26 Aprile 2024 18:59

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26 Aprile 2024 18:59

Imperia: processo a Bersano per la morte di un lavoratore della Clas, in aula gli ispettori dell’Asl. “Se ci fossero state le protezioni, non sarebbe successo”

In breve: La prossima udienza fissata per il 28 novembre. Saranno ascoltati testimoni della parte civile

Nuova udienza in Tribunale a Imperia per il processo che vede alla sbarra l’ex amministratore delegato della Clas Pesto di Chiusanico Renato Bersano, accusato di omicidio colposo per la morte di un dipendente dello stabilimento, Sandro Pezzulli, deceduto nel 2018, dopo alcuni mesi di agonia, a seguito di ustioni riportate in un incidente avvenuto sul lavoro.

La prossima udienza fissata per il 28 novembre. Saranno ascoltati testimoni della parte civile

Ieri mattina davanti al Giudice monocratico Francesca Minieri sono comparsi i testimoni convocati dal Pm Enrico Cinnella Della Porta. Il Pm in particolare ha voluto ascoltare la vedova del Pezzulli, due dipendenti della Clas e i due ispettori dell’Asl imperiese, oggi in pensione, che fecero gli accertamenti nello stabilimento dopo la morte dell’uomo.

Roberta D’Ettorre, la vedova di Sandro Pezzulli, ha ricostruito in aula il lungo Calvario del marito, dal momento dell’incidente, avvenuto nella notte fra il 22 e il 23 giugno del 2018 e la sua morte, avvenuta il 15 agosto dello stesso anno.

Il capo reperto e un collega del Pezzulli, in servizio la sera della disgrazia, hanno ricostruito le fasi dell’incidente e fornito indicazioni sull’ambiente di lavoro e gli impianti che lo hanno causato. Sandro Pezzulli stava trasportando dei materiali utilizzando un transpallet, quando andò ad urtare un boccaporto di un impianto di pastorizzazione. La rottura della maniglia di sicurezza fece uscire acqua bollente dall’impianto, che finì dentro uno stivale del Pezzulli, provocandogli ustioni di terzo grado alla gamba e al piede.

Secondo quanto affermato dai colleghi di Sandro Pezzulli, l’uomo venne subito soccorso dapprima all’interno dello stabilimento, poi venne chiamato il numero di emergenza per far intervenire un’ambulanza, ma un collega, per fare prima, preferì caricarlo in auto e portarlo direttamente al Pronto Soccorso. Il Pezzulli il giorno dopo fu portato al centro grandi ustionati Villa Scassi di Sampierdarena, dove venne ricoverato e operato, per essere dimesso il successivo 20 luglio.

Seguirono visite di controllo e terapie e quando le sue condizioni ai medici sembravano essere migliorate, il Pezzulli si sentì male e morì poco dopo essere stato portato in ospedale dai famigliari il giorno di Ferragosto del 2018.

Il “giallo” della chiamata al 118 e le verifiche compiute dall’Asl

I due ex dipendenti dell’Asl, Antonello Aicardi e Luciano Blancardi, all’epoca in servizio, fecero un sopralluogo alla Clas soltanto il 21 agosto del 2018. Dal controllo, come affermato in aula dai due ex ispettori e contenuto nei verbali acquisiti agli atti del processo, emersero la mancanza di strisce, cartelli e protezioni che salvaguardassero dalla presenza di un impianto pericoloso. Per questo alla Clas l’Asl sollevò delle contestazioni e prescrisse degli interventi, in seguito fatti. Se ci fossero state le protezioni fisiche installate in seguito – ha dichiarato in aula Aicardi – l’incidente accaduto a Sandro Pezzulli non sarebbe successo”.

Sempre secondo l‘Aicardi, il 118 non venne avvisato e l’Asl per questo motivo fece le verifiche nello stabilimento, con molto ritardo rispetto all’incidente.

La difesa sostenuta dagli avvocati Giuseppe Acquarone di Imperia e Carlo Golda di Genova punta sulla mancanza di nesso di causalità fra l’incidente e la morte del Pezulli, avvenuta quasi tre mesi dopo. Nel procedimento gli eredi della madre del Pezzulli sono costituiti parte civile e sono assistiti dall’avvocato Luigi Basso di Imperia.

La prossima udienza si terrà il 28 novembre per ascoltare altri testimoni, questa volta della parte civile. Un’ulteriore udienza è già stata fissata anche per il 19 dicembre, sempre per l’ascolto di testimoni.

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