26 Aprile 2024 20:06

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26 Aprile 2024 20:06

“Next generation Imperia”: Lucio Sardi (SI) all’attacco dell’amministrazione Scajola. “Riciclo di progetti fallimentari del passato e maldestramente rivisti. La città è nel degrado”

In breve: Queste le parole di Lucio Sardi, esponente di Sinistra Italiana. 

“Sfogliando l’opuscolo ‘Next generation Im’ stampato e distribuito in abbondanza di copie dall’amministrazione Scajola per presentare in formato patinato la città delle future generazioni, sorgono naturali alcune considerazioni – Queste le parole di Lucio Sardi, esponente di Sinistra Italiana. 

Next generation Im: Lucio Sardi all’attacco dell’amministrazione Scajola

“Quel libretto, più che un progetto ordinato di rinnovamento della città, sembra il risultato finale di una partita al gioco elettronico Virtual city fatta da un giocatore dotato più di risorse da spendere per costruire che di idee su cosa farne.

Sul libretto dei sogni Scajolano è tutto un profluvio di interventi per nuove o rinnovate strutture pubbliche (ex Salso, Polivalente) o opere tecnicamente avvenieristiche (il pulmino senza conducente sulla ciclabile) che sono però proposte da una amministrazione che oggi non è in grado di tenere aperto per orari decenti l’unico museo cittadino, mantenere in ordinario funzionamento i tre ascensori tra Marina e Parasio e non ha saputo far ripavimentare decentemente i portici di Oneglia.

Risalta la distanza tra la reale condizione di degrado della città rispetto alle luccicanti rappresentazioni grafiche degli ambiziosi progetti con cui Scajola vuole annunciare, guarda caso proprio a ridosso della prossima campagna elettorale, le favolose sorti future della città.

Molte pagine sono dedicate al riciclo di progetti fallimentari del passato (il mega porto turistico), a opere già approvate o cantierate in passato ma ancora in alto mare grazie alla pessima gestione delle opere da parte di questa amministrazione (il teatro Cavour o la Sairo), e a progetti maldestramente rivisti con modifiche che ne compromettono la funzionalità o la qualità ambientale (la navetta sulla ciclabile nel tratto tra le due ex stazioni e il tratto costiero dalla Rabina all’incompiuta).

Ognuno dei progetti annunciati è esaltato dalla rappresentazione artificiale creata con programmi di grafica computerizzata che, per dare credibilità e profondità all’immagine, hanno sempre un taglio di luce nitido e radente con ombre lunghe per rendere più realistiche le opere e le figure rappresentate.

Nel mondo reale le ombre prendono però forme assai più inquietanti. L’ombra che incomberà sulle spiagge della Galeazza sopra le quali, per creare più parcheggi e portare le auto anche in un lungo tratto di incompiuta, verrà realizzato un orrendo solettone a sbalzo largo circa due metri, o quella del cordolo di separazione lungo il percorso del costosissimo quanto inutile bus senza conducente previsto sulla ciclabile, che per quel tratto la restringerà limitandone l’uso ciclo-pedonale.

Un’altra ombra, ovvero quella della ciminiera centrale delle ex ferriere, verrà invece a mancare a seguito dell’abbattimento autorizzato dalla Soprintendenza con motivazioni che gettano un’ombra sulla sua efficacia nella tutela del nostro patrimonio storico.

Un’ombra, quella della ciminiera che, benchè apprezzata e familiare per gli imperiesi, verrà cancellata dal profilo della città per assecondare l’ennesima operazione speculativa del supermercato nell’area ex ferriere.

Tra le altre ombre che più preoccupano c’è quella che misura lo scarto tra le promesse e gli annunci di questa amministrazione e la qualità delle opere realmente portate a termine e quella, decisamente la più cupa e inquietante, che incombe sul futuro quando si ragiona della distanza tra molte delle opere annunciate e le reali emergenze cittadine, in particolare la necessità di investimenti che siano utili a creare occasioni di lavoro per le nuove generazioni.

Il futuro per i giovani di Imperia non si costruisce come in un gioco elettronico dalla grafica accattivante, soprattutto se è nelle mani di un giocatore che si è spesso rivelato un maldestro “progettista””.

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