19 Aprile 2024 12:05

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19 Aprile 2024 12:05

Imperia: furto al chiosco “U Tecciu de Ma”, pena ridotta in Appello / La sentenza

In breve: I fatti risalgono allo scorso 13 giugno.

Pena ridotta da 2 anni di carcere a 1 anno a 3 mesi. È questa la sentenza pronunciata dalla Corte d’Appello di Genova nell’ambito del processo che vedeva sul banco degli imputati Stefano Di Francesco, 36enne pregiudicato per reati della stessa natura.

Nel dettaglio, Di Francesco, difeso dall’avvocato Davide La Monica (in primo grado il legale era Giovanni Di Meo), era stato condannato in tribunale a Imperia, dal giudice monocratico Alice Serra (PM Eleonora Buganè Pedretti) per furto aggravato per aver rubato all’interno del chiosco “U Tecciu de Ma” sul lungomare di Oneglia, lo scorso giovedì 13 giugno.

Furto al chiosco “U Tecciu de Ma”: la ricostruzione della Polizia

Nella tarda serata della giornata di giovedì 13 giugno, gli agenti della Squadra Volante della Polizia di Stato sono intervenuti in via Silvio Novaro dove, poco prima, un cittadino aveva notato Di Francesco introdursi all’interno del chiosco “U Tecciu de Ma”, dopo aver danneggiato la porta di ingresso.

I poliziotti sono giunti sul posto proprio mentre il 36enne si stava allontanando e sono riusciti a bloccarlo.

Nell’atto del controllo sono state rinvenute nelle tasche dei pantaloni del 36enne banconote di diverso taglio e monete.

Alle domande dei poliziotti circa la provenienza del denaro, l’uomo ha vaneggiato, prima dicendo che erano soldi suoi e poi che li aveva appena vinti alle slot machines, senza peraltro sapere indicare in quale locale e, alla richiesta della cifra esatta, ha dichiarato a distanza di poco tempo cifre sempre differenti.

Contando monete e banconote, gli operatori hanno quantificato la somma in possesso a Di Francesco in 1.100 euro, di cui circa 150 in monete.

Nel frattempo è giunta sul posto la proprietaria del chiosco, la quale ha affermato di avere chiuso il locale un’ora prima lasciando un fondo cassa di euro 1.200, descrivendo i tagli delle banconote che corrispondevano a quelle trovate in possesso al fermato e soprattutto riconoscendo 3 foglietti di carta, di cui un biglietto da visita e due post it da lei manoscritti, anch’essi rinvenuti nei pantaloni del 36enne.

L’uomo , con una precedente condanna per furto aggravato e altri precedenti penali per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale, è stato arrestato in flagranza del reato di furto aggravato.

Accompagnato presso gli uffici della Questura l’uomo ha proseguito con una condotta molto violenta minacciando i poliziotti con frasi del tipo “tanto vi conosco tutti e ve la faccio pagare bastardi”, “so dove trovarvi poliziotti di merda”.

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