19 Aprile 2024 18:42

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19 Aprile 2024 18:42

Imperia: processo Moussa Balde, parla il fratello. “Chiedo giustizia. Era il più giovane della famiglia, aveva tante speranze” / Foto e video

In breve: Il fratello Thierno Amadou Balde, giunto appositamente dalla Guinea, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa fuori dal Palazzo di Giustizia.

Nessuno può accettare l’aggressione che ha subìto mio fratello“. Queste le parole di Thierno Amadou Balde, fratello di Moussa, il 23enne guineano Moussa balde, che morí suicida nel Cpr di Torino dove era ospite in isolamento per motivi sanitari.

Due settimane prima, il 9 maggio 2021, a Ventimiglia, fu vittima di un pestaggio, per il quale oggi in Tribunale a Imperia sono finiti a processo tre imputati, Ignazio Amato, Francesco Cipri e Giuseppe Martinello. Il video della violenza, girato da un testimone, aveva fatto il giro del web, generando grande indignazione in tutta l’Italia.

Imperia: pestaggio Moussa balde, parla il fratello

Questa mattina, in aula, davanti al giudice Marta Maria Bossi (pm Luca Scorza Azzarà), alla presenza dei tre imputatiIgnazio Amato, Francesco Cipri e Giuseppe Martinello, difesi dall’avvocato Marco Bosio, si è aperto il processo, con la costituzione delle parti civili.

Il giudice ha ammesso la costituzione dei familiari di Moussa Balde, rappresentati dall’avvocato Gianluca Vitale, mentre ha respinto quella delle associazioni, Rete Sanremo Solidale, Popoli in Arte e Alternativa Intemelia, rappresentate dagli avvocati Ersilia Ferrante e Maria Spinosi, accogliendo l’opposizione del legale della difesa.

Presente il fratello Thierno Amadou Balde, giunto appositamente dalla Guinea, che ha rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa fuori dal Palazzo di Giustizia.

Ringrazio chi si impegna per far rispettare i diritti, il giudice, le associazioni, gli avvocati. Nessuno può accettare l’aggressione che Moussa Balde ha subìto. Tutta la nostra famiglia ringrazia la giustizia italiana per quello che potrà fare per garantire la giustizia per mio fratello.

Moussa era il figlio più giovane di mia madre, il più giovane della famiglia, ha studiato. Ha attraversato il Mediterraneo per aiutare la famiglia, la mamma e i fratelli.

Chiedo alla giustizia italiana di fare quello che è giusto per far rispettare i diritti, e che faccia in modo che Moussa non venga lasciato solo, voleva solo chiedere i suoi diritti e quelli di tutti. Chiedo giustizia per Moussa allo Stato Italiano”.

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