26 Aprile 2024 15:46

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26 Aprile 2024 15:46

LACRIME E COMMOZIONE AI FUNERALI DI STATO PER LE VITTIME DEL PONTE MORANDI. “IL CROLLO UNO SQUARCIO NEL CUORE DI GENOVA, MA LA CITTA’ NON SI ARRENDE”

In breve: Davanti a 5 mila personeil Cardinale Angelo Bagnasco ha officiato la cerimonia, pronunciando un'omelia molto toccante, invitando a riflettere sulla "fragilità della condizione umana", ma anche sulla forza "dei legami umani" e dell'"amore"

funerali collage

Grande commozione, questa mattina, a Genova, per la celebrazione, nel padiglione blu della Fiera di Genova, dei funerali di Stato per le vittime del tragico crollo del ponte Morandi. Davanti a 5 mila personeil Cardinale Angelo Bagnasco ha officiato la cerimonia, pronunciando un’omelia molto toccante, invitando a riflettere sulla “fragilità della condizione umana”, ma anche sulla forza “dei legami umani” e dell'”amore“.

“Il crollo ha provocato uno squarcio nel cuore di Genova” ha detto il Cardinale Bagnasco, che ha lanciato un messaggio di speranza “Genova non si arrende”.

Un lungo e commosso applauso ha accolto una delegazione delle squadre dei Vigili del Fuoco al loro ingresso nel padiglione blu della Fiera di Genova. Presenti il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Premier Giuseppe Conte, i rappresentanti del governo Luigi Di Maio, Matteo Salvini e Danilo Toninelli, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, il segretario del Pd Maurizio Martina e la senatrice Pd Roberta Pinotti. Ad accoglierli il Sindaco di Genova Marco Bucci. Presenti anche i giocatori di Sampdoria e Genoa. Le società hanno chiesto con forza alla Lega di serie A il rinvio delle rispettive partite di campionato, con Fiorentina e Milan, per rispetto verse le vittime.

Presenti anche l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci e il presidente Fabio Cerchiai.

Tanta commozione da parte dei familiari della vittime, più volte avvicinati e consolati con una carezza dal Cardinale Bagnasco che concelebrato con il Vescovo ausiliare di Genova, monsignor Nicolò Anselmi, il Vescovo di Chiavari, monsignor Alberto Tanasini  e il Vescovo della Spezia Luigi Ernesto Palletti.

Tra i momenti più toccanti dell’intera celebrazione la lettura dei nomi delle vittime, accolta da un grande applauso, e la preghiera dell’imam di Genova, Muhammad Nour Dachan, che “in nome del Dio unico”, ha chiesto al Signore di “renderci consapevoli delle nostre responsabilità e di accogliere le anime delle vittime e di consolare i loro familiari”, concludendo con un profondo messaggio di integrazione “le comunita islamiche dell’Italia intera pregano affinchè la pace sia con tutti voi e che il Signore protegga l’Italia e gli italiani”.

Il rito islamico è stato celebrato per i funerali di due delle vittime, i giovani albanesi Marjus Djerri e Edy Bokrina.

L’omelia del Cardinale Angelo Bagnasco

“Il crollo ha provocato uno squarcio nel cuore di Genova. Una ferita profonda che parte dallo sconfinato dolore per coloro che hanno perso la vita, per i familiari, per i feriti, per gli sfollati. Innumerevoli sono i segni di sgomento e vicinanza giunti in queste ore non solo dall’Italia ma dal mondo intero. Anche Padre Francesco ieri, con una telefonata affettuosa, ci ha voluto testimoniare la sua vicinanza. Genova è nello sguardo del mondo, in un grande abbraccio di commozione. Siamo qui per affidarci alla misericordia e alla consolazione che solo Dio può dare.

Sappiamo che qualunque parola umana, seppur sincera, è poca cosa di fronte alla tragedia. Cosi come ogni doverosa giustizia, non potrà cancellare e ristituire. L’incredulità e la successiva presa di coscienza della dimensione crescente della catastrofe, ci hanno fatto toccare l’inesorabile fragilità della condizione umana. In questa esperenza, però, c’è un filo di luce. Quanto più ci scopriamo deboli e esposti, tanto più scopriamo che i legami umani sono necessari per una società che si dichiara civile. Senza un amore affidabile non sarebbe possibile vivere insieme. La gioia della semplice presenza degli altri ci permette di condividere gioie e dolori, ci permette di varcare il vuoto e le circostanze facili o ardite della strada terrena.

Gesù dimostra che di Dio ci possiamo fidare anche se non sempre ci sono chiare le vicende umane. La fede non dissipa tutte le nostre tenebre, ma illumina il cammino passo dopo passo.

Il viadotto crollato non era solo un pezzo importante dell’autostrada, ma un’arteria essenziale per lo sviluppo della città. Genova non si arrende, l’anima del suo popolo è attraversata da mille pensieri e sentimenti. Noi genovesi sapremo trarre dal nostro cuore il meglio.

La rete organizzativa e tempistivita, la generosità di tutti, a cominciare dai Vigili del Fuoco, la forza dei feriti, la preghiera e la solidarietà levatesi da ogni parte della Diocesi, rendono visibile l’anima collettiva della nostra città.

Ci auguriamo che i numerosi sfollati trovino presto il necessario calore della casa.

E’ ora della grande vicinanza. Nel cuore di ognuno cresce per Genova un amore ancora più grande, perché lo merita e non può essere dimenticata da nessuno. La sua vocazione è scritta nella sua storia di laboriosità e tenacia.

Guardando a Dio eviteremo la disperazione, e potremo tornare a guardare con coraggio il mondo, la vita, la nostra amata città. Potremo costruire ponti nuovi e camminare insieme con la forza di Dio”.

Muhammad Nour Dachan

“Nel nome del Dio unico, il crollo di un ponte che sia fisico o metaforico provoca sempre un gran dolore. Due punti che non si toccano più e portano via per sempre le vite di tante persone, segnano una perdita grave per l’umanità intera. Il dolore è immenso e affidiamo a Dio le nostre preghiere per le vittime, le loro famiglie, i feriti, gli sfollati e tutti i soccorritori. La nostra preghiera si trasmette anche a tutti coloro che hanno celebrato i funerali in forma privata. Siamo vicini a tutti voi.

Chiediamo al Signore, colui che nella sua infinit misericordia, ci ha insegnato il valore dei ponti, con il primo ponte simbolico che unito il primo uomo e la prima donna, creando così tutta l’umanità, di renderci consapevoli delle nostre responsabilità.

Chiediamo a lui di accogliere le anime delle vittime e di consolare i loro familiari. Preghiamo per Genova, la superba, saprà rialzarsi con fierezza. Genova, Zena, in arabo significa bella, è nei nostri cuori. Le comunita islamiche dell’Italia intera pregano affinchè la pace sia con tutti voi e che il Signore protegga l’Italia e gli italiani”.

 

 

 

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