20 Aprile 2024 16:07

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20 Aprile 2024 16:07

Imperia: giovane madre morì in un incidente sull’autostrada A10. A processo per omicidio colposo il marito e un camionista /L’udienza

In breve: Tra Imperia Ovest e Arma di Taggia, a seguito dell'impatto con un tir, condotto da Medhi Istiquam, perse la vita

Si è aperto questa mattina in tribunale a Imperia, dinnanzi al Giudice Marta Maria Bossi, il processo nei confronti Medhi Istiquam, camionista, 31 anni francese, difeso dall’avvocato Andrea Rovere, e dell’imperiese Maurizio Creazzo, 37 anni, difeso dall’avvocato Luca Ritzu, accusati di omicidio colposo aggravato a seguito dello spaventoso incidente che causò la morte di Laurie Porro, 32 anni.

La donna, moglie di Creazzo, viaggiava, nella serata del 22 marzo 2016, sull’Autostrada A10 Genova-Ventimiglia, a bordo di una Renault Espace, insieme al marito e ai tre figli: una bambina di 7 anni, uno di 5 anni e una di 10 mesi. Tra Imperia Ovest e Arma di Taggia, a seguito dell’impatto con un tir, condotto da Medhi Istiquam, perse la vita.

Imperia: al via il processo per omicidio colposo per la morte di Laurie Porro

Le accuse al camionista

L’accusa, sostenuta dal Pubblico Ministero Luca Scorza Azzarà, imputa al camionista francese il sorpasso, in galleria, in autostrada, di un altro camion, violando il divieto indicato dalla segnaletica stradale e ad una velocità superiore a quella consentita.

Dopo aver effettuato il sorpasso, Istiquam, secondo l’accusa, si sarebbe fermato sulla corsia di marcia, causando la frenata del camion precedentemente superato, condotto da un autotrasportatore romeno. 

Nel frattempo, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe sopraggiunto un terzo autoarticolato (non si conoscono le generalità del camionista) che avrebbe tentato il sorpasso dei due tir, senza però riuscirvi in quanto la carreggiata solo parzialmente libera. In quel momento sarebbe sopraggiunta l’auto guidata da Creazzo che avrebbe tentato una manovra di emergenza, sterzando sulla destra, senza però riuscire ad evitare l’impatto con l’autoarticolato condotto dall’autotrasportatore romeno.

Le accuse a Creazzo

A Creazzo viene contestato il mancato rispetto della velocità in quanto:“ometteva di mantenere una velocità consona alle condizioni e stato dei luoghi (per l’ora serale ed il tratto curvilineo sinistrorso la velocità prudenziale, tenuto conto del campo visivo anteriore sarebbe stata di circa 100 km/h) in quanto una volta trovata la galleria ostruita dai due autoarticolati fermi in consecuzione sulla corsia normale di marcia e dal terzo autoarticolato fermo sulla corsia di sorpasso della carreggiata autostradale, viaggiava a una velocità superiore che gli avrebbe consentito di fermarsi prima dell’impatto (velocità accertata pari a circa 130 km/h), di talché, pur frenando e tentando la manovra di emergenza di sterzare sulla destra, collideva con il mezzo meccanico….”

In udienza, rinviata all’8 marzo 2019 per un difetto di notifica, si sono costituite le parti civili, tra cui lo stesso Creazzo, i familiari della vittima e le assicurazioni, rappresentate dagli avvocati Andrea Artioli, Bruno Di Giovanni, Davide La Monica e De Pascalis.

 

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