29 Marzo 2024 12:55

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29 Marzo 2024 12:55

Tangenti a Imperia: i dettagli delle indagini. “Gare pilotate, non potevamo permettere altro scambio di denaro. Il numero degli indagati aumenterà”/ Video

In breve: I dettagli illustrati dal procuratore Lari e il PM Bresci.

“C’era un accordo finalizzato a dire: ‘questa gara la vinco io e magari la prossima la vince l’altro’. È quello che è emerso”. Lo ha spiegato il procuratore di Imperia Alberto Lari nel corso dell’odierna conferenza stampa in Procura, in merito all‘inchiesta che ha portato all’arresto in flagranza per corruzione di Luigino Dellerba, sindaco di Aurigo e consigliere provinciale e dell’imprenditore Vincenzo Speranza, titolare della EdilCantieri.

Tangenti a Imperia: intervista al Procuratore Alberto Lari

“L’indagine è stata dettata non dai nostri tempi ma dai tempi degli indagati perchè quando abbiamo documentato che ci sarebbe stata una seconda dazione di denaro dovevamo intervenire. Nel momento in cui avevamo prove certe di una flagranza, che questa era collegata a un atto amministrativo contrario dovevamo intervenire sia per trovare riscontro al denaro sia perchè non potevamo consentire che si commettesse un reato davanti ai nostri occhi.

Questo comporterà delle conseguenze perchè l’attività tecnica si riduca, ma tutti gli elementi che abbiamo raccolto potranno essere analizzati leggendo la corposa mole di documenti che sono stati sequestrati, visto che dalle intercettazioni si comprende qual era il modus operandi, siamo fiduciosi del fatto che nei documenti si possono trovare vari riscontri al fatto che effettivamente molte gare erano pilotate.

Questo è il nostro obiettivo. Verrà fatto in totale riservatezza, ci vorrà del tempo. Il numero gli indagati sicuramente aumenterà, ma sono fiducioso sull’esito. Tempistiche? Non prima della fine dell’anno. Dobbiamo ascoltare molte persone informate sui fatti. L’attività è ancora corposa, ma chi opera è in gamba”.

C’era una sorta di cartello di aziende che si mettevano d’accordo?

“Sì, questo è quello che emerge nelle gare che sono contestata. C’era un accordo tra tutti finalizzato a dire: ‘questa gara la vinco io e magari la prossima la vince l’altro’. È quello che è emerso.

La città è piccola, tutti si conoscono. Bastava nulla, una voce su questa attività, per questo abbiamo adottato particolari accorgimenti. Abbiamo segretato il fascicolo, le nostre risorse sono specializzate e garantiscono la totale riservatezza nel fare le indagini. È stata tutta una scelta che garantisse che si potesse procedere nell’ambito di questa delicata attività”.

Le manette sono scattate per impedire che il reato potesse essere ripetuto?

“Sì, secondo me andava fatto nella maniera più assolta. Dispiace dal punto di vista umano, ma quello che prevale è l’accertamento”.

L’inchiesta è partita da una fonte confidenziale, ma parlava già di un sistema di appalti?

“Era abbastanza circostanziata, di più non posso dire”.

Intervista al Pubblico Ministero Barbara Bresci

“La vera difficoltà di questa indagine è stata quella di riuscire a trovare il modo di utilizzare le dichiarazioni di una fonte anonima e di porre alla base le richieste successive, che sono state chiaramente quelle di una captazione tecnica.

Lo sforzo vero degli investigatori è stato quello di acquisire gli elementi a supporto di riscontro delle dichiarazioni rese dalla fonte confidenziale, che poi hanno avuto buon esito perché il GIP ha creduto sin dall’inizio”.

Quali sono state le difficoltà di una indagine come questa?

Le difficoltà sono generalizzate. Il fatto di riuscire a trovare degli elementi che ci consentano di attivare il principale mezzo di ricerca della prova che continua ad essere l’attività di intercettazione.

La difficoltà successiva è quella di riuscire ad orientarsi nella materia molto tecnica, che è quella degli appalti. E quella di riuscire a trovare il provento illecito di questi reati, oggetto di sequestro preventivo”.

Si è parlato di un sistema di appalti?

“Si è parlato di un sistema di appalti, facendo riferimento ad un malcostume, non voglio dire generalizzato, ma comunque diffuso, di favorire certe ditte, in questo la Edilcantieri, per l’affidamento di lavori pubblici.

Si parla infatti di reato permanente, cioè di un reato che la giurisprudenza definisce di corruzione nella funzione, dove i vari atti contrari alle norme di legge vengono considerati in un contesto unitario di corruzione, che è quella contestata allo stato nel capo di imputazione che tutti voi conoscete”. 

La conferenza stampa:

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