“L’Acquamarcia era in crisi nera e lui collezionava multe con l’auto della società”. Nel corso dell’udienza del processo per truffa aggravata ai danni dello Stato relativa al porto turistico di Imperia, l’ex manager dell’Acquamarcia Stefano Degl’Innocenti ha lanciato dure accuse nei confronti di Camillo Caltagirone, figlio di Francesco Bellavista Caltagirone. In particolare Degl’Innocenti ha illustrato al Pubblico Ministero Giancarlo Avenati Bassi i motivi all’origine dell’allontanamento dalla società Acquamarcia e riconducibili in buona parte a screzi proprio con il primogenito dell’imprenditore romano.
“A seguito dell’inchiesta sul porto turistico di Imperia e agli arresti di Francesco Bellavista Caltagirone, Andrea Gotti Lega e Delia Merlonghi, la società dovette affrontare un periodo di profonda crisi senza i propri vertici societari – ha spiegato Degl’Innocenti – Al vertice della società fu nominato l’allora 22enne Camillo Caltagirone che, però, a mio parere, non aveva nessuna esperienza. Io, quale persona attenta al rispetto delle normative e impegnato nella difficile operazione di ristrutturazione del debito della società Acquamarcia, ebbi forti contrasti sia con Camillo che con Ignazio Mongiò, anch’egli nominato ai vertici”.
“Dopo i primi screzi – ha aggiunto Degl’Innocenti – fui licenziato dall’incarico di segretario del cda. Diedi anche le dimissioni dal cda dell’Acquamarcia International, ma i rapporti continuavano a deteriorarsi. In particolare puntualizzavo costantemente comportamenti di Camillo Caltagirone non consoni ad una società in piena crisi. Un esempio? Utilizzava la macchina intestata alla società per motivi non funzionali alle strategie aziendali collezionando multe. Ci furono altri comportamenti della stessa natura, sempre ripresi dal sottoscritto in qualità di direttore amministrativo. Il 19 luglio del 2011 venni convocato e mi fu chiesto di non presentarmi in azienda la sera stessa. Fui accompagnato in azienda, presi le mie cose e conclusi definitivamente il mio rapporto con l’Acquamarcia”.
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