescovo di Ventimiglia criticando i meccanismi, che non sono necessariamente meccanismi di Ventimiglia. L’Italia è stata condannata diverse volte da contesti internazionali, anche dalla corte eurpea per i diritti dell’uomo per il diniego, per le carenze del sistema di accoglienza che ci sono in Italia.

Recentemente è in corso la 62ª sessione del comitato della Nazioni Unite contro la tortura, che si occupa tra l’altro anche dell’Italia. Ha già avuto modo di criticare molto duramente il trattamento dei migranti che viene riservato dalle autorità italiane.

È in questo contesto che si debbano vedere quelle parole che sono lo sfogo di una persona che conosceva quelle esperienze, che aveva vissuto quelle esperienze, che aveva sentito storie di tortura, di stupro, di morte nel Mediterraneo, dei migranti che erano nei Balzi Rossi e che improvvisamente ha visto morire tutto questo senza neanche andare ad abbracciare i suoi amici o a dare loro una bibita.

È ovvio che nel processo siamo tirati dentro, l’imputata non ha voluto questo processo. L’imputata in questo processo si deve difendere e si deve difendere raccontando quello che è successo, raccontando il perchè lei ha avuto quello sfogo e ha detto quelle parole. Facendo questo forse significa anche parlare di altro e questo è quello che noi dobbiamo fare”.

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