29 Marzo 2024 00:08

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29 Marzo 2024 00:08

“Salvini fascista, razzista e conta musse”. Parlano gli attivisti a processo per le contestazioni al Ministro/Foto e video

In breve: Sette imputati sono citati a giudizio per rispondere dei reati di disturbo alle persone e getto pericoloso di cose a seguito delle contestazioni nei confronti del leader della Lega Matteo Salvini

“Abbiamo contestato Matteo Salvini in quanto fascista, razzista, divisore del popolo, ‘conta musse’. Così commentano gli attivisti fuori dal tribunale relativamente al processo che ha preso il via a Imperia lo scorso febbraio.

Nel dettaglio, 7 imputati sono citati a giudizio per rispondere dei reati di disturbo alle persone e getto pericoloso di cose a seguito delle contestazioni nei confronti del leader della Lega Matteo Salvini, oggi ministro, in occasione della sua visita il 17 maggio 2015. All’indirizzo dell’europarlamentare furono lanciate uova e carta igienica.

Durante l’udienza di oggi, sono stati ascoltati i testimoni del Pubblico Ministero, davanti al giudice monocratico Marta Bossi.

Opposizione al decreto penale di condanna

Il processo fa seguito all’opposizione, da parte degli attivisti, al decreto penale di condanna emesso dalla Procura della Repubblica di Imperia che prevedeva una pena pari a un mese di carcere e 2.500 euro di ammenda. Dei 12 attivisti raggiunti dal decreto penale di condanna, 5 hanno deciso di oblare, chiudendo di fatto i conti con la giustizia, mentre 7 hanno deciso opporsi, attraverso il legale Francesco Fazio (affiancato dal collega Vitale del foro di Torino).

I 7 imputati e le accuse

I sette imputati sono Cafiero Guasco, Florio Noto, Guglielmo Mazzia, Francesco Scopelliti, Ingrid Pedrazzini, Valerio Romano e Roberto Raineri.

I reati contestati sono:

“molestia o disturbo alle persone”, in quanto in un luogo pubblico avrebbero disturbato lo svolgimento dell’incontro con il leader della Lega Matteo Salvini;

“getto pericoloso di cose”, poiché in un luogo pubblico avrebbero gettato uova, pietre e altri oggetti, in direzione del politico.

A processo per aver contestato Salvini: il commento degli attivisti

Francesco Scopelliti

“Siamo qui oggi per la seconda data di questo processo. Siamo a processo per aver contestato un politico.

Il politico che abbiamo contestato è Salvini, lo abbiamo contestato in quanto fascista. Fascista con tutto quello che comporta e con il significato che questo può avere. Vuol dire razzista, divisore del popolo, aspersore di odio diffuso e che vuol dire anche, come si dice qua in Liguria, ‘conta musse’, cioè un politico che prende in giro le persone dicendo continuamente falsità.

Pensiamo di contestare i politici quando ci sono le circostanze, sia comunque una necessità della gente. Non ci spaventa questo processo, non ci spaventa questo lancio che ci viene imputato di terribili e pericolosi oggetti, come carta igienica e per questo oggi siamo qui”.

Roberto Raineri

“Noi lo rivendichiamo questo lancio di oggetti, la carta igienica, le uova. C’è stato un momento forte di protesta, di dissenso nei confronti di Salvini in quel momento che era un momento già estremamente violento della Lega. Non so se vi ricordate le parole sul Ministro Kyenge, il discorso sulle ruspe, sui migranti.

Se aveva un senso a quel tempo, perchè individuavamo proprio la possibilità di una deriva autoritaria e fascista, oggi a maggior ragione e per un duplice motivo.

Non soltanto per i decreti che escono fuori, ma anche perchè le parole di un uomo di Stato, le parole prima di un Onorevole, ma poi diventato Ministro, tendono anche a creare un clima estremista. Tendono a spostare in là in limite di ciò che è possibile e legittimo fare.

Se andiamo a vedere tutte le manifestazioni xenofobe, le azioni violente nei confronti di migranti e così via, in questo anno sono aumentate a dismisura.

C’è questa spinta all’odio xenofobo fortissima, che poi trova il suo fine ultimo nel Decreto sicurezza Salvini. Decreto sicurezza che è un passo avanti sicuramente verso il fascismo. Pensate per esempio al reintrodotto aspetto securitario per cui se si fa un blocco stradale c’è una pena dai 2 ai 10 anni. Più alta di quella che viene fatta nei casi di stupro. Diventa un reato, che era stata depenalizzata nel ’99 e di fatto tende a impedire qualsiasi forma di dissenso.

Noi individuavamo in questo percorso della Lega e di Salvini, un percorso molto pericoloso per la democrazia.

Da un lato ha questo aspetto xenofobo e razzista, poi ha un aspetto securitario, fortemente securitario e repressivo che si va anche a dispiegare sul territorio come a Ventimiglia, nelle zone di conflitto, nelle zone di frontiera con dei dispositivi assolutamente violenti. Pensate a tutti i fogli di via che hanno dato, ma non solo anche all’autorizzazione ad avere dei comportamenti più violenti da parte delle Forze dell’Ordine.

Non dimentichiamoci l’aspetto sessista molto forte dal “celodurismo” padano per arrivare al Decreto Pillon, ha un apsetto molto forte e molto violento nei di donne e nei confronti degli omosessuali, delle lesbiche e così via.

Abbiamo individuato questi aspetti come degli aspetti molto preoccupanti, che tendono a portare veramente ad una situazione di fascismo.

Se questo è fascismo, prima o poi ci sarà anche una Norimberga. Questi che oggi sono ad accusarci, domani dovranno pagare”.

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