2 Novembre 2024 10:23

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2 Novembre 2024 10:23

Covid, Liguria: zona arancione a San Valentino, rabbia vicepresidente Piana. “Drammatico colpo per le nostre aziende”

In breve: "Un’ulteriore beffa dal peso insostenibile e di cui non si capisce l’estrema ratio".

A seguito dell’ordinanza firmata dal Ministro della Salute Roberto Speranza, per la Liguria scatta di nuovo il colore arancione. Come dal testo ufficiale della normativa, l’entrata in vigore scatta dal giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e, in questo caso, prevede dunque la chiusura di locali e ristoranti di domenica, nello specifico nella ricorrenza di San Valentino, che aveva registrato il pieno delle prenotazioni (al momento non si profilano possibilità di ordinanze che ne proroghino l’entrata in vigore). Una decisione fortemente criticata dal vice presidente della Regione Liguria Alessandro Piana.

Zona arancione a San Valentino: critico vice presidente Regione Liguria Piana

“Chiuse nella zona arancione le consumazioni sul posto – dice il Vice Presidente di Regione Liguria Alessandro Piana – con conseguenti saracinesche abbassate per ristoranti e agriturismi. Una decisione in queste ore di cambiamento ancor più difficile da digerire o, anche solo lontanamente, da comprendere, sia da parte dei singoli operatori sia dal versante delle associazioni di categoria subissate di lamentele e di richieste. Sul lato pratico un provvedimento di tal fatta arreca un altro drammatico colpo alla grandissima precarietà su cui si reggono le nostre piccole e medie aziende. Tutti esercizi che si sono già approvvigionati per la giornata clou, spesso con proposte a tema, più ricche del solito. Una decisione così repentina senza dare apparenti concreti benefici sul piano della salute pubblica e del timing non è accettabile. Si poteva mantenere l’apertura a pranzo con gli appositi accorgimenti di sicurezza.

Le scorte andranno sprecate per l’ennesima volta, così come tutta la catena di produzione necessaria e a farne le spese saranno sia gli imprenditori sia i lavoratori, in un periodo decisamente delicato.

“Alla grave situazione economica – aggiunge Piana – e al danno degli ultimi mesi si aggiunge in tal modo un’ulteriore beffa dal peso insostenibile e di cui non si capisce l’estrema ratio, una doccia gelata per chi sperava di iniziare a vedere la ripresa delle proprie attività. Solo chi ha lavorato nel campo può comprendere quanto lavoro ci sia dietro anche ad un solo coperto”.

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