24 Aprile 2024 19:22

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24 Aprile 2024 19:22

IMPERIA: FECERO ESPLODERE LA CASSA CONTINUA DELL’EKOM, RUBANDO L’INCASSO. 5 ARRESTI E 16 INDAGATI. CONTESTATI COLPI IN TUTTA ITALIA/L’OPERAZIONE DEI CARABINIERI

In breve: L'inchiesta che ha portato all'arresto dei cinque soggetti, tutti di nazionalità italiana, ha preso il via dalla spaccata alla cassa continua dell'Ekom di Imperia

a tutto gas carabinieri (4)

Ieri, giovedì 18 ottobre, il Nucleo Investigativo di Imperia, coadiuvato da personale del Comando Provinciale di Torino, ha eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Imperia nei confronti di altrettanti soggetti appartenenti ad un’associazione per delinquere finalizzata a commettere i reati di furto, nonché detenzione e porto illegale di materie esplodenti:

  • Davide GAROGLIO, cl. 1972
  • Alfredo DE MARZO, cl. 1982,
  • Marco VENTURA, cl. 1988,
  • Francesco RIZZA, cl. 1964,
  • Gabriele BENAZZI, cl. 1952.

L’inchiesta, denominata “A tutto gas” che ha portato all’arresto dei cinque soggetti, tutti di nazionalità italiana, ha preso il via dalla spaccata alla cassa continua dell’Ekom di Imperia.

L’operazione “a tutto gas” dei Carabinieri

L’indagine – avviata nel luglio 2017 dal citato Nucleo a seguito di una “spaccata” alla cassa continua del supermercato Ekom di Imperia e coordinata dalla locale Procura della Repubblica – ha permesso di individuare i responsabili, nonché di documentarne l’appartenenza ad un’organizzazione dedita ai furti perpetrati mediante l’utilizzo di miscele di gas esplosivi ovvero a furti di veicoli.

In particolare, è stato appurato come il sodalizio avesse posto in essere altri, analoghi reati in danno di supermercati ed uffici postali ubicati in provincia di Imperia (filiale di banca a San Bartolomeo al Mare) oltre che nelle province di Alessandria, Cuneo, Ferrara e Torino.

L’identificazione dei sodali è stata possibile risalendo ai movimenti di un’auto rinvenuta poco distante dal luogo dell’evento, risultata essere oggetto di furto e presente unitamente ad altra vettura anche nelle ore antecedenti al fatto reato, la cui targa ha permesso di individuare un soggetto con precedenti specifici.

Nel medesimo contesto, i militari operanti hanno eseguito sette perquisizioni a carico anche delle cinque persone colpite dalle misure restrittive, sottoponendo a sequestro preventivo – sempre nel capoluogo piemontese – beni immobili (una carrozzeria ed un garage), sei veicoli, cinque conti correnti ed orologi di pregio per un valore complessivo pari ad Euro 500.000 circa in ragione di quanto acclarato nell’ambito degli accertamenti patrimoniali, che hanno permesso di acquisire utili elementi in ordine all’intestazione fraudolenta di beni e valori, nonché al traffico di veicoli rubati, rimessi in commercio, in concorso con altri correi, investendo il sodalizio non sono con attività di polizia giudiziaria tradizionale, ma anche con indagini patrimoniali, che hanno consentito l’adozione dei provvedimenti di sequestro preventivo in urgenza.

L’inchiesta ha altresì portato al deferimento in stato di libertà di ulteriori sedici persone tutte riconducibili, a vario titolo, alla richiamata associazione, ritenute anche responsabili di ricettazione – per aver venduto veicoli provento di furto – nonché di simulazione di reato, avendo denunciato danneggiamenti ed incidenti mai avvenuti, allo scopo di ottenere rimborsi dalle relative compagnie assicurative.

Come risultato in diverse indagini condotte nel tempo, anche in questo caso gli autori di reati contro il patrimonio complessi e strutturati provengono dall’esterno della provincia imperiese, circostanza che rende ancora più articolato e difficoltoso lo sviluppo dell’indagine.

Operazione “A tutto gas”: Parla il Colonnello Pier Enrico Burri. “Ecco come la banda metteva a segno i colpi”

“Dopo il furto all’Ekom di Pontedassio è partita un’indagine che si è conclusa dopo molto tempo. Sostanzialmente sono stati 5 mesi di indagine serrata che ha portato all’identificazione di un gruppo criminale che, a seguito dell’emissione di misure cautelari ieri abbiamo provveduto a catturare e a trasferire nei carceri di Ivrea e Torino.

Si tratta di cinque persone tutte note alle forze dell’ordine, alcuni con precedenti specifici. L’attività è stato molto complessa e delicata, specialmente nelle fasi di individuazione dei soggetti, di ricostruzione delle responsabilità e di attribuzione di sopralluoghi e altri tentativi di furti.

All’attività di ieri hanno partecipato più di 50 Carabinieri dei comandi provinciali di Torino e Ferrara, diretti da personale del Nucleo Investigativo di Imperia, fino alla cattura che è stata eseguita all’alba di ieri.

Parallelamente è stata condotta un’indagine di natura patrimoniale che ha permesso di acclarare che i proventi dei reati siano stati reimpiegati e utilizzati e per il sostentamento dei correi e delle loro famiglie e per l’acquisto di beni mobili e immobili, i quali, per una parte importante, sono stati sequestrati d’urgenza con provvedimento dell’autorità giudiziaria. Tra beni mobili e immobili, contanti, orologi di pregio e quant’altro, è stato sequestrato materiale per un valore stimato di circa 500 mila euro.

I soggetti erano assolutamente esperti e accorti. Utilizzavano una tecnica chirurgica nel selezionare gli obiettivi, nell’eseguire i sopralluoghi e nel far si che ogni colpo ideato e messo in atto fosse svolto nel modo più sicuro possibile. Per sicurezza intendo l’impossibilità di cattura da parte delle forze dell’ordine.

Nell’imperiese la banda ha colpito due volte. Il colpo all’Ekom è quella a seguito del quale è partita l’indagine. C’è stato poi anche un sopralluogo a San Bartolomeo presso la filiale di un istituto bancario.

La banda si soffermava per giorni sui singoli obiettivi per poter decidere se e quando fare il colpo. Dopodiché abbiamo accertato, come nel caso di Pontedassio, che veniva rubato un veicolo. Veniva eseguito un ultimo sopralluogo a bordo di questo veicolo e sul mezzo venivano caricati attrezzi e bombole di gas, ossigeno e acetilene per causare la deflagrazione.  Dopo un ultimo sopralluogo, atto a verificare che sul posto non vi fossero forze di polizia sul territorio, procedevano al colpo.

Abbiamo trovato un secchio contenente 118 triboli artigianali. Il tribolo è un pezzo costituto da due elementi di ferro che vengono piegati e collegati a croce l’uno all’altro. Le punte vengono limate per avere maggiore facilità di foratura dei pneumatici. Normalmente, in caso di inseguimento delle forze dell’ordine, vengono sparsi per strada cosicché le auto inseguitrici vengano fermate”.

Ecco i video dell’esplosione all’Ekom

Le slide dell’operazione

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