25 Aprile 2024 10:05

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25 Aprile 2024 10:05

Antimafia: gli attentati incendiari nel dianese, la Svolta e l’inchiesta Scajola-Matacena nel rapporto semestrale

In breve: La Dia, per quanto concerne la Liguria, mette in guarda dal pericolo che l'emergenza Covid possa "favorire le mafie nell’avvicinarsi agli imprenditori in difficoltà".

Dal processo La Svolta agli attentati incendiari nel golfodianese, dalle latitanze nell’estremo ponente al processo Breakfast che ha coinvolto l’ex Ministro Scajola. Figura anche l’imperiese nella relazione semestrale di oltre 600  pagine consegnata al Parlamento dalla Direzione Antimafia.

Nella relazione, la Dia, per quanto concerne la Liguria, mette in guarda dal pericolo che l’emergenza Covid possa “favorire le mafie nell’avvicinarsi agli imprenditori in difficoltàe evidenzia come gli appalti pubblici e il ciclo rifiuti siano due dei settori più a rischio per quel che riguarda le infiltrazioni mafiose.

Le organizzazioni criminali avrebbero provato a inserirso, si evince dalla relazione, anche nei lavori di ricostruzione del Ponte Morandi.

Antimafia: nella relazione semestrale anche l’imperiese

Ventimiglia-Bordighera

“Nella provincia di Imperiasi legge nella relazione – si sono insediate proiezioni ‘ndranghetiste riconducibili, per lo più, a contesti mafiosi del reggino, strutturate e organizzate nel locale di Ventimiglia, dotato di capacità operativa autonoma nell’ambito territoriale di competenza e strettamente connesso con le ‘ndrine calabresi di riferimento.

Al vertice dell’associazione è risultato un esponente del gruppo familiare Marcianò, originario di Delianuova (RC), proiezione delle cosche Piromalli e Mazzaferro della Piana di Gioia Tauro.

Il dato giudiziario più recente ha riguardato il ‘sottogruppo di Bordighera’, attivo tra Bordighera e Diano Marina, facente capo alla famiglia Barilaro-Pellegrino, proiezione della cosca Santaiti-Gioffrè di Seminara (RC). La cellula criminale […]  si è ritagliata una sempre maggiore autonomia operativa, dominando il contesto bordigotto attraverso un pressante controllo del territorio, insinuandosi nella gestione di attività economiche e attuando condotte criminali connotate da modalità mafiose tipiche dei contesti d’origine”.

La Svolta

“A conclusione del processo-bis dell’inchiesta ‘La Svolta’, il 21 gennaio 2020 la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi proposti da esponenti di vertice e affiliati del gruppo Barilaro-Pellegrino avverso la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Genova. Nelle motivazioni, depositate il 7 maggio 2020, il giudice di legittimità si è soffermato sulla globale autonomia operativa riconosciuta alla ‘diramazione associativa’ attiva a Bordighera, facente capo alla famiglia Barilaro-Pellegrino di Seminara (RC), in quanto dotata di forza intimidatrice propria ed esteriorizzata in modo ‘tipico’, in netto contrasto con il modello della ‘mafia silente’ a cui viene ricondotto il sodalizio di Ventimiglia”.

Diano Marina

“Con riferimento ai Barilaro-Pellegrino alcuni appartenenti al ramo seminarese, i Pellegrino-De Marte, si sono affermati nel comune di Diano Marina (IM) caratterizzandosi per spessore criminale e spiccata pericolosità sociale tanto da essere stati spesso indagati e condannati per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione di armi da guerra, estorsioni, favoreggiamento di latitanti, incendi dolosi anche a mezzi d’opera di società concorrenti, minacce verso appartenenti alle Forze dell’ordine e ad amministratori comunali.

Ne è ulteriore conferma l’operazione conclusa dai Carabinieri il 16 aprile 2020 con l’arresto di 3 soggetti, 2 dei quali esponenti della famiglia De Marte, ritenuti responsabili, in concorso, di incendio doloso ai danni di un automezzo di proprietà di un’azienda per la commercializzazione di frutta, riconducibile alla famiglia Attisano originaria di Seminara (RC), con la quale sussistono da anni violenti contrasti nel territorio di Diano Marina.

Sanremo

Sul fronte sanremese, nell’ambito dell’operazione ‘Purpiceddu’, il 13 maggio 2020 la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un noto narcotrafficante internazionale della cosca Gallico di Palmi (RC), da tempo trasferitosi a Sanremo, ritenuto nell’estremo ponente ligure il terminale dell’approvvigionamento di quantitativi di stupefacente provenienti anche da altri ambiti territoriali. Egli, peraltro, nel semestre è risultato coinvolto anche nell’operazione ‘Eat Enjoy’ della DDA di Trieste, eseguita dalla Polizia di Stato l’11 giugno 2020, che ha portato alla disarticolazione di un’associazione criminale transnazionale capeggiata da albanesi con base operativa a Rotterdam (NL), finalizzata all’importazione anche in Italia, attraverso le frontiere terrestri di Tarvisio e Ponte Chiasso, di ingenti quantitativi di eroina e cocaina destinati a rifornire i referenti di una fitta rete di gruppi di spaccio tra loro indipendenti e dislocati in quasi tutte le regioni italiane.

