27 Aprile 2024 01:39

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27 Aprile 2024 01:39

Imperia, 25 aprile: la celebrazione in Comune. “Resistenza né di destra né di sinistra, è del popolo italiano”/Foto e video

In breve: Giunti in Comune, il sindaco Claudio Scajola e il cavaliere della Repubblica Giacomo Raineri hanno tenuto i loro discorsi di fronte alla sala gremita.

Si sono concluse presso la Sala Consiliare del Comune di Imperia le celebrazioni per il 74° anniversario della Liberazione d’Italia, nel ricordo del 25 aprile 1945.

Dopo le cerimonie a Piani, presso il Monumento ai Caduti Civili e Partigiani della Val Prino, e ai cimiteri di Porto Maurizio e Oneglia, alle ore 10 si è tenuta la Santa Messa nella Chiesa di Cristo Re, officiata da Don Giampiero Serrato.

Successivamente un Corteo ha raggiunto la vicina piazza della Vittoria per la deposizione della corona di alloro al Monumento ai Caduti.

Giunti in Comune, il sindaco Claudio Scajola e il cavaliere della Repubblica Giacomo Raineri hanno tenuto i loro discorsi di fronte alla sala gremita, alla presenza di numerose autorità civili e militari del territorio.

25 aprile: la cerimonia in Comune

Claudio Scajola

“Oggi ricorre il 74° anniversario della Liberazione. La ricorrenza del 25 aprile, la memoria della Resistenza hanno per la città di Imperia e per tutto il ponente ligure un valore particolarmente significativo. Mi piace ricordare un episodio importante. Al termine del secondo conflitto mondiale, nel corso della Conferenza di Pace di Parigi, ci fu una complessa trattativa anche sulla definizione del confine fra Italia e Francia. L’obiettivo francese era quello di estendere il proprio territorio fino a Bordighera. Si riuscì infine a mantenere il confine a Ventimiglia.

Fu determinante il supporto dato al nostro Governo da parte degli americani, che fecero leva sul ruolo attivo della resistenza del ponente ligure. È evidente che le forze partigiane, al di là di alcuni gravissimi episodi, abbiano contribuito a portare l’Italia fuori dall’orrore della guerra, dal dramma della privazione della libertà, fino alla democrazia. La Resistenza è un fenomeno che ha segnato la storia del nostro paese e ha segnato il riscatto e la rinascita dell’Italia. Il 25 aprile non può essere rivendicato solo da un parte politica, ma deve essere una festa di tutti e per tutti. Sono lieto della particolare partecipazione in questa sala.

Vorrei ricordare una frase di Vittorio Foa al fascista Giorgio Pisanò: “Se aveste vinto voi io sarei ancora in galera, abbiamo vinto noi e tu sei senatore della Repubblica”. Lo sforzo di questi anni è stato quello di rendere il 25 aprile un momento di coesione e non di divisione. Esattamente 10 anni fa, il governo di cui avevo l’onore di far parte decise di celebrare la festa della Liberazione a Onna, piccola cittadina abruzzese devastata pochi giorni prima dal terremoto. Gli analisti sottolinearono il grande messaggio di umiltà, quasi una svolta per una parte politica. Dobbiamo insistere su questa strada. Quel giorno ricordammo che durante la guerra tutti seppero accantonare le differenze, per combattere insieme. I comunisti e i cattolici, i socialisti e i liberali, gli azionisti e i monarchici. Di fronte a un dramma comune scrissero una grande pagina della nostra storia, sulla quale si fonda la nostra Costituzione e la nostra libertà.

La storia del 25 aprile è una storia di impegno, con la quale stride l’indifferenza che affligge la comunità di oggi. Dire “non mi tocca”, ” non mi riguarda”, “non mi interessa”, “chi te lo fa fare”. Mi rivolgo a voi giovani, che oggi vedo numerosi, coltivate la cultura dell’impegno, senza avere paura di nulla salvo della vostra coscienza. Voglio concludere con le parole del teologo tedesco Martin Niemöller che fu rinchiuso in un campo di concentramento da Hitler per un sermone antinazista: “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”.

Se perdiamo di vista la storia con i suoi insegnamenti, facendoci sedurre da riletture di storici improvvisati, che sembrano contagiare persino taluni esponenti politici di Governo, finiremo con l’essere inermi di fronte alle sempre più complesse sfide del nostro futuro. Viva il 25 aprile, viva l’Italia, viva la Repubblica”.

“C’è una certa ignoranza culturale. Non c’è dubbio che la Resistenza al suo interno abbia avuto episodi criminosi, ma sono episodi singoli che non possono incrinare la storia complessiva della Resistenza italiana. Era composta da tutti coloro che avevano capito che bisognava aiutare le forze alleate per liberare l’Italia dalla dittatura, dal nazifascimo. Ho paura di alcuni storici improvvisati che focalizzano l’attenzione su taluni episodi giustamente da indagare, ma che non possono inficiare il valore complessivo”.

Giacomo Raineri

“Grande commozione e grande onore di aver avuto la possibilità di ricordare il 25 aprile, una scelta unanime condivisa dall’Istituto Storico della Resistenza, dall’Anpi e dalla FVIL.

Nella mia orazione ho fatto un excursus su tutti gli avvenimenti principali, sottolineando il taglio che a mio avviso si dovrebbe dare per avvicinare sempre di più i giovani, una presenza numerosissima per una città che è medaglia d’oro per il valor militare al merito per la Residenza. Purtroppo a queste iniziative i giovani non sono molti.

Ho ricordato le 6 medaglie d’oro, lo spirito della resistenza, che non è né di destra né di sinistra. È del popolo italiano, alla base della nostra Costituzione. Voglio ricordare la frase di Arrigo Boldrini: “Abbiamo combattuto per chi c’era, per chi non c’era e per chi c’era contro”

La diretta della cerimonia

https://www.facebook.com/imperiapost.it/videos/662225450883115/

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