2 Maggio 2024 00:09

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2 Maggio 2024 00:09

Imperia: “Centro Antiviolenza, un’odissea riuscire a ottenere un incontro”. Lo sfogo di Ausonia. “Intanto l’autore delle violenze è a piede libero”

In breve: Ausonia Minniti, operatrice di un centro antiviolenza a Milano, domiciliata a Imperia e residente a Milano, commenta l'esperienza che sta vivendo per riuscire ad assistere un'amica vittima di violenza.

Ma cosa deve fare una donna fragile, violentata, maltrattata, spaventata, minacciata per tutelarsi dal maltrattante e proteggere il minore coinvolto? Dove sono le Istituzioni?. Così Ausonia Minniti, operatrice di un centro antiviolenza a Milano, domiciliata a Imperia e residente a Milano, commenta l’esperienza che sta vivendo per assistere un’amica vittima di violenza, sottolineando la difficoltà nel riuscire a ottenere un incontro con il Centro Antiviolenza di Imperia, mentre il soggetto maltrattante, denunciato alla Questura, è a piede libero.

Centro Antiviolenza Imperia: la segnalazione di Ausonia Minniti

“Chi l’ha visto? Il Centro Antiviolenza di Imperia? Questo sconosciuto! Per quattro giorni ho tentato di contattare il Centro Antiviolenza di Imperia, ma non ci sono riuscita. Ma andiamo per ordine.

Una mia cara amica, conoscendo la mia decennale esperienza in un Centro Antiviolenza di Milano, mi chiede aiuto per la figlia che, alla presenza di un minore, subisce violenza da anni dal compagno.

Alcuni mesi fa la figlia chiama la madre chiedendo di andarla a prendere e con il minore si rifugia presso di lei. Ma il maltrattante perseguita e minaccia la compagna e la madre.

Ad un certo punto, esasperate, le due donne si rivolgono alla questura di Imperia denunciando violenza, minacce e stalking. La madre della ragazza, mia carissima amica, mi chiede aiuto.

Così mi attivo: chiamo prima il 1522, chiedendo qual è il CAV più vicino a Imperia. Poi telefono al suddetto centroMi forniscono i recapiti del CAV di Sanremo. Vado nel sito e leggo che hanno tre sportelli, la disponibilità del servizio, gli orari di ricevimento e l’attivazione della segreteria telefonica.

Il secondo giorno chiamo il numero del centro antiviolenza gestito da ISV, ma non risponde nessuno, non è attiva neanche la segreteria telefonica.

A questo punto comincia “il giro delle 7 chiese”.

Il lunedì successivo dalle 9 alle 12 faccio otto telefonate per scoprire come mai non ci sia possibilità di contattare il centro.

Telefono al centralino del Comune di Imperia e mi rispondono che non è di loro competenza ma della Provincia, fornendomene il numero. Contemporaneamente riesco a ottenere da un’amica il numero di una psicologa che lavora con i servizi sociali. La contatto per avere informazioni sul protocollo ad Imperia in caso di violenza domestica.

Telefono al centralino della Provincia ma non sanno nulla; mi lasciano in attesa e poi mi forniscono il numero di C.L. una delle responsabili del CAV, chiamo non risponde nessuno.

Allora, mantenendo un autocontrollo tibetano, richiamo la psicologa di Imperia, ma nel frattempo mi chiama la segretaria del vicesindaco di Sanremo, responsabile del settore, mi fornisce un numero telefonico che corrisponde ad un albergo. Mi richiama la Provincia comunicandomi un altro numero del CAV di Sanremo, giustificando il silenzio del numero precedente col mal funzionamento del telefono!!!

Telefono al nuovo numero; è attiva la segreteria: lascio il messaggio chiedendo di richiamarmi al più presto per fissarmi con urgenza un appuntamento.

Nel frattempo l’autore di violenza è a piede libero e circola per Imperia minacciando le vittime.

E’ inaccettabile che questo Centro Antiviolenza fornisca un tale disservizio!

Ma cosa deve fare una donna fragile, violentata, maltrattata, spaventata, minacciata per tutelarsi dal maltrattante e proteggere il minore coinvolto? Dove sono le Istituzioni?

Poi si sprecano ipocritamente commenti di dolore e dispiacere, “poverina!, lui era così una brava persona!”, si versano lacrime di coccodrillo alle notizie di femminicidi quasi quotidiani. Una vittima ogni 3 giorni. Dall’inizio del 2021 ad oggi sono circa 15 le donne uccise. Questa società e le istituzioni operano una doppia vittimizzazione delle donne perché: non vengono credute, dicono che se l’è cercata, che è colpa loro che non denunciano. Il ”popolino” usa luoghi comuni e stereotipi per giudicare le donne vittime di violenza domestica ”perché se l’è sposato; chi le ha detto di andare a convivere con lui; chi le ha detto di fare un figlio con quell’uomo; non poteva separarsi? Possibile che non si sia accorta prima che lui era un violento?”. Facile giudicare!

E’ ancora caldo il sangue dell’ultimo femminicidio a Genova: Clara, uccisa con 30 coltellate dal suo ex, che si è pagata il funerale il giorno prima, per evitare di lasciare in difficoltà l’anziano padre e il figlio diversamente abile.

Se dovesse succedere qualcosa alla mia amica riterrò “corresponsabili moralmente” il Comune di Imperia e la Regione Liguria. E noi donne ci costituiremo parte civile”.

“Nei giorni scorsi – aggiunge Ausonia Minniti a ImperiaPost – la vittima ha avuto poi un incontro con il Centro e dovrebbe averne un altro presto. Il punto però non è questo, il problema è che l’autore della violenza é tuttora a piede libero e continua a minacciare la compagna, pur avendo precedenti penali e che c’è un minore che ha assistito alla violenza. E ancora non è stato fissato un incontro con l’avvocato. Per questo voglio rendere pubblici i disservizi riscontrati“.

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