26 Aprile 2024 08:42

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26 Aprile 2024 08:42

Caos Go Imperia, discussione a porte chiuse in Consiglio. Critico Lucio Sardi:”Prima volta nella storia democratica della città”

In breve: Lucio Sardi (Sinistra in Comune) commenta la decisione di discutere a porte chiuse in Consiglio i casi di presunta incompatibilità lavorativa tra tre ditte di altrettanti consiglieri comunali di maggioranza e la Go Imperia, società al 100% comunale.

“La città di Imperia si appresta a (non) assistere per la prima volta nella sua storia democratica ad un consiglio comunale a porte chiuse”. Così Lucio Sardi, ex candidato sindaco di Sinistra in Comune, commenta la decisione dell’Amministrazione Scajola di discutere in Consiglio a porte chiuse i casi di presunta incompatibilità lavorativa tra tre ditte di altrettanti consiglieri comunali di maggioranza e la Go Imperia, società al 100% comunale.

La seduta si svolgerà oggi pomeriggio, venerdì 29 marzo.

Caos “Go Imperia”, discussione in Consiglio a porte chiuse

Nel dettaglio, si tratta dei casi di aggiudicazione provvisoria di due appalti della Go Imperia (in seguito sospesi) da parte di due società di proprietà di altrettanti consiglieri di maggioranza, Giuseppe Falbo (Area Aperta) e Giovanni Montanaro (Imperia Insieme).

Gli appalti riguardavano, in un caso, la manutenzione degli impianti elettrici e, nel secondo, la pulizia dei locali.

Il terzo caso riguarda il consigliere di Obiettivo Imperia Paolo Ornamento, la cui ditta ha emesso due fatture alla Go Imperia a novembre e dicembre 2018, per lavori di manutenzione.

Il caso Go Imperia in consiglio a porte chiuse, il commento di Lucio Sardi

“La città di Imperia si appresta a (non) assistere per la prima volta nella sua storia democratica ad un consiglio comunale a porte chiuse.

Anche se tale “evento” rappresenta oggettivamente una novità, anche se pessima – prosegue Lucio Sardi – il metodo delle porte chiuse è invece diventato una prassi consolidata per l’amministrazione Scajola.

Dopo aver condotto una campagna elettorale tutta improntata sul recupero di immagine di Imperia, parlando principalmente di arredo urbano, di piantumazione delle aiuole nelle rotonde e con profusione ossessiva di slogan generici a fronte di molte ambiguità ed omissioni sulle scelte concrete sui grandi problemi della città, Scajola ha incassato il successo elettorale e si è messo al lavoro, con piglio autoritario ma rigorosamente a porte chiuse.

A porte chiuse il sindaco ha deciso di affidare senza gara un nuovo servizio di raccolta dei rifiuti. Servizio costruito anch’esso nel chiuso di qualche stanza e malamente imposto alla città.

A porte chiuse ha trattato il futuro dell’area Agnesi ed ex ferriere con il suo amico di lunga data Colussi. Porte rimaste chiuse in faccia soprattutto agli operai rimasti senza lavoro ed umiliati dalle finte o fantasiose promesse di ricollocazione lavorativa mai concretizzatesi.

A porte chiuse ha progettato lo smantellamento della residua porzione di banchina commerciale del porto di Oneglia usando le gru ed il deposito franco come cavalli di troia per poter giustificare l’assalto finale per abbattere le ultime odiate cancellate. Strategia questa coerente con i progetti speculativi dell’amico Colussi sullo stabilimento Agnesi.

A porte chiuse ha deciso “sorprendenti” strategie sul porto turistico che mettono in discussione nei fatti la gestione pubblica.

A porte chiuse tratta con una parte dell’opposizione (qualcuno ha sentito una posizione critica del PD imperiese a Scajola in questi mesi?) per costruirsi un ruolo politico in vista delle elezioni regionali dove sogna di consumare la vendetta contro il nemico storico Toti.

A porte chiuse partecipa alla costruzione delle alleanze in vista delle prossime “elezioni” provinciali. “Elezioni” queste istituzionalmente a porte chiuse per i cittadini grazie all’obbrobrio dell’ultima “riforma” di quello che in passato era un pezzo importante delle nostre istituzioni.

Assistiamo quindi allo scenario di una classe politica che decide sui temi fondamentali della città rinchiusa a doppia mandata nelle stanze o stanzini del potere.

Peccato che gli interessi e le logiche clientelari che hanno sempre condizionato la politica locale sembrino sempre in possesso del passe-partout per spalancare le inaccessibili (per altri) stanze dei bottoni, e garantirsi favori a danno dell’interesse pubblico.

Poco importa se si tratti di interessi su operazioni speculative di una certa rilevanza o di piccole prebende, per loro le porte sono sempre spalancate.

Fortunatamente nel prossimo consiglio comunale se ne parlerà, ma a porte chiuse”.

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