Nella zona di Sanremo è da tempo nota la presenza del gruppo Alberino, attivo nella contraffazione e commercializzazione di prodotti con marchi falsificati, collegato a famiglie storiche napoletane e a referenti da anni insediati a Mentone (F) attivi in svariati settori criminali e in contatto con la criminalità marsigliese e con esponenti della criminalità organizzata calabrese”.

Ponente interessante per gestione di latitanze e coperture

“Per il progressivo radicamento realizzato da diverse famiglie mafiose e per la sua vicinanza con la Francia, l’estremo ponente ligure risulta oltremodo interessante per la gestione di importanti latitanze o per ottenere protezione e copertura. Al riguardo, il 16 giugno 2020 a Bordighera (IM) i Carabinieri hanno rintracciato e tratto in arresto un soggetto contiguo alla cosca Longo-Versace di Polistena (RC), destinatario di un provvedimento cautelare emesso dalla DDA reggina nell’ambito dell’operazione ‘Libera Fortezza’, condotta dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza”.

Processo Breakfast

“Riflessi nel territorio imperiese pervengono anche dagli esiti giudiziari dell’inchiesta ‘Breakfast’ della DDA di Reggio Calabria, conclusa dalla DIA nel 2014. In particolare, il 24 gennaio 2020 il Tribunale reggino ha condannato un ex parlamentare (Claudio Scajola, ndr) a due anni di reclusione unitamente ad una donna (Chiara Rizzo, ndr) condannata a un anno di reclusione per procurata inosservanza della pena a favore del coniuge, latitante ed ex deputato (Amadeo Matacena, ndr), a sua volta già condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa.

Il collegio ha tuttavia escluso l’aggravante delle finalità mafiose, con la motivazione secondo cui ‘l’istruttoria dibattimentale non ha consentito di delineare un ruolo di Matacena all’interno della ‘ndrangheta reggina diverso ed ulteriore, sia qualitativamente che per estensione temporale, rispetto a quello delineato nella sentenza di condanna passata in giudicato con conseguente fallimento della possibilità, già da un punto di vista oggettivo, di configurare l’aiuto che gli é stato fornito quando era latitante quale aiuto all’intera ‘ndrangheta o anche ad alcune delle articolazioni territoriali che la compongono.

La condanna dell’amministratore imperiese (Scajola, ndr) è riferita alla mancata osservanza dell’ordine di esecuzione per la carcerazione n. 193/2013, disposto dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria a carico del latitante (Matacena, ndr) ricercato per il delitto di concorso esterno in associazione mafiosa”.

Liguria

“Il territorio della Liguria ha nel tempo originato una forte attrattiva per le varie organizzazioni criminali in ragione sia della sua posizione geografica, quale crocevia tra Versilia, Costa Azzurra, regioni del nord Italia e nord Europa, sia dei collegamenti verso gli altri continenti offerti dall’importante sedime portuale di Genova.

Le risultanze investigative vedono la ‘ndrangheta quale principale attore di tipo mafioso che agisce anche in forma strutturata, con articolazioni territoriali autonome ma strettamente collegate sia con la casa madre, sia con analoghe formazioni attive nelle regioni limitrofe.

La criminalità calabrese ha progressivamente adottato un prudente ridimensionamento dei comportamenti violenti, tipici del suo modus operandi nelle aree d’origine, al fine di infiltrare in modo silente il territorio di proiezione. Condotte criminali orientate a mimetizzarsi nel contesto socio-economico, propedeutiche comunque a massimizzare i profitti illeciti e ad acquisire sempre maggiori quote di mercato, tra l’altro strumentali per instaurare rapporti privilegiati con il mondo imprenditoriale, politico-istituzionale e delle professioni.

Gli esiti giudiziari recenti, taluni ormai definitivi, hanno consentito di definire una mappatura geo-criminale delle strutture periferiche della ‘ndrangheta attivi nel territorio ligure, confermata anche dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, in particolare sulla presenza di neoformazioni a Genova, Lavagna (GE), Ventimiglia (IM) e Bordighera (IM).

I tentativi di infiltrazione mafiosa, non solo di matrice calabrese, dell’imprenditoria ligure trovano tuttora conferma specie nel settore degli appalti pubblici per l’esecuzione di grandi opere e in quello del ciclo dei rifiuti, oltre al comparto della cantieristica navale.

Gli interessi mafiosi e la necessità di riciclare i proventi illeciti interessano anche altri settori, come la ristorazione, le strutture alberghiere e le società di gioco e scommesse, più esposte rispetto al passato per la stagnazione dell’economia ligure degli ultimi anni. Una situazione resa più precaria dall’emergenza sanitaria connessa con la diffusione del COVID-19 che ha determinato un’improvvisa battuta di arresto del sistema economico-produttivo nazionale e regionale incidendo in generale su tutti i vari campi. Anche in Liguria, il momento emergenziale potrebbe favorire le mafie nell’avvicinarsi agli imprenditori in difficoltà nel tentativo di subentrare mediante prestiti usurai nella gestione delle attività e acquisirne il controllo.

In tale contesto anche nel semestre è proseguita l’azione della DIA volta al costante monitoraggio delle infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici, per l’eventuale emissione, a cura delle Prefetture, di interdittive antimafia. Sul piano della prevenzione sono proseguite anche le complesse attività d’istituto connesse con le opere di ricostruzione del viadotto del ‘Polcevera’ (cd. “Ponte Morandi”), inaugurato il 3 agosto 2020″.

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